Goethe, Heidelberg e i tempi andati

/ 08.06.2020
di Natascha Fioretti

Cosa avrebbe scritto Goethe in tempi di Covid-19? Probabilmente le stesse cose di oltre due secoli fa, dato che la sostanza delle sue riflessioni e dei suoi romanzi è ancora molto attuale. Mi è capitato di pensarci assorta nella lettura de Le Affinità elettive, romanzo pubblicato per la prima volta nel 1809 di cui ho un’edizione tedesca del 1947 dell’editore C. Bertelsmann Verlag Gütersloh che i bisnonni regalarono a mia nonna Ingeborg nel Natale del 1951. Siamo nella seconda parte del romanzo. Carlotta cammina per il parco appena riconfigurato e impreziosito dal lavoro dell’architetto e dei giardinieri quando giunge in visita un distinto lord inglese amico del marito Edoardo conosciuto durante uno dei suoi viaggi. Dice di essere un esperto conoscitore di parchi e di essere venuto per vedere con i propri occhi i risultati del progetto di cui ha tanto sentito parlare.

Carlotta e Ottilia lo accompagnano nella visita. «Già a prima vista egli riconobbe quanto promettessero le nuove piantagioni nel loro impulso ad ascendere. Non un punto gli rimase inosservato dove ci fosse una qualsiasi bellezza da rilevare o da suscitare. Qui egli indicava una sorgente che ripulita dava promessa di diventare la gemma di tutta la passeggiata nel bosco, lì un antro naturale…». Il bell’inglese, oltre ad ammirare le verdi e fiorite meraviglie e a prodigare consigli, si diletta ad intrattenere le donne raccontando dei suoi viaggi per il mondo. Carlotta e Ottilia gli chiedono in quale luogo ami fare ritorno dopo tanto viaggiare «Io mi sono ora abituato ad essere a casa mia dovunque, e non trovo infine nulla di più comodo che lasciare ad altri il fabbricare e coltivare per me e l’accudire alle faccende di casa (…) Certo noi facciamo assolutamente soverchio dispendio per prepararci alla vita. Anziché incominciare senz’altro a trovarci a nostro agio in una posizione relativa, ci lanciamo sempre piú al largo per crearci sempre maggiori fastidi. Chi gode ora i miei fabbricati, il mio parco, i miei giardini? Non io, e neanche i miei; tutt’al più qualche ospite forestiero, qualche curioso, qualche viaggiatore irrequieto. Pur avendo molti mezzi, noi siamo sempre soltanto per metà a casa nostra, specialmente in campagna, dove sentiamo la mancanza di molte abitudini della città. Il libro che desidereremmo con maggior impazienza non l’abbiamo a portata di mano, e proprio le cose che ci fanno più bisogno sono state dimenticate. Noi ci sistemiamo sempre una vita domestica solo per riscapparne fuori, e se non lo facciamo a nostro arbitrio e a nostro talento, ce lo fanno fare situazioni, passioni, accidenti, necessità e via di seguito».

Siamo inquieti e mai contenti, vulnerabili e volubili, distratti dalle cose inutili e poco attenti ai bisogni interiori. Il lord inglese di inizio Ottocento sembra conoscere perfettamente l’uomo pre e post Covid-19. Non solo nella sostanza, questa lettura mi ha ispirata anche nella forma. Memore dei miei studi universitari e della mia prof. di letteratura tedesca, la Dott.ssa Maria Franca Frola, mi interessava farne un’analisi alchemica. Uno dei testi di riferimento di Goethe per i suoi studi sull’alchimia e sulla natura è l’Aurea Catena Homeri pubblicata per la prima volta nel 1723 (l’autore è anonimo) da Johann Georg Böhme. Trattasi, come dice il sottotitolo, di una descrizione dell’origine della natura e delle cose naturali, come e da cosa siano nate e generate, come si conservino in vita e poi si distruggano nuovamente nella loro prima materia.

Un testo fondamentale che lessi per la prima volta nel 1998 nella biblioteca dell’Università di Heidelberg. Ci andai proprio per questo testo, disponibile solo per la lettura su microfilm. Le fotocopie si potevano ordinare e trattandosi di un testo voluminoso l’operazione mi costò diverse centinaia di vecchi marchi. Fu il mio primo viaggio in auto da sola, quella primavera profumava di indipendenza e giovinezza e la città della letteratura e dei poeti tedeschi mi regalò una settimana indimenticabile. Quale sorpresa, dunque, quando in queste settimane in cui avevo bisogno di rileggere il testo ma non lo avevo sottomano (proprio come nel romanzo di Goethe!), l’ho trovato in versione integrale online e per di più scaricabile gratuitamente. Non è una novità che la tecnologia abbia cambiato le nostre vite e ora ci si è messa anche la pandemia, ma nel momento in cui associ la teoria alla tua esperienza di vita personale i contorni si fanno più chiari e la consapevolezza più profonda.