I valori non cambiano, ma i giovani si spostano a destra

/ 23.12.2019
di Angelo Rossi

La Svizzera non è particolarmente conosciuta per la sua produzione di dati e informazioni statistiche. Qualche decennio fa, anzi, il prof. Kneschaurek, che allora sovraintendeva, per il Consiglio federale, sulla politica economica di lungo termine, aveva addirittura dichiarato che dal profilo delle statistiche economiche e sociali la Svizzera era un paese sottosviluppato. Nel frattempo si sono fatti passi avanti, grazie anche alle molteplici nuove iniziative prese dall’Ufficio federale di statistica. Così la Svizzera oggi, in materia di statistiche ha migliorato di molto la sua posizione in classifica senza per questo aver raggiunto i primi posti.

C’è però un settore nel quale il nostro paese possiede una posizione abbastanza dominante ed è quello delle inchieste sulla gioventù. Grazie dapprima ai dati raccolti nei cosiddetti esami pedagogici delle reclute e oggi a quelli reperiti nelle inchieste federali sulla gioventù, i ricercatori del nostro paese dispongono di un enorme magazzino di dati che consente loro di approfondire l’esame dell’evoluzione delle opinioni dei giovani adulti su un ventaglio molto largo di temi. Come dimostrano i saggi riuniti da Luca Bertossa, Karl. W. Haltiner e Oscar Mazzoleni nel volume Giovani adulti allo specchio, appena uscito da Dadò, il patrimonio di dati disponibile permette di seguire i cambiamenti manifestatisi nel corso degli ultimi 40 anni e, in molti casi, di precisare quali sono le differenze che esistono tra i giovani domiciliati nelle diverse regioni del nostro paese. La loro pubblicazione presenta dapprima le caratteristiche di questa inchiesta che viene oggi eseguita, ogni anno, nei centri di reclutamento del nostro paese e che viene poi integrata con i risultati di sondaggi integrativi per tener conto anche dell’opinione delle giovani donne e dei giovani stranieri.

Come si diceva, il grande patrimonio di informazioni raccolte sulle opinioni dei giovani consente di affrontare l’analisi dei temi più diversi: dalla soddisfazione per la propria vita, al cosmopolitismo o all’isolazionismo, passando per i valori e gli obiettivi di vita, per la questione se i giovani leggono ancora, per la discussione dell’interrogativo sul sapere chi siano i giovani senza formazione e per l’interesse politico dei giovani e il loro schieramento sull’asse destra-sinistra. Non sempre quello che i ricercatori ci rivelano riesce del tutto nuovo. Ma molto spesso i risultati delle diverse analisi ci inducono a riflettere su cosa non cambia mai e su quanto invece si sta muovendo nel nostro paese. E questo non è certamente cosa da poco. Volete un esempio? Siete subito serviti: nel suo interessantissimo saggio sui valori e gli obiettivi di vita Luca Bertossa ci dimostra che, dagli anni Ottanta dello scorso secolo al 2018, la gerarchia dei valori dei giovani svizzeri non è cambiata, anche se è vero che, nel corso degli ultimi dieci anni, dopo la crisi bancaria internazionale, valori come «dovere e responsabilità» e «impegno e socialità» sembrano aumentare di importanza. Anche all’interno del paese la gerarchia dei valori non cambia: i giovani ticinesi possiedono una scala di valori che non è sostanzialmente diversa da quella dei loro colleghi confederati (proprio così! Nda). Questa scala di valori è stata derivata da quelli che i ricercatori hanno definito essere gli «obiettivi di vita». Anche la gerarchia di questi obiettivi non cambia.

A questo punto lettori affrettati come è di solito chi scrive, potrebbero pensare che se, nel lungo termine, la gerarchia degli obiettivi di vita e la scala dei valori non cambiano, non dovrebbe cambiare nemmeno lo schieramento dei giovani lungo l’asse che definisce le scelte politiche, vale a dire l’asse destra-sinistra. E naturalmente si sbaglierebbe. Sì perché, come dimostrano Oscar Mazzoleni e Andrea Pilotti nel loro saggio Interesse politico e orientamento sull’asse sinistra-destra, nel corso degli ultimi decenni lungo quest’asse vi sono stati spostamenti significativi. È aumentata in particolare la quota di coloro che si schierano a destra, mentre sono diminuite quelle dei giovani che optano per la sinistra o il centro. In altre parole: tra i giovani svizzeri i valori restano quelli di sempre, ma le scelte politiche cambiano.