Dove esportiamo di più?

/ 23.03.2020
di Angelo Rossi

Da quando mondo è mondo ogni svizzero sa che il maggior partner commerciale della sua economia è la Germania. Così per esempio nel 2017 la Svizzera ha esportato merci per un valore complessivo di 220,4 miliardi e ne ha importate per 185,6 miliardi. Le esportazioni verso la Germania hanno rappresentato il 18,7% e le importazioni da questo paese il 28,2% del totale. Il secondo partner commerciale della Svizzera sono oggi gli Stati Uniti. Sempre nel 2017 le esportazioni verso questo paese rappresentavano il 15,3% e le importazioni il 6.8% del totale. È ora possibile che i primi due posti della classifica dei nostri partner commerciali vengano modificati nel corso dei prossimi anni, anche se la Svizzera non dovesse rinunciare ai Bilaterali. Questa è per lo meno l’opinione dei redattori del periodico sulle tendenze congiunturali, edito trimestralmente dalla Seco. E questo perché, dallo scorso anno, nella statistica sul commercio con l’estero si è riusciti a ventilare per paesi, oltre alle merci, anche i servizi. Aggiungendo i servizi alle merci, i pesi dei due paesi nella statistica del nostro commercio con l’estero si sono notevolmente modificati.

La Seco pubblica, nel suo rapporto più recente, i dati per il 2018. Stando a questa statistica la quota della Germania e quella degli Stati Uniti nelle esportazioni sarebbero ora uguali e pari al 14%. In termini assoluti, tuttavia, l’economia svizzera avrebbe esportato in Germania, nel 2018, merci e servizi per 61,6 miliardi e verso gli Stati Uniti merci e servizi per 59,1 miliardi. In altre parole, la Germania continua ad essere il nostro maggior partner nelle esportazioni. La parità nelle quota, tra Germania e Stati Uniti, la Seco l’ha potuta ottenere solo arrotondando i decimali, in quanto la quota della Germania, pari al 14,4%, è stata arrotondata verso il basso, mentre quella degli Stati Uniti, che corrispondeva al 13,8% del totale, è stata arrotondata verso l’alto. Non c’è però dubbio che se consideriamo oltre a quelle in merci anche le transazioni in servizi la tendenza è al sorpasso. Tra qualche anno il partner commerciale più importante della Svizzera saranno gli Stati Uniti, soprattutto per i loro acquisti di servizi.

La statistica delle importazioni per il 2018 dà invece un quadro abbastanza differente perché la quota della Germania, nell’importazione di merci e servizi, è uguale al 19% mentre quella degli Stati Uniti – sempre al secondo posto della classifica – è solo del 12%. Il testa a testa tra Germania e Stati Uniti per il primato come destinazione preferita dalle nostra esportazioni non è il solo dato interessante che emerge da questa statistica rinnovata. I lettori possono accorgersene comparando per esempio i primi cinque posti della classifica del 2018 con quelli della classifica del 1990. Cominciamo con le esportazioni. Trent’anni fa, la Germania capeggiava la classifica delle esportazioni con una quota pari al 21,9%%, seguita dalla Francia con il 9,9%, dall’Italia con l’8,9%, dagli Stati Uniti con il 7,9% e dalla Gran Bretagna con il 7,4%. Come si è già ricordato la statistica del 1990 teneva conto solo delle merci. Nella statistica per il 2018, che tiene conto delle esportazioni di merci e di servizi, la Germania è sempre al primo posto, però solo con una quota del 14,4%. Al secondo posto vengono gli Stati Uniti, con una quota pari al 13,8%. Al terzo posto abbiamo una new entry, la Cina con una quota pari al 7,8%. La Francia, nel 2018, era invece scesa al quarto posto con una quota del 6,3%. Infine al quinto posto troviamo l’Italia la cui quota supera di poco il 5% del totale.

La classifica per le importazioni è abbastanza simile. Nel 1990 trovavamo al primo posto la Germania con il 33,7%, seguita dalla Francia con l’11,1%, dall’Italia con il 10,5%, dagli Stati Uniti con 6,1% e dalla Gran Bretagna con il 5,3%. Nel 2018 erano le medesime nazioni a guidare la classifica delle importazioni con la Germania al primo posto, gli Stati Uniti al secondo, la Gran Bretagna al terzo, la Francia al quarto e l’Italia al quinto posto. Gran Bretagna e Stati Uniti si sono quindi scambiati i posti con Francia e Italia, nel corso degli ultimi tre decenni. Insomma, il nostro commercio internazionale è diventato più anglosassone e meno latino, con la Cina che potrebbe giocare, in futuro, il ruolo del terzo incomodo.