Ed Rex (nella foto), un giovane inglese, ha fatto della sua passione per il viaggio ereditata dal padre il suo lavoro. Sordo dalla nascita, ha studiato biologia ambientale e scienza all’Università di Leeds e ha lavorato in questo settore per qualche anno prima di diventare un viandante con lo zaino in spalla e un blogger seguito da brand rinomati come KLM Royal Dutch Airlines, MyDestination and Hotel.info. Da subito durante i suoi viaggi solitari ha notato l’interesse di altri viaggiatori per la sua sordità e come questa lo influenzasse. Spesso è anche stato preso in giro. Nel tempo gli sono arrivate sempre più email e messaggi di persone nella sua stessa condizione. Da qui l’idea di raccontare la sua storia sul suo blog «The Deaf Traveller. Hear the World» (Il viaggiatore sordo. Ascolta il mondo) con lo scopo di infrangere gli stereotipi e di motivare le persone che vivono la sua stessa condizione perché con la forza di volontà nella vita si può fare tutto. Non solo, oggi per fortuna viene in soccorso anche la tecnologia. Ed Rex ha iniziato a viaggiare da quando, nel 2011, all’orecchio destro gli è stato inserito un impianto cocleare, un dispositivo impiantato chirurgicamente che converte il suono in impulsi elettrici in modo da simulare l’udito naturale. «Sono diventato una persona diversa, ad un tratto ero molto più sicuro di me stesso e non avevo più paura di girare il mondo in lungo e in largo». A venirgli in soccorso durante i suoi viaggi c’è anche un altro tipo di tecnologia.
Di recente Microsoft ha sviluppato un’applicazione chiamata The Hearing AI app che permette di tradurre in immagini i rumori e i suoni nell’ambiente. Un’applicazione ottima per Ed Rex che ama essere puntuale ma non riesce a sentire gli annunci in stazione. Grazie a questa app vede gli annunci sullo schermo del suo telefono e per qualsiasi ritardo o comunicazione importante, proprio come gli altri, può essere aggiornato in tempo reale. Altra funzione interessante di questa tecnologia è la trascrizione in tempo reale del parlato che dà indicazioni anche sul tono di voce utilizzato, uno strumento particolarmente importante per la qualità delle interazioni sociali.
Rimanendo nell’ambito della tecnologia accessibile, voglio raccontarvi la storia della quattordicenne inglese Ella-Warren Roberts che ama le materie scientifiche e soffre di dislessia. «Amo le parole composte ma faccio fatica a leggerle» e anche nel fare i compiti o gli esercizi soffre perché spesso è più lenta degli altri. In collaborazione con Made by Dyslexia, un’organizzazione benefica che si propone di sensibilizzare il grande pubblico nei confronti del fenomeno della dislessia, Microsoft ha sviluppato aggiornamenti ad-hoc per tutti i suoi prodotti destinati a studenti e docenti, per facilitarli nell’apprendimento, nella lettura e nella scrittura. Uno esempio è speech to text, una tecnologia che consente di digitare facilmente con la propria voce. Oppure Flipgrid uno strumento con il quale gli insegnanti possono creare comunità di apprendimento basate su diversi argomenti sulle quali gli studenti di tutte le età possono condividere le loro idee, storie, convinzioni, prospettive e background culturali attraverso brevi video registrati. Un esercizio non facile per chi è dislessico, per questo Microsoft ha inserito in Flipgrid uno strumento chiamato Immersive Reader che aiuta gli studenti a migliorare la lettura e la scrittura.
Perché vi racconto tutto questo? Per arricchire la riflessione della volta scorsa sulla curiosità dei lettori e il compito dei giornali di promuovere una cultura in grado di abbracciare esigenze, interessi e tematiche oggi sempre più cruciali per la nostra società e la nostra qualità di vita. Queste storie, insieme a tante altre, le ho trovate sul sito del «Guardian» in una speciale sezione chiamata The Guardian Labs che produce contenuti grazie al finanziamento di terze parti che permettono alla testata di esplorare e approfondire tematiche di interesse per i propri lettori. La presentazione dei contenuti dice chiaramente come il contenuto è stato commissionato e prodotto e chi lo ha finanziato. Tra le fondazioni che sostengono il «Guardian» in questo progetto ci sono The Bill & Melinda Gates Foundation, the Rockefeller Foundation e the Skoll Foundation. Il giornalismo oggi passa anche da qui.