Gentile Silvia,
ogni tanto mi soffermo a leggere le condivisioni che le persone le fanno, leggo le preoccupazioni, le paure le domande senza risposte, ecc... ammiro la sua professionalità e gentilezza nel dare le risposte, il suo cuore per infondere coraggio e dare consigli!
Io sono una donna sposata felicemente da quasi 30 anni, con due figli maschi ormai adulti; ho affrontato anch’io come tutti tensioni e conflitti, preoccupazioni e paure, poi un giorno lungo il mio cammino ho incontrato un vero gentleman (se così posso dire), parlavo e mi ascoltava sempre con interesse, piangevo e asciugava le mie lacrime, lottavo e lui era al mio fianco, avevo paura e lui mi consolava, ero preoccupata e lui mi incoraggiava a non mollare, non parlo di una persona qualsiasi; ma di Dio! Quel Dio che spesso viene beffeggiato, incolpato, deriso; che ama le persone di un amore sincero, che ha sempre dato consigli per vivere una vita piena di pace e gioia. E l’uomo cosa ha fatto? L’ha chiuso fuori dalla porta dicendo che poteva fare senza di lui! Dicono che chi ha fede riesce ad affrontare la vita con più serenità. In tempi come questi penso sia importante e incoraggiante sapere di non essere soli ad affrontare i problemi e le tensioni che giornalmente ci circondano. La mia riflessione desidera solo essere un incoraggiamento a cercare le soluzioni al cospetto di Dio; con la garanzia di essere ascoltati e accettati; al di là di ogni credo o pregiudizio! Questo non significa che condividere con lei problemi e riflessioni non serva; al contrario è molto edificante sapere che qualcuno ti ascolta e ti incoraggia! Ma comunque dove non può arrivare lei ecco che arriva Dio!
Auguro a lei Silvia ogni bene e Dio la benedica!
Cordiali Saluti! / Paola
Cara Paola,
come avrà capito sono una «non credente» ed è come tale che sono stata invitata anni fa a parlare alla «Cattedra dei non credenti» istituita a Milano dal Cardinal Martini per rappresentare coloro che definiva «i cercanti». Istruita sin da piccola nella pratica della religione cattolica, conservo in me memoria della devozione infantile: il segno della croce, le mani giunte, la sequenza delle prime preghiere. Come racconto nel libro Una bambina senza stella, quei riti della sera non prevedevano destinatari perché il mio cielo era vuoto, esprimevano piuttosto la consapevolezza del buio che ci circonda e l’accettazione dell’ignoto che incombe. Questa era ed è rimasta la mia «fede»: il riconoscimento dell’umana solitudine, il bisogno di dare e ricevere amore, la capacità di resistere alla disperazione chiamando a raccolta le proprie, più profonde risorse. Mentre il mio sentimento religioso è fatto di assenza, il suo, cara Paola, è colmo di una presenza forte, immanente, un bene personificato che conforta e sostiene in ogni momento della vita.
Forse, azzardando una interpretazione psicoanalitica, suo padre è stato per lei una figura importante e benefica, capace di infondere sicurezza e speranza e ora, nell’emergenza indotta da una terribile pandemia, si ripresenta come una presenza rassicurante e protettiva. Ciò non nega l’esistenza di Dio, ne descrive semplicemente una modalità di esperienza.
In un periodo storico contraddistinto dalla paura, lei testimonia che la fede suscita sentimenti di serenità e di pace che rendono bella la vita. Un invito che non può essere trascurato. Impossibile però credere usando la ragione: la fede non si può pretendere ma solo attendere. Purtroppo la capacità di attendere è stata cancellata dall’impazienza e dalla fretta indotte dall’economia del profitto e dalla società dei consumi dove, secondo Bauman la parola «attesa» suona come una parolaccia. Tuttavia la fede, come la felicità, si può propiziare ricavando, nell’incalzare ossessivo delle scadenze e degli impegni, spazi di silenzio e di vuoto. Chi ascolta se stesso è capace di ascoltare gli altri, di comprendere i loro bisogni, di condividere le loro sofferenze. È significativo infine che le Virtù teologali siano tre: Fede, Speranza e Carità. Considero l’ultima la più significativa in quanto, realizzando sulla terra le promesse dell’amore di Dio, conferisce alle prime senso e valore.