Il social che non ti aspetti e le ragazze tristi

/ 06.08.2018
di Natascha Fioretti

Provate a digitare in Google «So Sad Today« (sono così triste oggi) e troverete lei, la ragazza eternamente triste, ansiosa, depressa che è balzata agli onori della notorietà social, e non solo, grazie al suo account Twitter «So sad Today» dal quale per tre anni ha twittato nell’anonimato finché, nel 2015, ha rivelato la sua identità in un’intervista al magazine Rolling Stone. 

Melissa Broder, classe 1979, di casa a Los Angeles, un Master in belle arti conseguito al City College di New York, scrive per sopravvivere. E pare non se la cavi male visto il seguito della sua rubrica su Vice.com e l’attenzione che ha suscitato con le sue tre raccolte di poesia e i suoi due libri, di cui l’ultimo di recente pubblicazione è il romanzo The Pisces (I pesci). E poi naturalmente twitta anche dieci volte al giorno cose del tipo «Per una volta sono stata ottimista e non è andata bene», «Piani per il weekend: rimpiangere il passato, temere il futuro», «Quando qualcosa di buono sta per succedere sento che è già passato» e «Tratta tutti con gentilezza ma soprattutto evita tutti quelli che puoi» (30 luglio). 

Dall’età di 12 anni Melissa Broder soffre di disturbi d’ansia, disturbi alimentari e attacchi di panico. Si dichiara una persona triste e depressa e ha più volte pensato al suicidio. Sopravvivere per lei significa scrivere per tenere sotto controllo le proprie ansie ma anche condividerle senza imbarazzi. 

Non è insomma una di quelle persone che posta gattini, stucchevoli faccine felici e infinite gallerie fotografiche per raccontare i suoi ultimi successi. Melissa Broder nei tweet racconta i suoi insuccessi, le sue sconfitte, le sue paure, i suoi pensieri più intimi e quel che sconvolge è che tutto questo piace, ha un seguito pazzesco. A seguire «So sad Today» sono 650’000 follower tra questi anche diverse star hollywoodiane come Miley Cirus e Kate Perry. A fare breccia sono la sua lapidaria sincerità e il suo umorismo nero attraverso i quali racconta le sue disavventure umane. Melissa Broder è l’antieroina social del nostro tempo che, per le sue idee e il suo atteggiamento, è stata definita un’icona del femminismo triste (Sad Girl Theory) che concepisce la tristezza e la debolezza femminile come atto di resistenza e di liberazione dai sistemi di dominazione maschile. 

Se il femminismo dice che essere donna è bello e divertente, il femminismo triste ci dice che è doloroso e che questo dolore unito alla tristezza, alle insicurezze e alle paure non deve essere taciuto anzi, se ne deve parlare per liberare le donne da quell’ansia di prestazione e di successo che oggi opprime le loro vite multitasking e dedite all’apparente perfezione.

Ideatrice e promotrice del femminismo triste con un seguito di 24.000 followers su Instagram è la ventiseienne Audrey Wollen, per gli amici tragic queen. Bella, slanciata, capelli rossi mossi e lunghi, occhi azzurri, spopola sul social fotografico grazie alla schiera di selfie che la ritraggono in mille pose e momenti diversi. Per lei che si definisce un’ artista del Web, i selfie di oggi sono come i ritratti su tela del Novecento, e tornando a Melissa Broder e altre donne come lei, la Wollen dice «Quando una donna racconta la verità crea nuove opportunità perché altre seguano il suo esempio». Secondo la sua teoria femminista la tristezza delle ragazze dovrebbe essere interpretata come un atto di protesta politica e non come un fallimento personale. Fino ad oggi le ragazze tristi sono state viste come donne passive e quindi escluse dalla storia del femminismo, eppure, dice la giovane instagramer, storia, cultura pop e mitologia sono piene di sad girls come Judy Garland, Sylvia Plath, Virginia Woolf, Marilyn Monroe e Frida Kahlo. Personalmente non sono una fan della tristezza ma trovo interessante questo uso dei social completamente ribaltato in cui non c’è la corsa ad ostentare, ad apparire felice e perfetti a tutti i costi. Chissà, forse un giorno troveremo la via di mezzo, il giusto equilibrio tra l’uno e l’altro.