Dai cassetti del FC Lugano pare sia saltata fuori una vecchia cartolina: quella di uno stadio di Cornaredo affollato, forse per una partita degli anni Sessanta. Il presidente Angelo Renzetti toglie un po’ di polvere col palmo della mano. Non aveva mai giocato una partita con la squadra bianconera, ma era stato un buon portiere (e capitano), con il Locarno, l’AC Bellinzona, il Giubiasco e ha avuto anche una parentesi in Italia, nelle fila del Monza. Insomma, di calcio ne sa abbastanza per discuterne con cognizione di causa con ogni allenatore e cerca di far prevalere innanzitutto le sue idee sul gioco, ben radicate nel tempo. Ma Renzetti sa ascoltare, soprattutto avendo scelto personalmente il tecnico che deve portare stavolta la squadra non soltanto verso il traguardo della salvezza.
La notizia coi particolari della cartolina impolverata è soltanto un’immagine che ci aiuta, forse, a comprendere meglio quella che ci appare qualcosa di più di una simpatia, o di un calcolo di un imprenditore che ci ha messo parecchio del suo per il rilancio di un club fondato nel 1908 e con un passato tutt’altro che trascurabile in Svizzera. Quella fotografia, che pure deve averlo fatto sognare prima del suo ritrovo, deve aver toccato nel profondo il presidente italiano, spesso con gli occhi lucidi a testimonianza della sua emotività. È chiaro comunque che senza di lui il Lugano avrebbe rischiato di finire, se non per sempre, per lungo tempo nella mediocrità, o addirittura nell’anonimato. E si aggiunga che nessun imprenditore ticinese s’era fatto vivo per dargli una mano!
Renzetti, impegnato senza soste nel suo studio di architettura a Lugano, e alla testa del club cittadino, se andasse in porto attualmente il progetto di un nuovo stadio, potrebbe recuperare un po’ di liquidità, oltre ai soldi per la dolorosa cessione delle due stelle d’attacco, Ezgjan Alioski e Armando Sadiku, che rischiamo quindi di non vedere mai più in maglia bianconera. Dopo i cinque successi di fila (Grasshoppers 1-0, YB 2-1, Thun 2-1, Sion 4-2 e Lucerna 2-0) ecco il pareggio contro il Basilea (2-2), laureatosi con largo anticipo campione svizzero, tanto che i luganesi possono ora sperare in un finale di stagione spumeggiante, visto che si trovano in quarta posizione a un sol punto dai vallesani, dunque con tanto di qualificazione all’Europa League a portata di mano.
A portare i bianconeri su un binario più agevole, dapprima verso la salvezza, quindi con la possibilità di… tornare in Europa (se l’auspicio di Angelo Renzetti verrà esaudito da una squadra che ha incantato nelle ultime partite i suoi sostenitori), è stato indubbiamente il nuovo allenatore Paolo Tramezzani, al termine di un lungo corteggiamento. Senza dimenticare l’apporto decisivo sul fronte d’attacco delle due stelle citate sopra. Tale giudizio non è però gradito dal tecnico, che sottolinea i meriti di tutta la formazione.
Dopo una brutta sconfitta a Thun, Renzetti non le ha mandate a dire alla squadra e al tecnico, il quale, di sua iniziativa, per essere più chiaro circa le attese del club e quelle proprie, aveva convocato i suoi «ragazzi» il mattino presto in una fabbrica. «Così si deve lavorare anche nel calcio quando diventa una professione!», aveva sottolineato Tramezzani. Tutto ciò a insaputa del presidente il quale non la prese bene, visto che il litigio fra i due avrebbe dovuto esaurirsi nell’ambito del club invece d’essere divulgato, non si sa bene come e da chi. Ciò fece temere ai tifosi bianconeri che il pericolo di un divorzio era piuttosto concreto.
Niente di tutto ciò. E i risultati successivi che abbiamo elencato sopra hanno cambiato completamente l’atteggiamento della squadra che sin qui ha disputato un esaltante girone di ritorno.
Per la prima volta dopo tanti anni d’attesa, anche Vecchio Tifoso è al settimo cielo, mentre il presidente Renzetti si augura di riempire più volte ancora spalti e tribune di uno stadio glorioso ma destinato a sparire per accontentare, prima di tutto, la Federazione svizzera di calcio. Una condizione che, senza il suo rispetto, battersi per entrare in… Europa sarebbe inutile.
Oltre al calcio sta mantenendo sulle spine Vecchio Tifoso, la Nazionale rossocrociata di hockey, con prestazioni non sempre del tutto convincenti alla vigilia dei confronti contro gli avversari più autorevoli. Molti impegni, dunque, per tifosi vecchi e giovani, donne comprese, che attendono il rientro di Roger Federer, dopo la pausa preannunciata in vista dei tornei del Roland Garros sulla terra rossa e sul verde di Wimbledon, dove l’erbetta è stata per anni una fan dell’elvetico, come le ultime palline giù in Australia.