La difficile lotta contro l’isola dei prezzi

/ 05.04.2021
di Angelo Rossi

Nella sessione che si è chiusa di recente il nostro Parlamento ha approvato un controprogetto all’iniziativa per i prezzi giusti. Il problema è conosciuto: un consumatore ticinese può comperare appena fuori dal confine, in Italia, prodotti di marca a un prezzo che è inferiore dal 30 al 50% al prezzo che pagherebbe se lo comperasse in Svizzera. Questo perché il produttore straniero giudica che sia giusto praticare per il mercato svizzero, dove il potere di acquisto è notevolmente più elevato che in Italia, un prezzo superiore. Con il diffondersi degli acquisti via internet questa situazione è poi andata complicandosi perché le aziende straniere applicano spesso il bloccaggio geografico, vale a dire deviano i clienti svizzeri su Website che praticano prezzi più elevati.

Questa situazione aveva dato luogo, qualche anno fa, a una rivolta dei grossi distributori svizzeri che si erano rifiutati di continuare a vendere prodotti di marca stranieri che venivano rincarati per il mercato svizzero. Alcuni di questi prodotti erano effettivamente scomparsi dagli scaffali dei supermercati per ricomparire però, quasi in blocco, qualche mese dopo con il prezzo di sempre. L’iniziativa per i prezzi giusti intende riprendere questa lotta. Le sue rivendicazioni sono state ora integrate, quasi interamente, stando ai commentatori, nel controprogetto approvato dal parlamento federale. Non c’è dubbio che nella futura votazione o l’iniziativa o il controprogetto, o ambedue i testi, verranno approvati dall’elettorato. In futuro, quindi, le aziende straniere con potere di mercato dovranno praticare anche per il mercato svizzero i prezzi che richiedono per altri mercati europei.

Tutto bene quel che finisce bene, dunque? Sì, a sentire i rappresentanti delle organizzazioni dei consumatori e quelli dei commercianti importatori. No, invece, ad ascoltare le argomentazioni di chi vigila perché le regole dell’economia di mercato siano sempre rispettate. Ma quali sono queste obiezioni a una regolamentazione che, i fautori ne sono convinti, dovrebbe andare a beneficio di tutta la popolazione e di molte aziende? In primo luogo si sostiene che lo Stato non ha nessun diritto di intervenire a modificare i prezzi stabiliti in una contrattazione tra agenti privati. Se due aziende, una straniera e una svizzera concludono un contratto di fornitura la fissazione del prezzo è affare loro e non dello Stato. Diverso sarebbe il caso se più produttori si accordassero per fissare un prezzo più elevato per il mercato svizzero. Allora gli si potrebbero applicare le disposizioni della legge contro i cartelli. Alla stessa, invece, non si può far ricorso se il produttore in questione è uno solo. Di qui la necessità per il legislatore di creare le premesse legali per un intervento. Il controprogetto, appena approvato, risolve questo problema introducendo la nozione di «potere di mercato». In pratica lo Stato potrà intervenire per correggere il tiro se il distributore svizzero del prodotto straniero è praticamente obbligato a comprare il prodotto offerto al prezzo che intende praticare il produttore straniero. È questo il caso di quasi tutti i prodotti di marca.

I commentatori che criticano il controprogetto parlamentare aggiungono ancora che non sarà facile accertare il possibile eccesso di potere di mercato di un produttore straniero. Adottando questo principio si arrischia così di creare nuove pratiche burocratiche che, per finire, non conseguiranno il risultato desiderato. A questo proposito si cita il caso tedesco. La nuova norma sull’eccesso di potere di mercato si ispira a disposizioni introdotte in Germania negli anni Settanta. Stando ai critici di questa norma queste disposizioni non ebbero praticamente nessun effetto rilevabile sui prezzi dei prodotti importati. Questa era anche l’opinione del Consiglio federale nel messaggio concernente l’iniziativa sui prezzi giusti. Siccome non c’è dubbio che la norma sull’eccesso di potere di mercato verrà introdotta, per effetto dell’approvazione dell’iniziativa o per effetto dell’approvazione del controprogetto, avremo modo, tra qualche anno, di misurarne l’efficacia. Come consumatori non ci resta che sperare che non sia un’ulteriore grida spagnola.