I Ferragnez e il partito dei social

/ 10.05.2021
di Aldo Cazzullo

Il concertone del primo maggio è una tradizione italiana, così come le polemiche che ne seguono. In teoria il primo maggio è la festa del lavoro. In realtà diventa un podio per artisti impegnati e legittimamente in cerca – oltre che di audience per le loro battaglie e le loro idee – di visibilità e autopromozione. Il punto è che l’autopromozione di Fedez, in occasione di quest’ultimo primo maggio, è stata smaccata, cioè fin troppo evidente. Il cantante – ancora lo si chiama rapper ma è andato a Sanremo con una canzone melodica, oltretutto bella, e ha pure rischiato di vincere il festival – ha preparato un monologo, non particolarmente urticante, a sostegno del disegno di legge Zan contro l’omofobia e la discriminazione delle minoranze, già approvato alla Camera e in attesa al Senato. Quindi non un testo eversivo. Norme sì discusse e discutibili, ma che in teoria dispongono di una maggioranza in Parlamento, tra gli eletti dal popolo.

Alla difesa del provvedimento, Fedez ha aggiunto la critica a posizioni espresse da esponenti minori della Lega, alcuni dei quali hanno avuto parole di odio per gli omosessuali («se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno») che dovrebbero essere condannate da tutti, indipendentemente dalle loro idee politiche. Dov’è quindi lo scandalo?

In realtà la polemica non è esplosa tanto sul monologo di Fedez, quanto sulla registrazione della sua telefonata con un autore e una vicedirettrice di Rai tre, che Fedez ha prontamente messo in Rete e resa così pubblica. Palesemente, tutto era orchestrato, con il cantante che grida «io sono un artista e dico quello che voglio!» e i burocrati che balbettano dall’altra parte. In realtà la vicedirettrice dice a Fedez che non intende esercitare alcuna censura, ma la frase in questione è stata tagliata nel video diffuso dall’artista sui social. E, se la partita si gioca sui social, la Rai contro Fedez è Davide contro Golia.

Fedez infatti ha su Instagram dodici milioni e mezzo di follower, più dei voti ottenuti dal centrodestra (Lega più Forza Italia più Fratelli d’Italia) alle ultimi elezioni. Sua moglie, Chiara Ferragni, ne ha quasi il doppio. Che gusto c’è a possedere decine di milioni di seguaci e non farci un po’ di chiasso attorno?
Qualcuno già dice che i Ferragnez, come vengono chiamati, vogliano fondare un partito. Dopo Forza Italia, nata dalla Tv, e il Movimento 5 Stelle, sorto dalla Rete, nascerebbe il partito dei social, che avrebbe uno spazio enorme non solo nel centrosinistra (cui ormai appartengono i grillini, che dopo una legislatura passata al Governo hanno perso molto dell’appeal antisistema sulla cui spinta erano cresciuti).

In realtà non credo che Ferragni e suo marito intendano davvero fondare una forza politica. Semplicemente lei è una donna che si è inventata un mestiere che non c’era – l’influencer – e ora si è posta il problema di fare un ulteriore passo, di non essere solo un’imprenditrice che vende pubblicità in modo nuovo. Le sue foto dagli Uffizi hanno fatto discutere, come il suo intervento sull’assassinio di Willy Monteiro, il ragazzo massacrato da un gruppo di picchiatori a Colleferro in provincia di Roma, e pure la sottoscrizione lanciata con Fedez all’inizio della pandemia, in sostegno dei malati di Covid. Anche il modo in cui è iniziata la loro storia d’amore è significativo.

Ha raccontato Ferragni: «Era il dicembre 2015. Un amico comune mi dice: c’è questo rapper superpolitico che dice e fa cose interessanti, secondo me dovreste conoscervi. Così organizziamo un pranzo. Federico era con la sua ex, io con il mio. Poi ci perdiamo di vista. L’agosto del 2016 lo passo da single, in giro. Quando torno scopro che Fedez ha scritto il tormentone dell’estate e all’inizio della canzone mi cita. Proprio il giorno in cui sto rientrando a Milano, mi arriva un suo messaggio in cui propone di rivederci. Io all’epoca non avevo casa in città, stavo all’hotel Parigi, e lo invito a cena da me, per evitare di essere paparazzata. In realtà ci paparazzano lo stesso. Io do la colpa a lui, lui si arrabbia con me… Fatto sta che ci mettiamo insieme».
Nel marzo 2018 nasce Leone, che diventa pure lui subito una star dei social, seguito dalla sorellina Vittoria, già seguitissima. Sono i social, bellezza, e tu non puoi farci nulla. Soprattutto se sei la televisione pubblica generalista. Una cosa del secolo scorso.

Ne volete una prova? Matteo Salvini, che era il vero bersaglio del monologo di Fedez dal palco del primo maggio, è stato attento a evitare lo scontro frontale con lui. Non si è lamentato più di tanto. Ha invitato l’artista a prendere un caffè per discutere insieme come tutelare meglio le minoranze, senza varare norme liberticide. Insomma l’ha considerato un interlocutore, non un avversario. E il motivo è semplice: anche Salvini è sui social, ma di follower su Instagram ne ha poco più di due milioni. Un sesto di quelli di Fedez.