Energia, una crisi sistemica

/ 12.09.2022
di Peter Schiesser

Se serviva ancora una prova che quella energetica è una crisi sistemica, il Consiglio federale ce l’ha fornita lunedì scorso, annunciando di accordare ad Axpo una linea di credito di 4 miliardi di franchi per evitare l’insolvenza. Dopo Swissair nel 2001, UBS nel 2008, il governo deve ancora una volta farsi garante della sopravvivenza di un’azienda di capitale importanza per la Svizzera. Axpo fornisce 35 dei 58 terawatt/ore che il paese necessita per funzionare, la valenza sistemica è quindi data, il suo fallimento provocherebbe onde sismiche in tutta l’economia e nella vita di noi cittadini, fino al rischio di un black out. Ma con i prezzi dell’energia alle stelle, i produttori e i fornitori non dovrebbero guadagnare miliardi? La risposta in sintesi è: a medio termine sì, a breve termine rischiano crisi di liquidità, a causa delle condizioni che pongono le borse sui contratti a termine.

Nei contratti tra fornitori e clienti il prezzo si stabilisce al momento della firma e la fornitura avviene dopo due-tre anni. Per evitare che un produttore non sia in grado di fornire elettricità alla scadenza del contratto, costringendo il cliente a rifornirsi a prezzi maggiorati sul mercato, le borse chiedono una garanzia finanziaria (il versamento di una certa somma su un conto vincolato, che i fornitori recuperano al momento della vendita effettiva). Se vendo a 100 quel che poi costerà 1000 e non fornisco l’elettricità pattuita, devo pagare al cliente il sovrapprezzo per averla dovuta comprare altrove. E questa garanzia può essere aumentata a seconda dell’evoluzione dei prezzi (i cosiddetti Margin calls). Nel caso concreto, Axpo la mattina del 2 settembre si è inaspettatamente trovata confrontata con una richiesta a brevissimo termine di 1 miliardo di franchi. Vista l’incertezza che vige attualmente sui mercati dell’energia, può darsi che non sia l’ultima. Il direttore e il presidente Christoph Brand e Thomas Sieber hanno fatto due conti: l’azienda appartiene a diversi cantoni della Svizzera orientale, ma riuscire a ottenere in brevissimo tempo un miliardo da loro era impossibile, non restava che chiamare Berna.

In tre giorni il piano di salvataggio ha preso forma ed è stato varato come ordinanza urgente (rifacendosi ancora una volta ai pieni poteri governativi d’emergenza), accompagnata da una superrapida analisi dei bilanci di Axpo per accertarsi che la situazione fosse davvero drammatica. La ministra dell’energia Simonetta Sommaruga e quello delle finanze Ueli Maurer hanno capito subito l’urgenza e la serietà della situazione e non hanno faticato a convincere i colleghi di governo. La Delegazione delle finanze del parlamento ha ampliato l’anello di salvataggio mettendo a disposizione fino a 10 miliardi di franchi, qualora altre aziende elettriche di rilevanza sistemica dovessero trovarsi nella situazione di Axpo (c’è finita vicina Alpiq nel dicembre 2021, quando il Consiglio federale approntò un piano di salvataggio rivelatosi poi non necessario).

Ad Axpo vengono imposte condizioni severe. Se dovesse fare uso del credito dovrà pagare un interesse fra il 6 e l’11 percento e non potrà versare dividendi agli azionisti. Sieber e Brand sperano di non dover fare uso della linea di credito, ma di fronte al panico che vige sui mercati dell’energia non si poteva rischiare. Sostanzialmente, Axpo è un’impresa solida e, sperando che nel frattempo la situazione si sarà calmata, fra qualche anno incasserà quanto stabilito nei contratti attuali, con un bel margine di guadagno. Axpo non è un caso isolato, altri ce ne sono in Germania (Uniper) e in Austria (Wien Energie), a dimostrazione che la crisi è acuta, sistemica, e secondo alcuni economisti potrebbe avere l’impatto della crisi finanziaria del 2008.

Ne pagano le conseguenze anche l’economia e i cittadini. Di fronte a bollette del gas decuplicate, alcune aziende dovranno chiudere, molte persone faticheranno a pagare le bollette dell’elettricità. Di fronte a questo problema esistenziale per molti, l’Europa corre ai ripari e prepara un piano per tassare gli esorbitanti guadagni di taluni fornitori di elettricità per ridistribuirli alla popolazione. Resta il problema dell’approvvigionamento: ci saranno abbastanza gas e elettricità in inverno? Si preparano piani d’emergenza, ma alla base il messaggio più effettivo è: risparmiate elettricità, tutti.