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In risposta alla solitudine di Sara

/ 18.04.2022
di Silvia Vegetti Finzi

Care lettrici e cari lettori, da quando curo questa Rubrica non mi è mai capitato di ricevere tanti commenti come alla lettera di Sara (pubblicata sul numero del 4 aprile).Non è un caso che l’argomento fosse tra i più sentiti: la solitudine.
Molte mi chiedono il recapito di Sara per stabilire un contatto che l’aiuti a superare l’isolamento. Mi scuso ma non posso accontentarle per tanti motivi: perché la maggior parte della corrispondenza è composta da messaggi postali senza mittente, perché molti sono firmati con uno pseudonimo e perché, anche quando recano un indirizzo mail, non sono autorizzata a utilizzarlo e tanto meno a pubblicarlo.
Diverso è il caso d’indirizzi pubblici, come quelli offerti da Ornella che scrive:

Cara Silvia,
ho letto il messaggio che le ha inviato la signora Sara e la sua risposta, in merito alla solitudine felice. Non so dove viva questa signora, ma vorrei farle sapere che ci sono molti modi per vivere l’età del pensionamento in modo soddisfacente anche senza fare del volontariato o altri lavori. In particolare a Lugano, dove sono tornata a vivere dopo più di trent’anni trascorsi in Italia. Dopo aver perso qui tutte le conoscenze e amicizie di gioventù, sono riuscita a ricrearmi una rete di amicizie, in particolare femminili, del tutto soddisfacente e arricchente, che mi aiuta a riempire le mie giornate con momenti di socialità e condivisione. In particolare ho avviato un gruppo di knit caffè, incontri pubblici per persone che amano lavorare a maglia o uncinetto (www.unfilodilana.com). Poiché mi piace molto leggere e scrivere, ho poi avviato due gruppi di letture, uno per discutere di romanzi e narrativa, condivisione di libri letti e commentati; il secondo più letterario, durante il quale leggiamo accompagnati da una ex insegnante di letteratura, testi di autori classici del passato (www.bibliocaffe.ch). In questi gruppi ho trovato nuove amicizie, con le quali poi organizziamo passeggiate, pranzi, visite a musei, cinema e concerti. Lugano in particolare offre moltissime possibilità in questo senso. Se questa signora fosse interessata, le dica di contattarmi. Siamo sempre alla ricerca di nuove partecipanti! e magari di nuove amicizie.
La ringrazio per l’attenzione, e mi scuso se mi sono permessa d’intervenire.
Cordialmente /
Ornella D.

Cara Ornella,
ha fatto benissimo a intervenire, accettiamo con piacere i suoi inviti e la ringraziamo. È evidente che nelle nostre città sono venuti meno i consueti luoghi d’incontro. Un tempo gli anziani, salvo i poverissimi ricoverati negli Ospizi, stavano in famiglia sino alla fine dei loro giorni e nella stessa casa convivevano più generazioni. Ora finché si sta bene oppure si può godere di un/a badante si preferisce vivere da soli e, quando non è più possibile, farsi ospitare in una Residenza per anziani. In tutti i casi esistono pro e contro perché, inutile negarlo, la vecchiaia porta con sé piccoli e grandi malanni – che preferisco chiamare «acciacchi» – difficili da superare e ancor più da condividere. Senza compiangerci, dobbiamo ammettere che una certa solitudine è inevitabile. Nessuna Istituzione può farsi carico di questa condizione esistenziale. Molto utili ritengo invece le occasioni spontanee, che nascono dall’esuberanza del cuore, dalla creatività, dalla speranza d’incontri arricchenti. Per lo più questi inviti provengono da persone estroverse che, come lei, hanno voglia di mettersi in gioco, di recuperare possibilità che negli anni precedenti non hanno avuto modo di realizzare. La Stanza del dialogo fa parte di queste opportunità ma tanto meglio se promuove incontri diretti, dove esprimersi col corpo molto più capace, rispetto ai social o alla scrittura, di rivelare la nostra identità. Tanti auguri quindi alle lettrici che si ritroveranno a condividere buone letture o a sferruzzare insieme, senza dimenticare, mi raccomando, di esserci amiche.