Da qualche tempo vado in bicicletta. Qualsiasi momento libero, qualsiasi commissione in zona Camorino, salto sulla bici e vado. Per diversi motivi negli ultimi anni avevo dimenticato quanto fosse bello sentirsi pizzicare le guance dall’aria fresca mentre ti lanci in discesa o sentire il viso diventare rosso come una lanterna magica per lo sforzo di una salita. Pedalare mentre intorno scorrono alberi, fiori, cavalli, mucche e il fiume nel quale poi vai a rinfrescarti i piedi, è una sensazione di grande libertà. Non vi nascondo che in questo periodo dell’anno ci sono anche parecchi e fastidiosi moscerini che si infilano dappertutto. Negli occhi e nel naso soprattutto. Ma un po’ di sofferenza ci vuole, altrimenti che gusto c’è ad essere felici? Se anche voi siete stanchi delle conseguenze di una vita troppo sedentaria e non avete ancora trovato un’attività o una palestra che fa al caso vostro, provate la bicicletta. Vi sembrerà banale ma nel mio caso ha fatto la differenza facendomi tornare il sorriso e rimettendo in carreggiata più di un neurone smarrito o assopito.
Va bene, oggi l’ho presa larga e allora arrivo al punto: il sabato mattina è diventato un rito andare al mercato di Bellinzona in bici passando per il Parco di Magadino. Prima tappa: mettere i piedi nel fiume in zona Saleggi-Boschetti dove è appena finita la riqualifica del Parco Fluviale. Seconda tappa: L’arte del caffè dove mi dedico alla lettura dei giornali bevendo un buonissimo cappuccino, di quelli con la schiuma densa e cremosa che ben si sposa con il caffè e non si sgonfia alla prima immersione del cucchiaino o dello zucchero. Due sabati fa nel bel mezzo del mio rito mattutino sfoglio la «Lettura» del «Corriere della Sera» e mi imbatto in un lungo approfondimento su Italo Calvino e l’esplorazione della sua opera da più punti di vista. Chi di voi ha letto e conosce Calvino si starà chiedendo cosa c’è di nuovo. L’ho scoperto quando sono arrivata alle pagine sei e sette riempite da una gigantesca mappa fatta in visual data che potrebbe sembrare la bella copia di un accurato processo di brainstorming. La mappa fa parte del progetto di visual data Atlante Calvino ed è a cura dell’Unità di italiano dell’Università di Ginevra in collaborazione con il laboratorio DensityDesign del Politecnico di Milano. In alto sulla mappa cartacea è indicato il sito del progetto atlantecalvino.unige.ch che vi consiglio di andare a vedere. Esplorandolo mi ha fatto piacere scoprire che l’equipe letteraria ideatrice e curatrice del progetto è fatta di donne e sono Francesca Serra, Valeria Cavalloro, Virginia Giustetto e Margherita Parigini tutte dell’Università di Ginevra. Equipe che ha lavorato in stretta sinergia con il laboratorio di ricerca DensityDesign che ha messo al servizio del progetto le proprie conoscenze maturate in ambito Digital Humanities come pure competenze legate alla rappresentazione, analisi e comunicazione dei dati.
A spiegare natura e cuore del progetto è un video che subito presenta i tre itinerari principali: dubbio, spazio e forma strettamente connessi tra di loro. Il dubbio perché elevato da Calvino a strumento conoscitivo e narrativo fondamentale. Lo spazio perché àncora la scrittura alla realtà e insieme la sbalza nell’astrazione. Infine la forma che l’opera deve prendere. Insomma tra un sorso di cappuccino e l’altro, il mio sguardo interessato viaggiava dal giornale cartaceo agli elementi grafici della mappa sul mio cellulare in una sorta di approfondimento nell’approfondimento, lettura nella lettura. Mentre il cartaceo raccontava l’itinerario sul dubbio, sulla versione digitale approfondivo quello dello spazio che come prima tappa prevede i luoghi. Calvino dava molto rilievo alla dimensione narrativa dello spazio e il progetto esplora il corpus dell’opera narrativa attraverso la mappatura di tutti i suoi luoghi, in questo caso quelli d’ambientazione, vale a dire i luoghi in cui si sviluppa l’azione, in presenza dei personaggi.
Che bellezza! Un cappuccino da solo non è bastato ad una lettura e ad una navigazione così intense, ho dovuto fare il bis. E poi via in sella alla bicicletta.