Hello Barbie!

/ 16.05.2022
di Bruno Gambarotta

Trascorro tutto il mio tempo libero nel tentativo di non farmi sorprendere dalle novità. Ho la sensazione che il tempo proceda con un moto uniformemente accelerato. Sto ancora imparando a usare un nuovo aggeggio quando arriva la versione aggiornata incompatibile con la precedente.

Per accendere il televisore devo manovrare sei cambia canali. Sono fortunato, un amico mi ha inserito in una rete sulla quale scienziati, economisti, sociologi e altri esperti si scambiano informazioni e segnalazioni di prima mano. Anche se dialogano abitando sullo stesso pianerottolo, la lingua usata è sempre l’inglese. Ulteriore fortuna: il traduttore automatico Google è a portata di clic. Potrei anche intervenire esponendo le mie opinioni. Me ne guardo bene, scoprirebbero subito che sono un imbucato.

Una volta però ho avuto la tentazione di dire la mia. È stato quando un corrispondente ha spedito a tutti una segnalazione e un commento: «Dalla Cina arriva l’app del “Vivere Civile” in un gioco a punti per classificare il comportamento virtuoso dei cittadini, grazie a un software di riconoscimento facciale e a telecamere piazzate ovunque. Per fortuna non siamo mai soli ma grazie a Google spiati giorno e notte da sensori cellulari, browser, siti web». Pensavo di scrivere: «Lo sappiamo. I cinesi copiano. La mia maestra delle prime tre classi delle elementari si chiamava Bussone Culasso. Se stavi al tuo posto senza dare noia ti premiava dandoti un bigliettino con la scritta Bravo. Con 10 Bravo avevi diritto a portare per tutto il giorno appesa al petto una coccarda tricolore. Lo sanno tutti: per orientare verso il bene una persona, che sia un ragazzo o un adulto, è molto più efficace premiarla anziché punirla. La punizione ti sfida a tentare di eluderla, farla franca. Il premio lo esibisci, te ne fai un vanto».

Ho desistito, intanto da altri corrispondenti della rete arrivavano aggiornamenti: sia il Comune di Roma che quello di Bologna progettavano di munirsi del dispositivo. Ma da una talpa del Comune abbiamo saputo che la città di Torino arriverà per prima ad adottare l’app, perché è in perfetta sintonia con il nostro ideale di vita.

Ci sarà tra noi torinesi una gara per arrivare in cima alla classifica. Chi ha la fortuna di avere un anziano a portata di mano se lo porterà in tram per girare la scena di cedergli il posto, più volte, dal mattino alla sera, camuffandolo. Foraggeremo ragazzi discoli perché vadano in giro a spargere rifiuti per farci inquadrare mentre li riponiamo nei cestini, ci faremo riprendere mentre mandiamo bacini alle signore che multano le auto nei parcheggi blu a tagliando scaduto da 10 secondi. La visita ai musei fa punteggio? E noi, provvisti di abbonamento, entreremo in tutti quelli aperti e ne usciremo dopo cinque minuti. Saremo spietati nell’andare in giro a spegnere luci, a chiudere termosifoni. L’adozione dell’app Honest Turin è volontaria, ci mancherebbe. Abbiamo il diritto di essere cittadini virtuosi.

Un altro corrispondente segnala una bellissima notizia: è nata Hello Barbie! Non è solo una Barbie parlante ma è capace di fare domande, rispondere e interagire, imparando a riconoscere i gusti della sua padroncina, può raccontare favole e barzellette. Nel suo pancino ha un server che contiene 8mila domande, ricorda quello che piace o non piace a chi l’interpella e impara ad assecondare le sue inclinazioni. Sono finalmente cancellate la fatica e la frustrazione spese nel discutere con chi non la pensa come noi. Per ora Hello Barbie! parla solo in inglese, ma sono sicuro che non tarderà ad arrivare la versione italiana.

Voglio essere tra i primi ad averne una. Immagino i nostri dialoghi. Barbie: «Caro Bruno, ricordati le raccomandazioni del tuo medico, devi bere tanta acqua lontano dai pasti.» Io: «Grazie. Secondo te, se al posto dell’acqua bevo del prosecco va bene lo stesso?». Lei: «Va ancora meglio! Il prosecco è ricco di virtù curative».

Con la mia Barbie sapiente si apre il capitolo dell’abbigliamento. È finita l’epoca dei «Non mi dirai che stai uscendo così conciato. Non ti vergogni?». Sarà sufficiente una semplice domanda alla mia amica: «Come sto?». Lei: «Una meraviglia, sei uno splendore».