Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della firma della Convenzione delle Alpi. L’ accordo è stato sottoscritto da tutti i Paesi dell’arco alpino, ossia la Germania, la Francia, l’Italia, il Liechtenstein, il Principato di Monaco, l’Austria, la Slovenia e la Svizzera. L’Ufficio federale dello sviluppo territoriale lo definisce come il primo trattato al mondo che protegga un’area montana a livello internazionale. L’area protetta è un territorio che comprende 43 regioni e 5800 Comuni con una popolazione complessiva di 13 milioni di persone. Il territorio delle Alpi viene considerato dalla Convenzione come un’unità sovranazionale, con caratteristiche geografiche molto simili e quindi anche problemi comuni da affrontare in diversi settori. I Ticinesi ricorderanno la Convenzione delle Alpi per il grande impegno dei rappresentanti svizzeri della stessa nella consultazione popolare sulla cosiddetta «Iniziativa delle Alpi», approvata dall’elettorato svizzero nel febbraio del 1994, che si proponeva di proteggere la regione alpina dal traffico di transito.
Chi viaggiava in treno sulla dorsale del S. Gottardo, nei mesi precedenti questa votazione, non poteva non notare il grande cartello che la Convenzione delle Alpi aveva appeso sulla parete rocciosa, tra Pollegio e Bodio, se ben ricordo, in appoggio all’iniziativa. È poi possibile che qualcuno si sovvenga delle discussioni attorno alla possibilità che la Convenzione delle Alpi ponesse la sede del suo segretariato permanente a Lugano, prima che i paesi aderenti si decidessero di fissarla invece a Innsbruck. Dopo questa decisione, della Convenzione delle Alpi non si è più sentito parlar molto in Ticino. Ma gli organi della stessa non sono certamente rimasti con le mani in mano. L’obiettivo generale della Convenzione è lo sviluppo sostenibile nello spazio alpino, un territorio dai delicati equilibri ecologici. Al centro dell’attenzione stanno problemi importanti per tutta la regione alpina come il cambiamento climatico, la produzione di energia, il traffico di transito e la protezione del paesaggio. L’attività della Convenzione viene regolarmente definita in un programma di lavoro pluriennale. Lo stesso stabilisce i temi principali sui quali essa dovrà concentrarsi.
L’analisi dei singoli temi come pure la ricerca dei provvedimenti da prendere vengono svolte in gruppi di lavoro ad hoc. Le misure concrete per l’attuazione degli obiettivi nei diversi settori sono poi elencate nei Protocolli di attuazione. Ricordiamo che l’accordo quadro che istituisce la Convenzione delle Alpi è stato ratificato da tutti i Paesi dell’arco alpino tra il 1994 e il 1999. I suoi Protocolli di attuazione sono poi entrati in vigore a partire dal 2002. Non tutti i Protocolli della Convenzione sono stati approvati da tutti i paesi membri. La Svizzera, per esempio, ha approvato la Convenzione ma non ha mai firmato un Protocollo di attuazione. Nel dicembre dello scorso anno si è tenuta a Nizza la sedicesima Conferenza delle Alpi, che è il consesso nel quale si riuniscono tutte le delegazioni dei Paesi membri. In quest’occasione la Svizzera ha assunto, per un periodo di due anni, la presidenza di quest’istituzione, proponendo un programma di attività assai originale. I temi prioritari della presidenza svizzera saranno la protezione del clima nello spazio alpino e la politica di trasferimento del traffico di transito dalla strada alla ferrovia.
Altri temi scelti dalla presidenza svizzera sono il cicloturismo, le ristrutturazioni e le costruzioni sostenibili, e le città alpine. Dato che la Svizzera non approva i Protocolli di attuazione della Convenzione delle Alpi è difficile, dall’esterno, farsi un’idea di quanto possa essere utile questa istituzione al nostro Paese. È indubbio che la Convenzione sia riuscita a far collaborare a livello internazionale le persone e le istituzioni che si occupano di ricerca in ambiente alpino. È anche abbastanza certo che i suoi gruppi di lavoro possono svolgere un compito utilissimo nella fase di avvio delle discussioni attorno a nuove misure, programmi o pianificazioni che riguardano uno o l’altro dei temi rilevanti per il territorio dell’arco alpino. Qualche successo la Convenzione l’ha ottenuto anche nell’opporsi a questo o quel progetto concreto di nuova infrastruttura per il traffico di transito o per il turismo invernale che si voleva promuovere in questa o quella regione alpina. Meno importante ci sembra invece sia stata, sin qui, l’influenza che la Convenzione delle Alpi ha potuto avere sull’azione dei parlamenti e dei governi o su quella di altre organizzazioni internazionali che si occupano dei temi che più la preoccupano.
Il genetliaco della Convenzione delle Alpi
/ 26.07.2021
di Angelo Rossi
di Angelo Rossi