Dalle promesse delle presentazioni estive alla realtà di sorprendenti risultati, il campionato svizzero di LNA lascia perplessi parecchi critici che avevano cercato di leggere la forza e le possibilità delle varie favorite. Nonostante gli ZSC Lions guidino la classifica (ci riferiamo a quella della vigilia dello scorso weekend) con un punto di vantaggio sullo Zugo, che ha giocato una partita in meno (17), giornata dopo giornata la situazione muta nelle prime posizioni della classifica e le sfide tra le squadre favorite sono più aperte che mai.
Intanto, ecco il Losanna occupare il terzo posto, inatteso protagonista della prima parte della stagione, mentre il Lugano, che aveva promesso una stagione coi fiocchi, tiene sempre sulle spine i suoi sostenitori i quali si attendevano prestazioni più convincenti. Il pubblico della Resega è stato finora deluso dagli stranieri. Tuttavia, numerosi infortuni hanno frenato la marcia del Lugano che occupa la sesta posizione (dopo 17 giornate). A creare i maggiori problemi è stata la difesa, tanto che per porre rimedio a quelli di fragilità in retrovia, la formazione guidata da Doug Shedden ha ingaggiato due difensori canadesi.
Così è tornato Lapierre, il roccioso giocatore che ha dimostrato nel finale dello scorso campionato – fra un litigio e una scazzottata – qualità interessanti per i bianconeri i quali hanno sfiorato la conquista del titolo. Nonostante ciò, Lapierre ha dovuto salutare la squadra nella quale aveva trovato una seconda gioventù agonistica, e a malincuore era tornato oltre Oceano, non riuscendo però a convincere lo staff tecnico dei Rangers.
Per sua fortuna, il Lugano si era trovato nella necessità di rinforzare ulteriormente il reparto arretrato. Eccolo così di nuovo in maglia bianconera, più che soddisfatto di ritrovare i non pochi sostenitori.
Stavolta Shedden si è raccomandato con il roccioso rinforzo di lasciar perdere le sue qualità più… spettacolari, dedicandosi con maggiore impegno per mettere a frutto le sue qualità combattive. Dopo una serata storta a Zugo, il suo comportamento sul ghiaccio (e fuori) è immediatamente migliorato.
Lapierre ha dimostrato di possedere anche notevoli qualità offensive e le sue puntate a rete, alla ricerca del gol ma pure del passaggio vincente, lo hanno posto sempre più positivamente all’attenzione degli osservatori.
Di conseguenza, il Lugano può ambire come nella scorsa stagione (Coppa Spengler compresa) a svolgere il ruolo promesso. Molto dipenderà ancora una volta dagli stranieri che per il momento, a parte Klasen, hanno deluso anche sul piano dello spettacolo. Shedden si attende ovviamente di più dai suoi attaccanti ed è stato giustamente benevolo, invece, con i difensori.
Passando all’Ambrì, a non convincere del tutto sono proprio gli stranieri, in special modo D’Agostini, l’attaccante che avrebbe dovuto guidare la squadra a suon di reti ma che è rimasto in pratica a secco, pur dimostrando di possedere, di tanto in tanto, qualità tecniche di un certo valore.
Per il resto non ci siamo, al punto che era stato preconizzato da più parti il licenziamento dell’allenatore Hans Kossman. A salvare capra e cavoli è stato sin qui il portiere Sandro Zurkirchen, la cui bravura rischia di portarlo a cambiare squadra nella prossima stagione. E allora per l’Ambrì saranno problemi di non poco conto. La gran parte dei punti conquistati dai biancoblù (19 partite) sono merito del suo estremo difensore.
La squadra della Valascia, che si voleva la più forte degli ultimi anni, occupa invece il penultimo posto, ma non è detto che non riesca a dimostrarlo se riuscirà a sistemare il suo assetto, centrando l’obiettivo dei playoff. A tal proposito tutto è ancora aperto, anche per il Langnau, ultimo della graduatoria. Se c’è un aspetto che era stato sottovalutato quasi da tutti, è l’estremo equilibrio fra le contendenti, nonostante alcune siano chiaramente favorite per la qualità della rosa e si avvalgano di giocatori che sanno la loro sia in attacco sia in difesa. A confermare il miglioramento generale della LNA sono, oltre che i risultati, anche l’estrema ristrettezza nelle segnature.
Alla lunga è comunque (quasi) certo che verranno a galla le qualità migliori delle varie squadre. Come promesso dal Lugano che mira sempre alla conquista del titolo, così come dall’Ambrì che intende dimenticare il recente passato puntando con maggior convinzione ai playoff.