E se la rivincita del giornalismo fosse audio?

/ 16.04.2018
di Natascha Fioretti

Parlavamo la volta scorsa dell’importanza dell’ascolto e ci voglio ritornare ma da un’altra prospettiva, quella di un prossimo futuro in una qualsiasi cucina di chiunque di noi. Mentre siamo davanti ai fornelli in attesa che salga il caffè, i capelli ancora tutti stropicciati alla Mafalda e già in ansia per le prove e i vari spostamenti che ci attendono durante la giornata, conversiamo prima con il nostro frigorifero per sapere cosa manca all’appello per la cena della sera e poi con il nostro assistente virtuale Amazon Alexa per ascoltare le notizie e gli articoli del giorno che ci interessano. 

Dal punto di vista tecnologico è tutto molto semplice, Amazon Alexa è un’intelligenza artificiale che funziona come Siri di Apple e Cortana di Microsoft sui nostri cellulari. Solo che in questo caso non ci serve un telefono bensì un dispositivo, Amazon Echo (ci sono anche altre varianti), un dispositivo da tavolo capace di interagire con la nostra voce e di gestire alcune funzioni e accessori smart compatibili. In sostanza Amazon Echo si collega alla rete wi-fi di casa per navigare ed entrare a far parte della nostra Smart Home. Il controllo dell’assistente è esclusivamente vocale e possiamo chiedergli di farci ascoltare Hurricane di Bob Dylan oppure che cosa dice il meteo o, appunto, le notizie del nostro quotidiano preferito. Ed è qui che – tecnologia a parte – volevo arrivare. Forse voi cari lettori già lo fate o già lo sapete che da qualche tempo è possibile mettersi all’ascolto degli articoli dei giornali anziché leggerli. Questo mi porta a fare subito due considerazioni: in questi anni di rivoluzione negli usi e consumi dei media la radio se l’è sempre cavata egregiamente a conferma che tra tanti mezzi a disposizione essa sia uno dei più congeniali e vicini a noi; ascoltare una voce spesso risulta molto più semplice e piacevole in tempi di frenetica mobilità e distrazione. Una voce ci può seguire al mattino mentre beviamo il caffè in cucina, mentre siamo in auto o sul metrò, mentre andiamo a correre o al lavoro in bicicletta. 

«Republik», il giornale digitale zurighese, per alcune sue storie e interviste propone degli audiopocast, il quotidiano italiano «la Repubblica» da qualche mese nella nuova versione digitale a pagamento propone diversi articoli audio letti dalle proprie firme. Così ad esempio Vittorio Zucconi legge il suo articolo Da Sarajevo a Duma, quelle sporche dirty war e Lucio Caracciolo il suo commento L’errore americano. Certo le testate internazionali come «the Guardian» ci sono arrivate molto prima, per la precisione nel 2004 quando il quotidiano ha iniziato a proporre una serie di podcast sia per le notizie sia per gli approfondimenti. Anzi, leggendo sul sito scopriamo che è stato proprio il giornalista del «Guardian» Ben Hammersley a coniare la parola podcasting. Poi nel 2012 è arrivata la partnership con Audible.co.uk, il più grande fornitore di libri audio in Inghilterra. L’editorialista Jonathan Freedland legge il meglio delle notizie e degli approfondimenti apparsi durante la settimana. E allora non sorprende l’iniziativa di due giovani dublinesi Gareth Hickey e Shane Hannis, rispettivamente 27 e 26 anni, ideatori dell’app News over Audio (NOA), un servizio che offre la lettura di articoli tratti da diverse testate, per citarne alcune l’«Independent», il «Financial Times», l’«Irish Times» e «Bloomberg» ma, visto il successo ottenuto, molte altre stanno per aggiungersi, assicurano i due giovani.

Perché quest’idea? Gareth Hickey, che ha iniziato la sua carriera nel giornalismo a 12 anni come paper boy, in una recente intervista sulla testata digitale «Fora» rivela come tutto sia nato da una considerazione: «come molti millennials ci sentivamo persi nel costante e vertiginoso flusso delle informazioni e ci sembrava di non riuscire mai a trovare il tempo per leggere. Questa ci è sembrata la soluzione giusta per noi giovani di essere sempre informati, una soluzione che in generale i giornali non offrivano».