Il fuoco repubblicano del LP

/ 10.08.2020
di Paola Peduzzi

Il Lincoln Project ha una creatività e un’inventiva che ricordano Led By Donkeys, l’idea di quattro amici al pub che diventò una campagna nazionale di cartelloni contro la leadership britannica durante il negoziato sulla Brexit: la ricorderete, finì con un video di saluto all’Europa proiettato sulle mitiche scogliere di Dover, nella notte dell’uscita del Regno. Ma il Lincoln Project non è l’improvvisazione di un gruppo di amici, è il progetto fondato da repubblicani che non vogliono la rielezione di Donald Trump, e quindi fa più male perché ogni giorno – a volte ogni ora – mette il dito nella grande frattura politica e ideologica creata dal trumpismo nel mondo conservatore. Il presidente ha alimentato una lotta diretta tra amici e nemici (scelti da lui) e certo il Lincoln Project è tra i nemici, ma appunto: gli ex amici fanno più male dei nemici di sempre.

Il Lincoln Project ha avuto molto successo con la sua sfacciata campagna online contro Trump (divertente e affilatissima anche) perché in questa tornata elettorale così polarizzata, si sta cercando di creare un fronte trasversale per impedire al presidente di ottenere un secondo mandato. I video virali e i tweet che prendono in giro la leadership di Trump, la sua intelligenza e il suo patriottismo hanno permesso al Lincoln Project di raccogliere molti fondi, da parte di donatori sia repubblicani sia democratici. Il presidente si infuria, perché si sente trollato, lui che di solito è il capo di questo genere di attività. 

Anche le persone coinvolte nel Lincoln Project lo fanno diventare matto. Tra tutti spicca George Conway, che è il marito di Kellyanne Conway, la quale è una trumpiana in via d’estinzione: è una tra i pochissimi della Casa Bianca a essere sopravvissuta dal 2016 a oggi. Kellyanne non si è mai stancata di difendere Trump e allo stesso tempo è riuscita a mantenere in piedi il proprio matrimonio. Come abbia fatto a sopravvivere al presidente (furioso) e al proprio marito contemporaneamente è un mistero, anche perché se lui oggi sa bene dove e come colpire Trump è perché ha ascoltato con attenzione (interessata) i racconti della moglie, forse anche qualche sua conversazione. Il mistero di casa Conway è appassionante ma ancora di più lo è la capacità di questo progetto di creare, dal nulla, quell’unità che il Partito democratico da solo non è riuscito a creare.

Alle pressioni del Lincoln Project si sono aggiunte altre dinamiche. I sondaggi, prima di tutto, che danno Trump in notevole calo. Nessuno vuole fidarsi ciecamente delle rilevazioni, anche perché la campagna elettorale del presidente ripete che sono tutte sbagliate e nel 2016 aveva avuto ragione, ma la gestione della pandemia ha creato un’inversione di tendenza del consenso a Trump anche nel suo elettorato. S’è perdonato di tutto al presidente, in questi quattro anni, lo hanno fatto gli elettori che parevano immuni a qualsiasi genere di ripensamento, e lo ha fatto il Partito repubblicano, ma la gestione altalenante (eufemismo molto grosso) dell’emergenza sanitaria ha contribuito a cambiare la percezione del «successo» del presidente. 

È per questo che anche i repubblicani che fino a ora avevano dato il loro sostegno a Trump ora iniziano a fare i loro calcoli: si vota anche per il Congresso, per il Senato e per alcuni governatori a novembre, e il trumpismo potrebbe diventare nocivo. 

I calcoli di questo tipo rischiano sempre di essere tardivi ed errati. Ma la speranza di formare un blocco trasversale anti Trump non è mai stata tanto alta, visto che a dissociarsi dal presidente non sono soltanto i nemici interni o i politici che cercano conferme elettorali, ma soprattutto i donatori. Il pericolo che attorno a questa speranza si stia creando una bolla esiste e crescerà con il tempo: quel che è virale sui social non è detto che sia virale poi nelle urne, anzi. Il nervosismo di Trump è palpabile, si sta preparando alla sconfitta dicendo che le elezioni saranno piene di brogli e con tutta probabilità l’esito elettorale non ci sarà la notte del 3 novembre, a causa del grande voto via posta. Quel periodo sarà molto complicato. Ma intanto il Lincoln Project si gode le risate, ancora più forti e appassionanti se si pensa che il Partito democratico con Joe Biden ha scelto una strategia opposta: stare fermi, affidarsi a Barack Obama, aspettare che Trump cada da solo.