Ho subito pensato a un romanzo di Graham Greene (Our man in Havana, da cui venne tratto anche un fortunato film con Alec Guinness protagonista) quando i media hanno diffuso questa notizia che, sommersa dalla solita valanga di informazioni sulla guerra in Ucraina o sulla Covid che ritorna, ha avuto poco rilievo: le autorità governative olandesi hanno confermato di aver rifiutato lo scorso mese di aprile l’ingresso nel Paese a un cittadino brasiliano e di averlo imbarcato sul primo volo disponibile per il Brasile. Il brasiliano respinto era Victor Muller Ferreira, nato nel 1989, giunto in Olanda per iniziare a lavorare come stagista presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja, quello che per alcuni anni è stato presieduto da Carla Del Ponte e che da alcuni mesi sta indagando su sempre più evidenti crimini di guerra della Russia in Ucraina. L’uomo espulso dall’Olanda, in realtà, era una spia russa. Non si chiama Victor, non è nato nel 1989 e non è nemmeno brasiliano: il mancato stagista del Tribunale penale internazionale (CPI) era Sergey Vladimirovich Cerkasov, nato nel 1985 in Russia e da anni agente del GRU, l’intelligence militare russo.
La notizia di questo «piccolo» fallimento dell’intelligence russa riporta in primo piano la strategia perseguita sotto la guida di un Putin che, come noto, è stato, fino all’ultimo, attivo agente del KGB sovietico. Come rivela David Puente sul sito open.online, l’agente sovietico respinto in Olanda aveva preparato la sua assunzione al CPI inventando una storia strappalacrime e curando tutti i particolari, tranne uno. In breve: Victor affermava di essere nato a Rio, di aver scoperto che la madre biologica era morta poco dopo la sua nascita e per questo lui aveva perso nel tempo i legami con ogni persona a lui cara. In Brasile era curatore anche di un blog personale (Politicsofus.net) incentrato su argomenti di geopolitica e di ideologia filo occidentale, sul quale esibiva commenti quasi certamente fasulli o comunque pilotati, utili a garantirgli una copertura anti-russa e rafforzati con la condivisione di indagini di Bellingcat, l’agenzia di giornalismo investigativo fondata dal giornalista britannico Eliot Higgins.
Ed è qui che casca il povero Victor: incuriositi dal fatto che un cittadino brasiliano dimostrasse tanto interesse per i loro servizi, i redattori di Bellingcat hanno indagato e alla fine hanno potuto segnalare alle autorità olandesi che lo stagista brasiliano in realtà era un agente russo del GRU: il semplice spostamento di Victor dal Brasile all’Aja avrebbe consentito al Cremlino di avere una sua talpa non in Olanda ma al CPI. Quindi il fallimento di Victor è anche una conferma di quanto stia mutando il panorama dello spionaggio. Certo, i fondamentali sopravvivono. Tuttavia ciò che i servizi segreti del Cremlino cercano di raggiungere, oggi non si limita alla raccolta di informazioni militari, politiche o tecnologiche, ma si spinge sino ad attivare presenze fisiche anche in enti o organizzazioni come il Tribunale penale internazionale dell’Aja in cui i cittadini russi non potrebbero mai avere accesso.
Questa operazione di spionaggio, oltre a segnare un aggiornamento nelle strategie dell’intelligence russa, sottolinea anche la necessità di rivolgere maggiore attenzione a quanto il Cremlino sta mettendo in atto in Europa e, verosimilmente, un po’ in tutto il mondo. E forse è ipotizzando una simile «escalation» che, subito dopo l’avvio dell’invasione del-l’Ucraina, diversi paesi hanno proceduto a massicce espulsioni di «diplomatici» russi (oltre 150 nella sola Europa) e ora stanno estendendo indagini e controlli anche a «opinion leader» che continuano a rilasciare dichiarazioni di sostegno del regime putiniano sui social e nei media. Pur escludendo possibili o romanzate implicazioni (tipo: all’Aja qualcuno stava aspettando lo «stagista» Victor?), l’obiettivo dell’operazione olandese dimostra abbastanza chiaramente una verità: il Cremlino teme gli accertamenti che il Tribunale penale internazionale sta raccogliendo sui crimini di guerra compiuti dai suoi soldati in Ucraina e il GRU è già all’opera per conoscere e prepararsi a confutare prove e future accuse che il CPI presenterà contro Putin e il suo esercito. All’Aja comunque, anche senza Victor, si scava.