Ha domande su alimentazione e nutrizione? Laura Botticelli, dietista ASDD, vi risponderà. Scrivete a lanutrizionista(at)azione.ch


Il biologico e il naturale

/ 26.11.2018
di Laura Botticelli

Gentile signora Laura, sono rimasta molto delusa dall’esito delle recenti votazioni federali sulle tematiche legate all’alimentazione, continuo a chiedermi perché i miei concittadini abbiano votato no. Dove andremo a finire di questo passo? Possiamo ancora fare qualcosa oppure è ormai troppo tardi? Sono interessata al suo parere, in quanto persona del settore. Mi scuso comunque per lo sfogo e la ringrazio se mi darà una gentile risposta. / Mara

Gentile signora Mara, la ringrazio per la fiducia, ma, sinceramente, non mi sento la persona giusta per entrare in merito all’argomento da lei richiesto. Non risponderò quindi a tutte le sue domande ma solo a una: «possiamo fare ancora qualcosa?»

Di recente sono stata a una formazione il cui tema principale era proprio questo, e quindi mi permetto, qui, di proporle una breve sintesi.

In 30 anni il «mondo del biologico e del naturale» è passato da un mercato di nicchia a un mercato di massa. Secondo indagini del 2007, nel mondo, erano coltivati a biologico circa 31 milioni di ettari da oltre 634mila aziende agricole. Se si considerano però i prodotti biologici spontanei – le cui superfici ammonterebbero, secondo stime, a circa 62 milioni di ettari – si raggiungerebbe un ammontare estremamente cospicuo di estensioni bio; si tratta di terreni che rispettano la natura sfruttandone la spontanea fertilità. 

Il bio è un modo di operare che favorisce l’esclusione di prodotti di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) che inquinano, e di organismi geneticamente modificati (i famosi OGM). Questi dati continuano ad aumentare perché alimentati dal desiderio dei consumatori di rispettare maggiormente salute e ambiente; la domanda di prodotti biologici è in crescita – per fare un esempio, solo tra il 2000 e il 2011 c’è stato un +251% di vendita mondiale di prodotti biologici – inoltre è aumentata la sensibilità delle aziende nei confronti di processi produttivi «naturali». 

Quanto sopra è la premessa alla risposta che mi sento di darle qui di seguito.

Noi consumatori abbiamo un potere immenso: se lei continua a comprare i prodotti in cui crede, siano essi biologici, del territorio, di qualità Svizzera, che rispettano gli animali e/o i coltivatori ecc. tutto questo ha un’importanza fondamentale perché da una parte sostiene i produttori che si sono impegnati in tale senso e dall’altra invita le grandi catene di distribuzione a continuare ad offrire questi prodotti, magari ampliandoli, perché naturalmente sono interessate a non perdere clienti e a renderli soddisfatti. Non mi resta dunque che augurarle buoni acquisti.