Il cervello che gioca contro

/ 19.02.2018
di Laura Botticelli

Gentile signora Laura, sono una «ragazza» di 34 anni, «alta» 1.65 per 65kg; dovrei perdere qualche chiletto per sentirmi meglio con me stessa, ma, ogni volta che mi dico «devo mettermi a dieta!», in me scatta una molla che, al posto di farmi mangiare meno, mi fa mangiare di più! Ma sono normale? Cosa posso fare per «resettare» il mio cervello? Ha qualche trucchetto del mestiere da darmi? Cordiali saluti,                    Sara


Cara Sara,

vista l’età abbastanza vicina alla mia, mi permetto di darti del tu, così rende meglio l’idea che siamo giovani! Ok, torno seria, e cerco di rispondere alle tue più che legittime e interessanti domande.

Il tema di fondo della tua lettera solleva un argomento senza dubbio dei più entusiasmanti, ossia il legame che potrebbe intercorrere tra la psiche e l’alimentazione. Ho sempre sostenuto, per quanto possa valere il mio umile punto di vista, che mangiare non è solo un atto dovuto verso noi stessi, ma qualcosa di ben più complesso, in cui non solo assicuriamo il corretto apporto calorico o la giusta quantità di nutrienti, ma in cui andiamo a soddisfare piaceri e a riscoprire emozioni: ciò è gestito dal cervello, esattamente come «il piacersi» è strettamente legato alla percezione che abbiamo di noi e del mondo.

Tu stessa parli di molle che scattano e di sistemi da resettare. Siamo davvero sicuri che non ci sia altra strada? Per aiutarti in questa riflessione, concedimi di citarti un recente studio: esso servirà a mostrare a te e ai lettori quanto forte sia il potere esercitato dal cervello, e quanto, in fondo, anche la sensazione di fame sia in parte soggettiva.

Lo studio è stato effettuato presso la British Psychological Society e concerne il comportamento alimentare delle persone. In due giorni diversi i ricercatori hanno offerto alle stesse persone, per colazione, una omelette dicendo che la prima volta era stata preparata con due uova, mentre la seconda, con quattro. In realtà, entrambe le volte, era stata cucinata con tre uova. Cosa è emerso? I soggetti coinvolti, quando pensavano di aver ricevuto due uova, avevano una sensazione di fame più marcata dopo due ore dal pasto e avevano mangiato di più a mezzogiorno rispetto a quando pensavano di aver mangiato quattro uova. L’idea di aver mangiato poco a colazione ha anche causato una maggior assunzione di calorie giornaliera. I ricercatori hanno effettuato inoltre delle analisi del sangue per ricercare i valori della grelina, un ormone che stimola l’appetito, ma sembra proprio che questo aumento dell’appetito non fosse legato a un fattore fisiologico ma psichico/mentale.

Quindi tornando a te, cara Sara, sì, è normale che se ti imponi una dieta, intesa proprio come togliere calorie, ti possa scattare ancora più fame. Il nostro comportamento alimentare è soggetto a dei meccanismi complessi. Considerando i dati che mi hai fornito, risulta che hai un BMI di 23. Cosa vuol dire? Il BMI o «indice di massa corporea» è uno strumento diagnostico che mette in rapporto il peso e l’altezza al quadrato del soggetto per valutare se il suo peso è tanto distante da quello ideale, laddove il peso ideale è quello statisticamente associato al minor rischio di ammalarsi. Il range del peso ideale va da un BMI di 18.5 a uno di 24.9; quindi con un BMI 23 sei tranquillamente tra i valori citati.

Io non ti consiglierei una dieta dimagrante perché sei perfettamente nel peso considerato «sano». Cercherei invece di correggere tue eventuali abitudini alimentari sbagliate che possono farti portare, nel tempo, a un aumento di peso; ti inviterei a iniziare/aumentare la tua attività fisica al fine di rassodarti e quindi sentirti meglio.

Ancora una volta, l’allenamento non sarebbe solo per il tuo fisico, ma anche per la tua mente, che indubbiamente ti suggerirà che stai seguendo la strada giusta, e la percezione che avrai di te sarà migliore. Per usare la tua metafora informatica, infine, assisteremmo non tanto a un reset del sistema, quanto piuttosto a un suo aggiornamento.