I terrapiattisti

/ 07.02.2022
di Ermanno Cavazzoni

C’è qualcosa nei terrapiattisti che fa ridere, ma anche qualcosa di sconcertante, perché immaginare una terra piatta è molto più problematico della terra sferica. Per sostenere che la terra è piatta occorre uno sforzo tale di immaginazione che questa idiozia diventa interessante, come sono interessanti le favole.

La terra piatta dovrebbe estendersi all’infinito in ogni direzione, fatta di oceani e di terre che si succedono e che quindi non arriveremo mai ad esplorare tutte perché ci sarà sempre altra terra e altro oceano. Il che sarebbe affascinante, altre popolazioni da conoscere, altri usi e costumi, altri regni, all’infinito, niente globalizzazione, la terra non sarebbe già tutta scoperta; ci si potrebbe mettere in marcia e viaggiare in una direzione per tutta la vita, sperando di non incontrare gente ostile e di trovare alimenti; si potrebbe andare anche in aereo, ma, come si sa, un aereo o un’automobile hanno un’autonomia limitata, qualche migliaio di chilometri, poi deve rifornirsi; anche secondo i terrapiattisti è difficile si trovi sempre una pompa di benzina. Meglio quindi andare a piedi, se uno parte a 20 anni e per 20 anni cammina, calcolando una media di 10 chilometri al giorno, fa circa 70 mila chilometri, poi torna, per riferire, altri 20 anni, quando arriva avrà 60 anni e può scrivere una relazione. Ma resta da esplorare la maggior parte.

Se la terra è piatta all’infinito, il cielo come sarà? Sarà una tela che scorre da est a ovest, su cui è incollato il sole, poi di seguito le stelle, poi un altro sole, un’altra notte di stelle e così all’infinito; cioè non c’è un sole, ma tanti soli quanti i giorni, tutti identici, come fotocopie, tanto da far credere che sia lo stesso; ma i terrapiattisti dicono che è un’illusione.

Altro problema: la terra è un foglio o scavando c’è sempre terra? Se è un foglio e uno scava, a un certo punto cade di là, e se non c’è niente cadrà all’infinito. Per fare l’esperimento può farsi calare con una corda, e poi farsi tirare su, e raccontare com’è fatta la faccia sottostante del foglio, sarà roccia compatta, ma soprattutto sarà buia, perché il sole è di sopra, quindi meglio si cali con una pila, e poi tornato su, si chiuda il buco se no qualcuno potrebbe caderci e sparire per sempre. Ma in genere i terrapiattisti, spaventati dalle lunghezze infinite, concepiscono la terra come un foglio delimitato, circolare o poligonale. L’idea è bella, l’oceano che ci circonda a un certo punto finisce; l’acqua cadrebbe oltre l’orlo e gli oceani si sarebbero già svuotati precipitando nell’abisso: quindi deve esserci tutt’attorno un muro di contenimento, la nostra terra è un catino. Bisogna sia garantito che il catino non si corroda, se no restiamo senz’acqua, sarebbe un problema grave. Lungo l’orlo si può passeggiare, c’è una ringhiera, perché qualcuno non cada. Ci si può affacciare sul vuoto, il cielo continua anche sotto.

Ma allora la terra cos’è? È un foglietto che vola? o è un cubo e noi stiamo su una faccia? Un cubo non è accettato, perché già gli alpinisti più arditi si sarebbero calati lungo i lati, ci sarebbero grotte, ci andrebbero gli anacoreti, e magari scavando troppo si arriverebbe a forare il fondo del mare creando un buco di scarico, con tutte le conseguenze tremende già dette. Quindi siamo su un foglio volatile, sulla pagina strappata da un grande libro, e poiché ci sono montagne, sarà una pagina accartocciata, che poi qualcuno ha cercato di ridistendere, ma non avendo un ferro da stiro, le pieghe ci sono rimaste. E così volano nell’universo questi fogli spiegazzati che sono i pianeti, certuni hanno preso fuoco, sono il sole e le stelle.

Nell’ultimo congresso di terrapiattisti si è stabilito che all’origine c’era un quaderno. Un essere enorme con una mano enorme ha scritto su ogni foglio un pensiero, il primo che gli è venuto, letti di seguito formano un grande poema che sarebbe il significato di questo universo. Secondo altri sono disegni osceni; l’universo è osceno perché invece di stare nascosto, si è spudoratamente manifestato. Altri sostengono che in ogni foglio è ripetuta l’equazione fondamentale che spiega tutto. Si è deciso per votazione che bisogna scavare sotto le sabbie dell’Asia, là c’è la frase, il disegno o l’equazione risolutiva sepolta. E sono partiti a scavare!