Dovete pensare il sogno non dal punto di vista di chi lo subisce, che è sempre un frammento inesplicabile; ma dal punto di vista di chi compare nel sogno. Ci sono tante categorie di persone che fanno ressa per apparire in un sogno. Prima di tutto i morti, che si pigiano nei pressi di quelle sottili aperture che sono i sogni. Per chi li fa, i sogni sono spezzoni di film, ma non c’è una guida ai programmi con l’elenco degli spettacoli notturni. No, niente. Da un certo punto di vista è un cattivo servizio, come se uno avesse perso il telecomando.
Dall’altro punto di vista i sogni sono fessure. Non c’è una regia, qualcuno che li manda in onda; c’è invece un pigia pigia. Prima di tutto di morti, che osservano cosa succede a quelli che erano i loro beni, ed è sempre un disastro; vorrebbero dire agli eredi di non mandare in malora quei piccoli oggetti cui erano affezionati, una foto, una palla di vetro con dentro Venezia, una scatolina con un petalo secco, vorrebbero raccontare che significato avevano, ma non c’è modo di intervenire. Si riesce solo a comparire di tanto in tanto nei sogni, perché si trova uno squarcio.
Ma anche altri nello stesso momento l’hanno trovato, e altri arrivano vedendo il capannello, spingono: «Io, io, tocca a me!», perché toccherebbe ai parenti legittimi, ma non c’è un regolamento; niente vieta di lasciare un messaggio nel sogno anche di uno sconosciuto: «deve dire a mia moglie … residente in via tal dei tali, numero tale, può dirlo anche al citofono, mi scusi, sa? ma non avevo modo di contattarla direttamente, ecco, deve dirle questo e quest’altro, e che deve cambiare l’olio nell’auto e fare il tagliando, le dica che vada nell’autofficina Morini, in piazza tale, numero tale, ha capito? Morini! conoscono l’auto, sono economici…» Intanto gli altri morti spingono: «basta! hai diritto a due minuti, adesso tocca a me…» Non dico che si malmenino, sono fantasmi immateriali, però si appiccicano, il vocio disturba, commentano: «basta con le stupidaggini! io ho una cosa importante da comunicare! questione di vita o di morte!» «Io ho un conto all’estero cifrato, se non dico il codice se lo mangia la banca».
Altri si aggiungono, e quindi succede che chi si era preparato un discorso preciso, con date, cifre, avvertenze, è tanto pressato che confonde tutto, e nel sogno compare magari lugubre, fa paura, tanto è oppresso dalla folla di morti, riesce a citare il contachilometri, l’officina Morini, ma senza spiegare, perché gli altri morti per fargli fretta lo tirano, gli fanno fare brutta figura. Si consideri il fatto che uno aspetta dei mesi, a volte anni, prima di trovare lo squarcio, e quando per caso si affaccia è all’improvviso, si impappina, nel sogno di chi è entrato? E intanto il sogno va avanti, nel sogno c’era già una bicicletta e ci monta, riesce a dire che l’olio … L’occasione è buttata via, e se qualcun altro cade in quel sogno, si mette a corrergli dietro, per cui nel sogno c’è uno che corre dietro a un altro in bicicletta. Ditemi voi cosa c’entra col tagliando dell’auto e col cambio olio ogni ventimila chilometri?
Il più delle volte sono passati anni, e l’auto è stata demolita da un pezzo, i morti non se ne rendono conto, il tempo per loro è fermo; c’è solo questo affannarsi a trovare fessure. E se uno, tutto solo, nell’ora della siesta, trova non visto una fessurina, e lì piano piano si infila, quasi di sicuro entra in un sogno già avviato, e le sue parole calme, meditate, sull’olio da cambiare ogni ventimila chilometri non sono capite, se ad esempio il sognatore stava cadendo a una velocità che toglieva il respiro; come dargli l’indirizzo del congiunto, o il telefono? se anche lui si mette a cadere, perché il sogno era esclusivamente una caduta, un incubo breve e terribile, sì, può gridare «autofficina Morini», ma al risveglio chi se lo ricorda?
Racconto tutto questo perché sono anni che cerco uno squarcio dove affacciarmi, e da cui proporre una riforma dei sogni, a partire da una piattaforma sindacale condivisa da tutte le categorie di morti, che tuteli il diritto di comunicare coi vivi, secondo un ordine di anzianità pregressa. È inoltre un diritto imprescindibile, riconosciuto dall’ONU, dalla CEI, dalla FAO e dalla legislazione europea, comunicare i numeri vincenti del Lotto.