Gentile Laura, sono una vera amante del caffè, ne bevo almeno cinque al giorno, di cui quattro espressi. Ammetto anche che in vacanza, soprattutto in Italia, ne bevo ancora di più perché sono molto buoni. In molti mi dicono di ridurli, perché non fanno bene alla salute, ma io sinceramente non ho alcun problema di salute e quindi fatico molto ad accettare questa cosa. Mi rivolgo quindi a lei, essendo una professionista del settore, per sapere se veramente il caffè fa male alla salute e quanto sarebbe eventualmente la quantità giusta da bere. La ringrazio e saluto cordialmente. / Nora
Gentile Nora, il caffè lo si beve da moltissimo tempo e nella sua storia è stato osannato, poi messo all’indice e, recentemente, di nuovo apprezzato. Se un tempo era incolpato di tanti mali, come l’arresto della crescita delle persone oppure l’aumento dell’incidenza delle malattie cardiache o del cancro, oggi le nuove ricerche non hanno confermato connessioni in merito. Uno degli errori del passato è stato quello di non aver considerato che i noti comportamenti ad alto rischio per queste patologie, come il fumo e l’inattività fisica, per esempio, tendevano ad essere più comuni tra i grandi bevitori di caffè.
Oggi, decisamente in controtendenza, è emerso che il caffè ha più benefici per la salute rispetto ai rischi. Tra i benefici, il caffè sembra migliorare la funzione cognitiva e ridurre il rischio di depressione, protegge contro il Morbo di Parkinson, il diabete di tipo 2 e le malattie del fegato, compreso il cancro al fegato. Ultimo, ma non per importanza, esiste un’associazione inversa tra consumo di caffè e la mortalità complessiva e la mortalità cardiovascolare.
Tra i rischi, l’elevato consumo di caffè non filtrato (bollito o espresso) è stato associato a lievi aumenti dei livelli di colesterolo. Inoltre, alcuni studi hanno rilevato che due o più tazze di caffè al giorno possono aumentare il rischio di malattie cardiache nei giovani e nelle persone con una mutazione genetica specifica – e abbastanza comune – che rallenta la disgregazione della caffeina nel corpo. Quindi, quanto velocemente metabolizzi il caffè può influire sul tuo rischio per la salute.
Se si soffre di disturbi del tratto gastrointestinale, il caffè potrebbe peggiorare la sintomatologia, aumentando il bruciore allo stomaco, il reflusso e il bisogno di andare di corpo.
Si deve fare attenzione però a tre elementi di questi studi. Il primo è che lo studio prende in considerazione solo il caffè. Se si aggiungere panna e zucchero oppure pasticcini vari, oltre ad aggiunge grassi e calorie, fino a centinaia, in alcuni casi, il quadro cambia radicalmente. Il secondo: la giusta quantità sono 3-4 tazze al giorno. Oltre, diventa dannoso. Il terzo: il caffè preso in esame è quello americano, lungo e meno concentrato. Assai diverso, insomma, dall’espresso che nessuno sognerebbe mai di consumare a tazze.
Penso che i miei fedeli lettori ormai un po’ conoscano il mio stile, e qui come altrove – si sarà notato – quello che mi sento di dirle è che la verità (esclusi ovviamente i fattori di cui sopra) è dettata da un semplice paradigma: laddove si ecceda, sussiste un rischio, sia esso legato all’alimentazione, o a qualsiasi altra cosa.