Il prossimo consigliere federale sarà...

/ 31.07.2017
di Angelo Rossi

Siamo in estate, periodo di distensione. E per distenderci possiamo partecipare anche noi, per una volta, al gioco estivo preferito di quest’anno: le previsioni sulla prossima elezione in Consiglio federale. La situazione di partenza non potrebbe essere più semplice: i candidati devono essere eleggibili in Svizzera e membri del partito liberale-radicale. La loro designazione ufficiale sarà fatta dalla frazione alle Camere federali di questo partito. Per essere candidati occorre dunque ottenere la benedizione di questa frazione. Tutto qui! Adesso però cominciano le difficoltà. Il nuovo consigliere federale – che potrebbe essere anche una donna – andrà a sostituire nel nostro governo un consigliere federale romando. C’è una forte probabilità quindi che il seggio di governo che diventa vacante venga assegnato a un rappresentante delle minoranze latine. Il nuovo consigliere federale potrebbe quindi essere romando o ticinese (o retoromancio).

Ma non è detto che gli svizzeri tedeschi, che trovano che alle minoranze latine non spettino più di due seggi in consiglio federale, non rivendichino ora il seggio che diventa libero. C’è poi la questione del sesso. In molti si sono pronunciati, nel corso delle ultime settimane, in favore di candidature femminili perché trovano che sia arrivato il momento per il PLR di far eleggere una donna in consiglio federale. Questa donna – a meno di nuove decisioni da parte del partito liberale-radicale ticinese – non sarà una ticinese. Ci sono invece molte probabilità che possa essere romanda. Anzi è molto probabile che dalla Romandia venga più di una proposta di candidature femminili per la sostituzione del ministro Burkhalter.

La terza difficoltà è rappresentata dalla personalità e dalla linea politica dei candidati. Per essere eletto dalla frazione PLR del parlamento federale basta essere membri di questo partito. Per convincere invece la maggioranza degli elettori dell’Assemblea federale – che è l’organo deputato all’elezione del Consiglio federale – occorrerà anche possedere doti di carattere e seguire una linea politica che piacciano a questa maggioranza. Il modo nel quale questa maggioranza potrebbe costituirsi potrebbe avere quindi riflessi importanti nella scelta dei candidati da parte della frazione PLR. Attualmente le possibili combinazioni sono due: una maggioranza di destra con UDC, PLR, BDP e PPD, e una di centro-sinistra con PLR, PPD , PS e Verdi con eventualmente i Verdi liberali. È molto probabile che il candidato che verrà scelto dalla frazione del PLR alle Camere federali riceva senza troppe complicazioni il sostegno dei parlamentari del PPD.

Molto più ostico sarà però ricevere l’appoggio dei parlamentari dell’UDC e del PS. Questi partiti hanno infatti già annunciato che daranno il loro appoggio solo a un candidato che sostenga in Consiglio federale i principi delle loro politiche. Ridotti all’osso questi sono protezionismo e anti-europeismo per l’UDC, difesa senza cedimenti delle assicurazioni sociali per il PS. La scelta di dar il proprio assenso a uno o a più candidati presentati dalla frazione parlamentare del PLR si farà la settimana prima della votazione nell’assemblea federale dopo che i partiti avranno sentito i candidati in questione. Teoricamente il PLR, per assicurarsi un’elezione facile, potrebbe proporre un candidato per la destra e uno per il centro-sinistra.

Solo che questi candidati non ci sono o, se ci sono, sono, per ragioni diverse, molto lontani dal diventare papabili. Di conseguenza il PLR sceglierà i candidati che piaceranno di più ai membri della sua frazione mandandoli poi allo sbaraglio negli hearings con gli altri partiti presenti nell’assemblea federale. A questo punto sono molti i fattori che potrebbero intervenire nella scelta del candidato o della candidata da eleggere. Quel che è sicuro è che in questo processo di selezione né la provenienza dal Ticino o dalla Svizzera romanda, né il fatto di essere donna, giocheranno un ruolo decisivo. Né giocheranno un grande ruolo le convinzioni politiche o i principi etici dei candidati. Molto più importante, anzi decisiva, sarà la prestazione del candidato o della candidata davanti alle frazioni dei diversi partiti. La loro eleggibilità la si misurerà in relazione a quello che saprà dire e a come risponderà alle domande che gli verranno poste.

Dovranno essere convincenti senza lasciarsi naturalmente coinvolgere in promesse di appoggio alle rivendicazioni che verranno loro presentate dalle singole frazioni. A meno che le stesse non siano patrimonio comune del PLR. Dovranno quindi anche saper tacere. Si dice che, nel passato, molti consiglieri federali siano stati eletti perché hanno convinto i parlamentari con il loro portamento distinto e perché parlavano poco. Oggi, dopo che ciascun candidato sarà stato passato e ripassato sotto il microscopio dei media è difficile che il portamento distinto basti. Ma parlare poco può ancora essere una buona ricetta.

Ancora più efficace sarebbe far leggere tra le righe di quello che non si dice. Questa però è un’arte che, nel nostro parlamento federale, è riservata a pochissimi geni.