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La chirurgia e il desiderio di sentirsi bella

/ 25.02.2019
di Silvia Vegetti Finzi

Gentile Silvia,
fin da ragazzina sono stata affranta dalla mancanza di seno, persino la minima è in eccesso!
Avrei voluto tanto sottopormi a un intervento di chirurgia estetica ma mia sorella, che mi ha cresciuto, me lo ha sempre proibito. Ora però, sposata da cinque anni e mamma da uno, ho trovato un alleato in mio marito. Visto che neanche la nascita di un figlio e un breve allattamento hanno risolto la questione, propone di accompagnarmi lui stesso da un noto chirurgo. Mia sorella però continua a ostacolarmi. Lei che ne dice? / L.

Gentile signora,
tempo fa un chirurgo estetico, particolarmente apprezzato per la sensibilità psicologica, mi ha confermato che in effetti molte donne, anche giovanissime, giungono nel suo studio accompagnate da mariti e compagni che, mentre le future pazienti tacciono, gli mostrano dove aggiungere, togliere, alzare, rimodellare il corpo della partner. Lui stesso, nonostante abbia un evidente interesse professionale a intervenire, si è mostrato molto perplesso e io lo sono ancora di più. Possibile che le battaglie del femminismo (cui ho partecipato con tante speranze) non abbiano lasciato alcuna eredità? Che esistano ancora giovani così arrese ai desideri maschili? 

L’immagine del corpo è parte integrante della nostra identità e della nostra storia. Noi siamo prima di ogni altra cosa un Io corporeo. Il fatto di considerarci inadeguate e insufficienti può avere tante ragioni ma vanno conosciute prima di metterle a tacere con un «passaggio all’atto» che non si rivela quasi mai risolutivo. Non lo sarà neppure per il vostro rapporto di coppia. Suo marito insegue un fantasma che non le corrisponde, un desiderio di perfezione che lei, come nessun’altra, riuscirà mai a incarnare. Entrambi rischiate di andare incontro a una delusione difficilmente rimediabile. Il suo desiderio di sentirsi bella non è una colpa, ma prima di sottoporsi al bisturi, occorre chiarire: «chi parla?».

In questa società l’estetica tende a prendere il posto dell’etica, a sostituire il Bene con il Bello. Per i Greci antichi erano la stessa cosa ma non pretendevano certo di incarnarli con interventi chirurgici. Li proiettavano piuttosto nelle opere d’arte e nell’armonia di una buona vita. Ora invece siamo martellati da messaggi pubblicitari che, spesso in modo subliminale, finiscono per convincerci della nostra inadeguatezza e per indurci ad acquistare ciò che non abbiamo, ciò che non siamo.

Suppongo che la sua silhouette sia disegnata in modo che ne risulti una figuretta adolescenziale cui mal di addice un seno prorompente. Inoltre, come si sa, esistono artifici sartoriali meno invasivi del bisturi. Probabilmente suo marito è rimasto influenzato dallo scontento che lei esprime e intende rasserenarla sostenendo il suo progetto. Durante la gravidanza e il parto, l’interesse della coppia si concentra sul lieto evento trascurando i rapporti reciproci e la sfera erotica. Ma ora lei deve ritornare a essere donna oltre che madre, a riconquistare l’ambito dell’intimità, della complicità, del gioco e del piacere. 

A questo scopo credo sia meglio una deliziosa cenetta a lume di candela che la frequentazione di una clinica. Suo marito si è innamorato di lei così com’è, non come vorrebbe che lei diventasse. Siete belli per la giovinezza, siete belli perché avete messo al mondo un bel bambino, siete belli perché avete tutta la vita dinnanzi, siete belli perché i nostri auguri vi accompagnano.