Potrebbe sembrare una versione aggiornata del «Nessun Dorma» dalla Turandot di Puccini reso famoso da Big Luciano (Pavarotti) nei concerti dei Tre Tenori oppure la versione riveduta e corretta di quel «nessuno tocchi Caino» che, secondo la narrazione biblica di Genesi 4:14-16, blinda giuridicamente il caso del primo omicida-fratricida per avocare a Jahvè – ed a lui solo – il diritto di giudicare tale orrore. Niente di tutto questo. Siamo invece in Italia, lo scenario è il fracas causato dal rifiuto da parte del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella di nominare il Professor Paolo Savona a ministro dell’economia secondo i desiderata dei leader dei partiti politici vincitori delle ultime elezioni politiche. La storia è nota: avvalendosi di prerogative costituzionali inequivocabili, secondo le quali le forze politiche vincitrici propongono i nomi del Premier e dei Ministri che è però poi prerogativa del Presidente avallare e nominare a sua esclusiva discrezione di garante e custode della Costituzione stessa, Mattarella si è rifiutato di sottoscrivere il nome di un noto euroscettico.
Si è scatenato l’inferno: accuse più o meno scomposte di golpismo presidenziale, visioni apocalittiche di stupro della volontà del popolo sovrano, prospettive di una Madrepatria ostaggio della Merkel, cupe visioni di un italico popolo schiavo dei Nuovi Barbari, minacce di sfracelli giuridici a partire dall’impeachment del Signore Siciliano – insomma: chi più ne ha più ne metta, con iperboli spesso francamente comiche che – se non fosse per il fatto che si è anche giunti a minacciare il Presidente di morte (suo fratello Piersanti fu ucciso dalla Mafia nel 1980 quando era Presidente della Regione Autonoma Sicilia) – la situazione potrebbe essere descritta con le parole di Ennio Flaiano come «seria ma non grave», more italico. Sta di fatto che il campo dei – chiamiamoli «presidenzialisti» non ha tardato a scendere a sua volta in tenzone. «Nessuno Osi Toccare Mattarella» recitava il cartello ostentato da un elegante Signore di mezza età con tanto di baffi curati, baldo e apparentemente solo davanti ad un Palazzo del Potere a Roma. L’ altropologia – che molto osserva e molto sa – non si scompone affatto di fronte al diktat: già tutto visto, già tutto previsto nella fase classica della disciplina.
Il fatto è che il Corpo del Sovrano è Sacro, in tutti i tempi ed a tutte le latitudini. Sacro ed Inviolabile. Il problema è che, nell’epoca del populismo virale, ce ne siamo dimenticati. Come – tanto per fare un esempio – dimostra il commento cucinato in migliaia di analoghe varianti in occasione delle nozze recenti dei Reali Rampolli d’oltremanica e suonato come un ritornello sui media di tutto il mondo: «Sono proprio come una coppia normale che celebra il proprio amore». Un corno, verrebbe da dire visti i costi. Ma tant’è: oggi per essere popolari occorre fare come Obama, primo Presidente Americano (a quanto pare) a farsi vedere mangiare – e mangiare cosa? Un democraticissimo, nazionalissimo hamburger... Oppure – ricorderete – Papa Wojtila che si faceva riprendere mentre nuotava o andava in montagna o la Regina d’Olanda che va a fare la spesa in bicicletta, oppure Putin che inforca un povero luccio con la fiocina: «proprio come uno di noi, meraviglia delle meraviglie!»
Così il populismo imperante dei media. Che poi è pronto a rimangiarsi tutto. Si possono vedere a proposito in web le foto del famoso ricevimento di Zlatan Ibrahimovic, giocatore di pallone, con l’ormai abdicato Re Juan di Spagna il 17 marzo 2017. Maglietta e mise casual, il bomber tiene una mano sulla spalla del Rey come fosse suo nonno. «Un Re sa riconoscere un altro Re» dichiarò Ibra ai tempi. Scatenando un pandemonio proprio sugli stessi tabloid di massa. Tre mesi dopo toccava a quel provincialotto di colonia che è David Johnston, a suo tempo Governatore Generale del Canada. Al momento di ricevere la Regina Elisabetta (che del Canada resta il Capo di Stato) alla Canada House di Londra, Johnston viene fotografato mentre sorregge premuroso la Sovrana con una mano sulla schiena per impedire che questa scivoli. Si scatena la canea all’episodio di Lesa Maestà. Come osa questo canadese buzzurro violare il protocollo? Si scava negli archivi e si scopre che anche Michelle aveva «toccato» la Regina in circostanze simili nel 2009. Il problema è che un tempo chi «toccava» finiva nella Torre di Londra per un periodo di rieducazione alle buone maniere.
Morale della favola? 1 – il Corpo del Sovrano è sacro ed inviolabile: guai a chi lo tocca. 2 – chi di populismo ferisce di populismo perisce: vuoi pretendi e strepiti che il Popolo sia Sovrano anche quando decide di andare a sbattere? Sappi allora che anche il Presidente lo è, e a maggiore e più fondamentale costituzionale ragione: «il Popolo esercita la Sovranità per mezzo del voto nei limiti e secondo le modalità sancite dalla Costituzione». Della quale il Presidente è custode e garante. It’s democracy, Baby!