Chi nelle vacanze estive o in quelle autunnali è approdato all’isola di Mikonos (destinazione turistica frequentatissima, nei tempi felici in cui si poteva ancora viaggiare senza il rischio della quarantena) ha certamente avuto occasione di visitare anche l’isola di Delos, che dalla prima dista una ventina di minuti di traghetto. Delos è l’isola dove, secondo la mitologia greca, sarebbe nato Apollo. La città si è sviluppata pressappoco sull’arco di un millennio. È stata dapprima un centro religioso e poi un centro commerciale importante. Oggi i turisti possono passeggiare tra le sue imponenti rovine e appassionarsi alla sua storia. Apprenderanno così che nel 540 avanti Cristo il governatore Peisistratos ne ordinò la prima purificazione. Stando a questa decisione nessuno avrebbe potuto più nascere o morire sull’isola.
Con un colpo di stilo su una tavoletta di cera Peisistratos decise quindi di abolire il movimento demografico naturale sull’isola da lui governata. La popolazione non poté più svilupparsi che per l’apporto del movimento migratorio. Non so quanto a lungo questo decreto sia stato mantenuto. Col passare del tempo comunque sull’isola, dove non si poteva nascere né si poteva morire, la popolazione si sarà venuta formando di soli immigrati. La componente autoctona, ossia la parte della popolazione nata sull’isola, sarà invece sparita perché le future mamme andavano a partorire altrove.
In Ticino sta avvenendo la stessa cosa, anche senza decreto. I Nostri, ossia la componente autoctona della popolazione, tendono a sparire, perché il saldo del movimento naturale (nascite meno decessi) è, da anni, diventato negativo. Prendiamo per esempio il 2019. In quell’anno i nati nel Cantone sono stati 2494. Poiché i morti raggiunsero la cifra di 3238, il movimento demografico naturale si chiuse con un saldo negativo di 744 unità. Siccome poi il saldo del movimento migratorio, pur rivelandosi positivo, toccò appena le 183 unità, la popolazione residente nel Cantone diminuì, alla fine dell’anno, di 561 persone, ossia dell’uno per mille circa. Non vi fosse stato l’apporto del movimento migratorio, la diminuzione sarebbe stata di più di 700 persone.
Non si tratta di un risultato casuale. La diminuzione della popolazione è in atto, in Ticino, da tre anni. Essa è determinata dal sommarsi di due fenomeni demografici negativi. Il primo è costituto dalla riduzione del saldo naturale. Per il continuo diminuire del numero dei nati, nel corso degli ultimi cinque anni il saldo naturale negativo è più che raddoppiato. L’altra tendenza negativa è costituita dal diminuire del saldo migratorio che, nel periodo esaminato, è passato da quasi mille a poco più di un centinaio di unità. L’evoluzione dei prossimi anni dovrebbe prolungare e aggravare queste tendenze. Difficile anticipare, proprio ora, una ripresa delle immigrazioni. La situazione economica non sta evolvendosi al meglio e nel paese ci sono forze politiche che, se potessero, eliminerebbero il termine «libera circolazione» dal nostro vocabolario politico. È possibile che il numero dei nati, sceso a livelli molto bassi nel corso degli ultimi due anni, possa riprendere qualche centinaio di unità nel prossimo futuro. Questo non basterà comunque a far ritrovare all’evoluzione demografica del Cantone un ritmo ascendente. Nonostante che gli scenari demografici per il 2040, ripubblicati anche nell’annuario statistico ticinese più recente, continuino a anticipare, per quella data, una popolazione tra le 380’000 e le 450’000 unità, per noi nei prossimi anni la popolazione del Cantone rimarrà stazionaria. Non passeremo la soglia dei 360’000 abitanti prima del 2030.
La continua erosione della popolazione autoctona, che accompagna questa evoluzione, dovrebbe avere una ripercussione sul dibattito politico intorno all’esigenza di privilegiare i Nostri. Sebbene non esista una definizione ufficiale si pensa che i Nostri siano abitanti nati nel Cantone e di nazionalità svizzera. Alla luce delle tendenze demografiche in corso, se non vogliamo che, in futuro, il loro effettivo si riduca a poca cosa dovremo chiedere alle nostre autorità di aumentare in misura significativa le naturalizzazioni.