Se si sapesse la data di morte? Cioè se ognuno avesse stampigliata la data della sua scadenza, come il latte, il burro, lo stracchino, come qualunque cosa che si compera al supermercato? Secondo me sarebbe più onesto. Uno viene al mondo e sa quando scade, l’anno, il giorno e l’ora. Io sarei favorevole, come per tutta la merce deperibile. Uno potrebbe fare i suoi calcoli in modo avveduto; le trattenute per la pensione, tanto per fare un esempio, sarebbero calcolate sul tempo di durata individuale. È chiaro che la data di scadenza è valida se il prodotto è conservato secondo le modalità prescritte; se un individuo ad esempio è della categoria dei prodotti che vanno tenuti in frigo, questo individuo dovrà trasferirsi in Norvegia o in Svezia e tenere basso il riscaldamento; se l’individuo è paragonabile a un surgelato, dovrà abitare oltre il Circolo Polare Artico, o sopra i tremila metri, accanto a un ghiacciaio.
Certi prodotti si conservano solo se sono sotto vuoto; questo è difficile per un umano, ma può provare a tenere una tutina impermeabile. I sistemi di conservazione sono tanti, stare sotto sale, stare sott’olio, essiccarsi, rimanere sott’aceto o sotto spirito, esistono dei buoni conservanti; ma anche la pastorizzazione è un buon metodo. Non so ancora come si possa applicare all’uomo, occorrerebbero studi, esperimenti, la cottura, la sterilizzazione coi raggi X o Gamma e l’individuo durerà fino alla naturale scadenza. In caso di difetti di fabbrica occorrerebbe un certificato di garanzia, come per le automobili, la lavastoviglie, il frigo ecc. Ossia chi venga al mondo col radiatore che perde, sarà rimandato in fabbrica e il radiatore sostituito.
Oggi già sostituiscono cuore, reni; un domani con le staminali ogni organo avrà il suo ricambio, e quindi ciascuno sarà totalmente sotto garanzia, a meno di un uso improprio, non rabboccare l’acqua quando s’accende la spia, non cambiare l’olio ogni 20 mila chilometri, non cambiare la cinghia della distribuzione, che per un uomo equivale a non bere abbastanza, a non assumere vitamine, a non fare movimento. Queste cose andranno controllate e certificate; la pressione degli pneumatici non è diversa dalla pressione arteriosa; gli zuccheri non vanno consumati in eccesso, perché sarebbe come mettere alcol invece della benzina. Se uno mantiene tutto sotto controllo e fa la revisione a ogni scadenza, è garantito che morirà alla data indicata.
Quindi nell’imminenza può prepararsi, fare un giro di saluti agli amici e ai parenti. «Scado la prossima settimana, mercoledì, alle sei del pomeriggio». «Hai già la bara?» «Sì, l’ho trovata d’occasione su internet, era un po’ che la cercavo, la volevo semplice e comoda». «Ah peccato, ti volevo dare quella di mia bisnonna che si è liberata». «Grazie, ma non volevo una cosa d’antiquariato, preferisco il moderno, è una bara dell’Ikea, me l’hanno data smontata, è più comoda da trasportare, è usata ma sembra nuova, è solo da rimontare, mi diverto a farlo». «Scusami, ma io sono per la raccolta differenziata: i denti con i denti, gli occhi con gli occhi, i peli e i capelli insieme alla lana e al cotone, la pelle e le interiora con l’umido, il resto può essere cotto e seccato e dato come crocchette agli animali domestici; è un peccato consumare tante proteine. Mia nonna ad esempio l’ho data al gatto, era d’accordo anche lei, era così affezionata al gatto che non vedeva l’ora di arrivare a scadere. La ditta che se n’è occupata, in parte l’ha messa in scatola come bocconcini, e in parte crocchette insaporite col pesce. Il gatto l’ha riconosciuta, voleva mangiare solo la nonna; non gli piaceva invece mio zio, forse perché era un po’ affumicato».
Certo che, pensandoci bene, questa data invalicabile sarebbe come un macigno che incombe. Anche adesso sappiamo di essere mortali, ma si spera sempre in una posticipazione; che chi sovrintende alla vita e alla morte si scordi la nostra pratica; che uno sciopero dei funzionari preposti sospenda l’esecuzione; che improvvisamente si scopra di essere articoli a lunga conservazione. Sono speranze; anche se la data è scritta, questo è certo, ma così in piccolo che non la si vede; perciò uno spera nel disordine amministrativo dell’aldilà. Forse questa incertezza, questa miopia, ci è stata data come conforto; forse è un vantaggio, che la data di scadenza la si sappia solo dopo.