Il pressapoco universale

/ 17.10.2022
di Ermanno Cavazzoni

La legge suprema dell’universo è il pressappoco. Anche l’orbita della terra attorno al sole non è il bel cerchio che immaginiamo, ma è un cerchio ovalizzato. E non solo. La luna fa oscillare la terra, per cui l’ovale è anche ondulato. E neppure l’ondulazione è regolare, ma l’attrazione degli altri pianeti crea gobbe ulteriori nel cerchio, che risulta così qualcosa di sgraziato e più simile a una ruota ammaccata che se la vede un gommista dice che è anche pericolosa. Noi invece ci viaggiamo sopra a 107 mila chilometri l’ora, che è una velocità da suicidi, considerando anche il tragitto contorto. Pure la terra che dovrebbe essere una sfera, è invece schiacciata ai poli e più gonfia all’equatore, e la luna la deforma continuamente, producendo un bubbone che fa il giro completo ogni 24 ore, che poi anche le ore del giorno sono 24 pressappoco, e così i giorni dell’anno 365 pressappoco, dobbiamo aggiungere ogni tanto un bisestile. E la stella Polare? indica il nord; sì, ma pressappoco. La bussola? anche lei il nord lo indica ma spostato di qualche grado. Che non è lo stesso della stella Polare; anche i pressappoco sono pressappoco, ognuno è sbagliato in modo diverso. Ogni cosa esistente è tirata da tutte le parti. Sembra ci sia tanto spazio vuoto, in realtà siamo pigiati come all’ingresso di un cinema, dove ai primi cento che arrivano dessero soldi, mille euro, e ai secondi un panettone, e poi pacchi di pasta, scatolette di tonno ecc. Tutti spingerebbero e sarebbero spinti, chi ha molta ciccia si deformerebbe. Ecco, siamo pigiati così nell’universo, ogni galassia è un cinema che dà regali e gli astri si ammassano, sgomitano, in un ingorgo impressionante. Se fossero auto ci sarebbero solo lamiere contorte, tamponamenti e via dicendo, un macello.

Ma succede lo stesso tra noi umani: quando ci parliamo ci capiamo? Beh, pressappoco: l’oratore di un partito politico tiene un comizio. Lo vanno ad ascoltare le persone più diverse. Come fanno a essere d’accordo e votare per lui? Beh, per il fatto che ognuno lo capisce a suo modo, cioè pressappoco, altrimenti sarebbe impossibile fare un partito; le democrazie si fondano sul pressappoco. A essere giusti ogni persona dovrebbe costituire un partito. E poi anche una persona non è mai d’accordo con sé stessa che pressappoco. I ricordi mutano continuamente, quindi difficile dire che un ricordo è sempre lo stesso, lo è su per giù, e così le opinioni, uno mantiene circa la stessa opinione, e l’identità di una persona è qualcosa di approssimativo; se uno dovesse discutere col sé stesso di tre giorni prima ci litigherebbe, guarda là cosa sono andato a pensare! non mi riconosco! uno si darebbe dell’asino, al sé retroattivo, con grave danno alla compattezza della persona.

Niente sfugge al pressappoco. Quando parliamo ognuno pronuncia le parole in modo leggermente diverso, da città a città, ma bene o male ci consideriamo dentro una stessa lingua, che è qualcosa però di molto approssimativo.

Sarebbe più comodo fosse tutto perfetto. Ad esempio: per un elementare senso di giustizia, gli esseri umani dovrebbero essere di un solo tipo, si eliminerebbero invidie, delusioni, e tutto questo pressappochismo nella replicazione genetica, che funziona come un motore malfatto.

Però poi non so. Forse questo universo fondato sul pressappoco è il migliore degli universi possibili. Ci saranno universi dove c’è una molecola ogni dieci centimetri, equidistante dalle altre molecole che stanno attorno, e così all’infinito, un universo esatto, che non ha grumi, bolle, irregolarità. Chiedo: sarebbe di soddisfazione? Può darsi lo sia per chi l’ha fatto e lo contempla, ma chi ci vive dentro dopo un po’ non ne può più. Infatti dentro non ci sarebbe nessuno, perché ci fosse sarebbe un’irregolarità, e ci ritroveremmo col nostro universo, che quindi è l’unico possibile, un universo malfatto, dove regna l’ineguaglianza, e quindi invidie, furti, raggiri, intimidazioni, corruzione, spavalderie, la politica, l’inganno, la TV con le sue idiozie, le guerre, i suicidi, eccetera, ma anche l’arte, quel capolavoro di pressappochismo che è l’arte; pittura, letteratura, musica, cinema, tutte figlie dell’approssimazione, un buon autore non è mai contento, aggiunge, rifà, gli esce qualcosa che è pressappoco, ma può essere un capolavoro immortale.