I ragazzi dell’Europa

/ 06.06.2022
di Claudio Visentin

Interrail compie cinquant’anni. Il primo cliente svizzero fu Jürg Streuli. Nel 1972, partendo da Zurigo, attraversa tutta la DDR in ferrovia sino a Berlino ovest. A Sassnitz, cittadina sul Baltico, il treno s’imbarca sul traghetto per andare in Svezia, sbarcando a Malmö (all’epoca non c’era ancora il ponte che unisce la Danimarca alla Svezia). Dopo una tappa a Stoccolma, Jürg risale la Norvegia sino a Narvik, sopra il Circolo polare artico.

È il 1972 e il mondo è sospeso tra passato e futuro. Un sergente dell’esercito giapponese, Shōichi Yokoi, viene ritrovato nella foresta dell’isola di Guam, dove stava nascosto dalla fine della Seconda guerra mondiale. In quello stesso anno Bill Gates e Paul Allen fondano il primo nucleo di Microsoft. Il 1972 è anche l’anno di Interrail. Ai giovani sotto i ventun anni viene proposto per la prima volta un biglietto aperto a un prezzo estremamente conveniente. Per intere settimane si può andare dove si vuole, senza limiti di itinerario o di distanza. È il regalo perfetto per il diploma di scuola superiore; il giorno dopo l’esame si parte alla scoperta dell’Europa, zaino in spalla, dormendo in treno o in qualche ostello di periferia dove il costo è proporzionale alla pulizia.

Si possono visitare ventuno Paesi, molto diversi tra loro: accanto alle democrazie occidentali nella lista ci sono anche la Spagna di Francisco Franco, il Portogallo di Marcelo Caetano, la Jugoslavia di Tito, la Grecia dei colonnelli, persino Polonia e Ungheria, nonostante appartengano al Patto di Varsavia. L’adozione della moneta unica (1999) e la soppressione dei controlli alle frontiere (introdotta dal 1985 al 1999) sono ancora lontani nel tempo e per intanto la creazione di un senso comune europeo è affidata ai giovani viaggiatori.

La proposta piace. Dieci anni dopo, nel 1982, si vendono già quasi trecentomila pass. La caduta del Muro di Berlino (1989) lascia intravedere un’ulteriore apertura ai viaggi, invece comincia un tempo nuovo. Dal 1987 il programma Erasmus incoraggia gli studenti universitari a svolgere all’estero una parte dei propri studi, ma non sarà il treno a trasportarli. Nel 1991 viene fondata Ryanair, nel 1995 EasyJet; e i numeri decollano nel 1997 con la liberalizzazione del settore aereo voluta dalla Commissione europea.

Grazie alle compagnie low cost, lo spazio vitale dei giovani si allarga all’intero continente e, da un giorno all’altro, Interrail sembra solo un ricordo ricorrente nei racconti di gioventù dei genitori. Ma anche nel tempo del suo declino Interrail continua a trasformarsi. Dal 1998 scompaiono definitivamente i limiti di età e anche gli adulti possono accedere a questa offerta. Nel 2021 i giovani sono stati ancora il 64% dei viaggiatori, mentre il restante 36% era composto da adulti (maggiori di 27 anni) o anziani (ai quali è riservato uno sconto del 10%). E tra le diverse opzioni compare ora anche la prima classe.

Ma niente è per sempre. Negli ultimi anni, Interrail è tornato prepotentemente di moda. Il treno piace e nel tempo del cambiamento climatico è un’alternativa decisamente più sostenibile rispetto all’aereo. Nel 2019 sono stati venduti quasi quattrocentomila pass, portando il totale storico a oltre dieci milioni. Le altre novità? Il vecchio biglietto cartaceo, compilato a mano, è stato sostituito da una app, Rail Planner: la formula preferita è quella che permette di viaggiare per sette giorni in un mese a poco più di duecentocinquanta euro. Ci si scambia consigli online (community.eurail.com) e più ampiamente la tecnologia ha risolto molti dei problemi pratici di un tempo: cambiare valuta, trovare l’ostello o un supermercato.

Nel 2022 si può viaggiare in trentatré Paesi. Dopo una fugace apparizione del Marocco, si sono stabilmente aggiunte la Turchia, la Bulgaria e le Repubbliche baltiche. Anche il Regno Unito ha preferito restare nell’accordo, scongiurando la train-exit inizialmente prevista per il primo gennaio 2020.

Del resto questa è la forza del turismo: cambia al mutare della società e le riscoperte – Interrail appunto, o magari le crociere – si affiancano efficacemente alle novità in senso stretto. Del resto «tutto ciò che è stato dimenticato è nuovo», dice un proverbio russo… A proposito, so cosa vi state chiedendo. La risposta è no: Russia e Ucraina sono rimaste fuori da Interrail, anche da prima della guerra.