La variante Omicron ha scatenato un’ondata di panico spropositata. Stiamo ai dati. Finora nulla dimostra che la variante del virus importata dall’Africa australe «buchi» i vaccini. Fino a prova contraria la situazione è quella di prima. L’Europa è al bivio. Da una parte, un inverno relativamente tranquillo con il Coronavirus che non scompare ma viene tenuto sotto controllo: gli ospedali e le terapie intensive non si intasano, le persone colpite da altre malattie non vengono trascurate, le scuole e i locali pubblici restano aperti, nell’attesa che l’avanzata della campagna vaccinale e l’arrivo della bella stagione migliorino il quadro e consolidino la ripresa economica. Dall’altra parte, invece, c’è il ritorno dell’incubo che abbiamo vissuto nel marzo 2020 e nell’inverno scorso. Tutte le persone di buon senso, comunque la pensino sui vaccini e sul pass sanitario, preferirebbero la prima ipotesi. È davvero così impossibile decidere tutti insieme di imboccare la direzione giusta? Se noi europei lo faremo, i no vax che ancora gridano nelle piazze diventeranno una voce sempre più fievole, che si spegnerà da sola. Ma se non ne saremo capaci, la sfiducia, il complottismo, lo spirito nichilista finiranno per serpeggiare e mettere in crisi la sanità, la libertà e l’economia. Più delle dispute lessicali – pass sanitario sembra più sobrio di super green pass – importa la sostanza.
Mentre le persone anziane e di mezz’età, per la sicurezza propria e dei propri cari, stanno andando in massa a ricevere la terza dose, sono molte di meno quelle che stanno facendo la prima. All’evidenza, le misure in vigore non bastano. L’unica via è rafforzarle, se vogliamo evitare l’obbligo vaccinale. In Italia il tampone negativo sarà ancora sufficiente per andare al lavoro; non per andare al ristorante, al concerto, in palestra, al cinema, in piscina, a teatro. Il principio è sempre lo stesso: esiste il diritto di non vaccinarsi; non esiste il diritto di mettere in pericolo gli altri. A maggior ragione se si tratta di tempo libero.
La Germania sta preparando il passo successivo: vaccino obbligatorio. L’Austria per prima ha sperimentato il lockdown per i non vaccinati. Una misura estrema, all’apparenza discriminatoria, ma in realtà giusta (anche se da sola non è bastata). L’Europa orientale è più indietro, in particolare i Balcani, la Romania, la Bulgaria, che sono i Paesi meno vaccinati del Continente, e non a caso sono i Paesi che registrano la maggiore incidenza di casi e di mortalità. A dimostrazione che i vaccini non danno garanzie assolute, ma rappresentano uno schermo, una barriera, una protezione fisica e anche psicologica. In ogni caso il vero discrimine non è tra sì vax e no vax, sì green pass e no green pass, oppure altre formule e divisioni che hanno stancato. Il vero discrimine è tra l’Europa responsabile e quella irresponsabile. C’è un’Europa nettamente maggioritaria che ha accettato il vaccino, indossa le mascherine al chiuso, è attenta a non correre rischi inutili, fa il proprio lavoro e il proprio dovere sociale, consapevole che l’occasione della ripartenza e dei fondi europei è adesso, e non sarà per sempre.
E c’è l’Europa dei rave party e delle manifestazioni urlanti senza mascherina, senza vaccini e senza distanziamento. Ad esempio i manifestanti che da mesi cercano di bloccare ogni sabato il centro di Milano sono o credono di essere molto diversi da chi cerca lo sballo senza precauzioni; ma i due popoli hanno un punto in comune. Non hanno capito il principio fondamentale per uscire dalla pandemia, che non dobbiamo stancarci di ripetere: ognuno di noi è responsabile della salvezza dell’altro e questa responsabilità è tanto più grande quanto più l’altro ci è vicino. Per fortuna gli irresponsabili sono molti ma molti di meno. Obbligarli a vaccinarsi è difficile; indurli a farlo è ancora possibile. Forse capiranno ciò che a gran parte degli europei è già evidente: il pass sanitario non è nemico della libertà, è una condizione della libertà. L’alternativa è richiudere scuole, uffici, bar, ristoranti, teatri, cinema, impianti sportivi, stazioni sciistiche e riservare i reparti ospedalieri ai malati di Covid, ripiombando così nell’inverno del virus. C’è qualcuno così nichilista da volere davvero questo? Qualcuno pensa davvero che sia questa la libertà? Lo capiremo nelle prossime settimane. Indipendentemente dalla variante Omicron.
Il discrimine tra responsabili e irresponsabili
/ 06.12.2021
di Aldo Cazzullo
di Aldo Cazzullo