Cara signora,
sono sposato da tre anni e non abbiamo ancora programmato un figlio, anche perché il nostro rapporto non si può certo dire riuscito. La responsabilità è la gelosia folle di mia moglie che esercita sulla mia vita un vero e proprio assedio. Controlla continuamente il mio cellulare, Facebook, la posta, il collo della camicia caso mai vi fossero tracce di rossetto, senza parlare delle occhiate che, a suo dire, indirizzerei su ogni donna più giovane di lei. Ogni motivo è buono per terribili scenate e anche per colpirmi con sberle e calci, che non sono micidiali solo perché è piccola e mingherlina e, da parte mia, mi guardo bene di contraccambiare. Basta mezz’ora di ritardo e casca il mondo! Le mie giustificazioni sono inutili e i sospetti dilagano.
Quando eravamo fidanzati ho sottovalutato la questione perché mi sembrava una prova d’amore, ma adesso non ne vedo la fine. Quando la confronto con le mogli di amici e colleghi mi rendo conto che è una pazza e, visto che le sue reazioni non dipendono dai miei comportamenti, ho la tentazione di tradirla davvero.
Lei che ne dice? / Giancarlo
Caro Giancarlo,
è proprio così innocente come si presenta? Sicuro di non aver alcuna responsabilità per la gelosia patologica di sua moglie?
Nei primi anni di matrimonio può accadere che l’insicurezza alimenti sospetti e paure, che la fragilità susciti reazioni eccessive ma, se vi è una base positiva, il veleno diluisce, anche se è difficile che scompaia del tutto. Possessività, invidia e gelosia – un tris strettissimo – dipendono infatti da esperienze precoci e dal temperamento personale. Mi stupisce però, nella sua lettera, l’assenza di qualsiasi considerazione positiva. Se vi siete sposati, in un’epoca in cui non vi è alcun obbligo di legalizzare le relazioni, avrete avuto certamente delle buone ragioni. Ora, dopo solo tre anni di matrimonio, dove sono finite?
Può sembrare noiosa la constatazione che, nella coppia, i torti non sono mai da una sola parte, ma l’esperienza m’insegna che è proprio così. Lei invece lancia un’accusa («è una pazza») senza concedere all’imputata nessuna attenuante. Purtroppo la «stanza del dialogo» si presta alla confidenza più che al confronto, ma potrebbe avvenire dopo, una volta condiviso il messaggio. Mi ostino a credere che, se le concedessimo la parola, sua moglie risulterebbe meno folle di come lei la presenta. Indubbiamente è esploso un conflitto, ma perché non affrontarlo prima di eluderlo?
Quando le botte sostituiscono il dialogo significa che è avvenuta una perdita di umanità. Litigare può far bene se si ha la forza di esporre il proprio disagio, di comunicare il proprio malessere. Invece lei si limita a controbattere le accuse, come se fosse in un commissariato di polizia o in uno dei tanti telefilm giudiziari. Probabilmente stiamo assistendo allo scontro di due insicurezze: quella di sua moglie nasce dalla confusione tra amore e possesso, la sua dal timore di buttare all’aria un equilibrio che per certi aspetti le va bene. La tentazione di tradire per ripicca non fa che esasperare la situazione. Non è così che può rassicurare sua moglie e non è così che potrà costruire un’altra storia. Nelle vene del suo resoconto non circola neppure un filo d’amore, non trapela alcun ricordo piacevole, nessun barlume di speranza consolatoria. Prima di distruggere una parte comunque importante della vostra vita, provate a ricavare, magari con l’aiuto di un terapeuta, uno spazio di incontro, di interazione, di mediazione.
In modo sbagliato, con impeti di rabbia, sua moglie sta tentando di rompere l’inerzia che immobilizza la vostra relazione, perché non ci prova anche lei prendendo in mano la situazione, smettendo di comportarsi come uno spettatore della propria vita? Accetti la sua parte di coniuge e se la giochi. Può darsi che tutto sia ormai compromesso ma non credo che le basterà trovare un’altra donna per diventare padrone della sua esistenza. Non conosco la vostra età anagrafica ma mi sembrate entrambi immaturi per cui l’unico modo per mettere in moto un cambiamento evolutivo è di fare i conti con voi stessi prima che con l’altro. Le coppie rimangono spesso catturate in un gioco di specchi che confonde i loro desideri e può darsi che sua moglie proietti in lei un desiderio di tradimento che non riesce ad ammettere in se stessa e che lei trovi un inconfessabile godimento nel sentirsi così desiderato. Il resto sta al vostro coraggio, alla voglia di trasformarvi da comparse a protagonisti della vostra vita. Non è mai troppo tardi per crescere, per diventare grandi.