Il maestro Olimpio Braghetta non ha motivo di lamentarsi di sua moglie Ottavia, tranne che su un punto. Lei continua a usare il suo cognome da ragazza, che sarebbe Ferrero, e non vuol saperne di presentarsi con quello che ha acquisito sposandosi. Qualche ragione ce l’ha; la distinta signora è docente in un liceo e, poiché gli studenti hanno l’abitudine di citare le insegnanti con il cognome preceduto dall’articolo determinativo, lei diventerebbe per tutti semplicemente «la Braghetta».
La braghetta, spiega la Treccani, è il lembo di tessuto che copre la parte anteriore dei pantaloni dei marinai, che si abbassa come uno sportello e si chiude sui fianchi con bottoni. Per di più nei secoli passati gli uomini avevano la bella abitudine di utilizzare la braghetta come ripostiglio per i genitali. Per Olimpio il problema non si pone, intanto perché non si dice «il Braghetta», poi perché il titolo di maestro gli deriva dall’essere istruttore di arti marziali e a nessuno che si venga a trovare nei suoi immediati dintorni verrebbe mai in mente di scherzare sul suo cognome.
Il maestro Braghetta non ha paura di niente e di nessuno ma, mentre il termine «nessuno» non prevede eccezioni, nella tela del «niente» c’è uno strappo provocato dai batteri, dai virus e da tutti quei corpuscoli che, per essere invisibili all’occhio umano, sono insensibili alla minaccia di un colpo di karate. Il maestro è stato fra i primi a vaccinarsi nei tre turni e a prendere tutte le precauzioni. Se non che nel muro eretto contro il virus del Covid, si è aperta una piccola crepa nella quale ne è penetrato uno di tutt’altro genere.
Tutto è nato da un impulso innocente della moglie. Hanno aperto un nuovo emporio di prodotti surgelati. Per attirare clienti, hanno proposto una serie di prodotti super scontati. È praticamente impossibile resistere alle offerte speciali: lo sappiamo bene noi che, alla vigilia della partenza per il mare, siamo tornati a casa con tre passamontagna al prezzo di uno. La moglie del maestro, tornata a casa, estrae dalla borsa termica, tra gli altri acquisti, una busta di gamberoni imperiali: «Questi li cuciniamo subito. Mi hanno spiegato che vanno buttati nell’acqua bollente senza scongelarli. Aiutami», ha detto al marito.
È a questo punto che va collocata la tragedia. Il maestro ha infilato la mano destra nel sacchetto per estrarre i gamberoni uno per uno. Al terzo non si va ad infilare tra l’indice e il medio una sorta di ago acuminato che spunta dal muso della bestia? Sul momento sembrava una sciocchezza, anche se il ferito non poteva negare un certo qual fastidio e un prurito, ma si sa che in quel punto la cute è particolarmente sensibile.
Il maestro Braghetta si è goduto solo il primo dei gamberoni. Già al secondo la moglie lo sorprende mentre si massaggia con viso pensoso e dolente la parte malata o per meglio dire infetta. «Già che sei in piedi», dice alla moglie seduta, «ti dispiacerebbe portarmi l’enciclopedia della medicina?». Lei tenta di resistere: «Ti sembra il caso? Goditi in pace i gamberoni. Hai tutto il tempo per consultare la tua enciclopedia». Niente da fare: «Faccio solo un controllo rapido, così mi metto il cuore in pace». Figuriamoci. Il maestro va a colpo sicuro con l’aria di chi conosce a fondo il libro che ha tra le mani: «Ecco qua», dichiara trionfante, «sono stato infettato da un anchylostoma. I sintomi ci sono tutti. I tuoi gamberoni vengono dal Giappone, vero? Va a vedere per favore».
È necessario ripescare dal cesto porta rifiuti di plastica la busta e leggere la strisciolina scritta in tutte le lingue meno l’italiano. «Vengono da Antananarive, sei contento adesso? Il Madagascar è ben lontano dal Giappone». «Cosa significa ben lontano? Non dobbiamo dimenticare che siamo nell’era della globalizzazione». «Ma ai gamberi imperiali nessuno gliel’ha detto», «Intanto senti qua come s’è indurito. Non negherai che siamo in presenza di una cisti». «Ti rendi conto almeno che questi gamberi sono stati surgelati due mesi fa e che i batteri a quelle temperature non resistono?» «Ho letto un articolo dove si dice che hanno trovato in Antartide un batterio sopravvissuto a temperature ben più rigide. Su YouTube hanno aperto un sito dedicato a quel batterio, ha già cinque milioni di follower. Io mi metto a letto. Tu intanto cerca su Google un medico specialista in malattie tropicali che abiti nel nostro quartiere. Digli anche che se c’è da tagliare tagliamo».
La signora Ferrero in Braghetta telefona al medico di famiglia e con lui non sono necessarie tante spiegazioni. Una confezione di innocue pastiglie spogliata della scatola e del bugiardino e presentata come una nuova terapia lo guarirà. Ma il maestro Braghetta, quando è sicuro che nessuno lo stia osservando, esplora pensieroso lo spazio fra indice e medio della mano destra.