Mancano pochi giorni alla scadenza del termine per spedire la dichiarazione dei redditi e sarà interessante sapere in futuro se la nuova modalità di compilazione, che ne permette l’invio telematico, ha trovato molti proseliti. Del resto la praticità del software ideato dai tecnici della Divisione delle contribuzioni è tale che proprio la ristrettezza dei tempi ne consiglierebbe l’uso.
Chi si cimenta per la prima volta troverà forse un po’ ostico il confronto con lo strumento. Volendo prenderla con un po’ di ironia, la compilazione elettronica della dichiarazione dei redditi può paragonarsi a un videogame di avventura. Le prove da superare per l’utente sono molte e non tutti i passaggi della procedura sono scontati e intuitivi. Il momento di suspense più intenso è forse quello finale, l’invio online della dichiarazione stessa. Questo passaggio, la cui implementazione si attendeva da tempo, rende il sistema di tassazione telematica finalmente completo. Tra il compilatore e l’autorità di controllo non si frappone più la necessità di stampare i vari moduli, cosa che rendeva l’«esercizio elettronico» tutto sommato un po’ superfluo.
Senza dubbio la funzionalità più utile di questo sistema di compilazione è la possibilità di recuperare in automatico i dati delle precedenti dichiarazioni, risparmiando così una certa quantità di tempo. Chi volesse per la prima volta accingersi all’esperienza avrà bisogno, come detto, di un certo investimento di risorse intellettuali e di pazienza per impratichirsi e capire «la logica» del software. Nessuna novità invece per chi già negli scorsi anni aveva scelto di utilizzarlo: il sistema è quello di sempre, nella sua schematicità. Le varie pagine della dichiarazione sono riportate nel menù di navigazione e, selezionando il loro numero, è possibile spostarsi all’interno delle varie voci da compilare. Qui dà il meglio di sé la funzionalità utilissima del calcolo automatico delle somme: un contributo essenziale che rende apprezzabile (per quanto possibile, viste le sue finalità non sempre molto simpatiche) l’uso di questo strumento digitale.
Ripetiamo: è prevedibile che chi si metta la prima volta ad affrontare il programma possa sentirsi spaesato e preoccupato. Come sempre l’eccesso di opzioni spaventa e mette di fronte a un gran numero di dubbi. Il consiglio è di partire con pazienza leggendo il manuale d’istruzioni in pdf, scaricabile dal sito del Cantone all’indirizzo www4.ti.ch/dfe/dc/dichiarazione/etax-pf. La Guida completa eTax2021 è ben fatta e aiuta a visualizzare i passaggi minimi necessari ad affrontare l’impegno. Sarebbe interessante sapere se qualche associazione o ente di volontariato ha previsto tra le sue attività quella di fornire corsi introduttivi all’argomento. Ci sembra importante.
Al di là degli aspetti sicuramente positivi (velocità di compilazione, praticità nella ripresa dei dati di base, chiarezza complessiva nella visione d’insieme della propria situazione fiscale) ci sono problemi collaterali da considerare. Quello minimo è legato alla «trasportabilità» dei dati raccolti: visto che i computer invecchiano e i sistemi operativi si aggiornano modificandosi, è fondamentale decidere come e dove conservare i file del programma, per poterli recuperare l’anno seguente. Altra cosa importante è poter contare su una connessione internet efficiente per la trasmissione dei dati: a noi è successo ad esempio che, dopo una mattina di lavoro, proprio una panne del sistema di comunicazione rendesse impossibile l’invio. Infine va considerato che la procedura non è ancora completamente informatizzata: al termine del lavoro di compilazione veniamo infatti invitati a stampare e firmare un modulo che dovrà essere spedito, in lettera affrancata, all’autorità fiscale per convalidare il nostro invio telematico. Occorre quindi avere a disposizione una stampante, cosa non sempre ovvia nelle moderne economie domestiche.
Detto tutto ciò, la valutazione dell’esercizio (una volta superate tutte le inevitabili preoccupazioni e gli inghippi) ci sembra positiva e «sostenibile»: chi l’utilizzerà difficilmente tornerà al vecchio sistema. Va considerata però, secondo noi, la necessità di spiegare meglio il funzionamento del sistema agli utenti che hanno meno dimestichezza con l’informatica. Un tema di cui si parla da tempo ma che in futuro sarà sempre più urgente.