Siamo ormai alle soglie dell’estate e della seconda stagione di vacanze che passeremo in Svizzera. Il turista ticinese che, per le vacanze, valicherà il San Gottardo si accorgerà rapidamente che, da Hospental in giù, il suo franco perde valore. Sicuramente lo noterà appena consumerà la sua prima tazzina di caffè. Invece di costare i soliti 2 franchi e mezzo o tre franchi, che paga a casa sua, gli toccherà sborsare almeno 4 franchi e mezzo per ottenerla. È altrettanto evidente che il confederato che scenderà per le vacanze in Ticino farà l’esperienza contraria: dal passo del San Gottardo in giù il suo franco varrà di più.
Che esistano differenze nei prezzi del medesimo prodotto all’interno della Svizzera è una realtà che sfugge ai più. Questo perché, si pensa, la maggioranza della popolazione è sedentaria. La realtà è invece che, da un capo all’altro del nostro paese, esistono, per molti prodotti e servizi, differenze di prezzo consistenti. Pensate: da Chiasso a Basilea e da Ginevra a S. Margrethen la benzina, l’affitto, la cassa malati e cento altri prodotti e servizi hanno un costo diverso. Un recente studio del Credito svizzero ha poi messo in evidenza un’altra realtà interessante. Le differenze nel costo della vita possono manifestarsi anche a breve distanza. Basta talvolta superare il confine di un Cantone per trovare un’altra situazione quanto ad affitti e a premi per l’assicurazione contro le malattie. E sull’Altipiano i confini cantonali sono molto vicini. Per non parlare di quanto possa variare il gravame delle imposte, tra un comune e l’altro, all’interno del medesimo Cantone.
L’obiettivo dei ricercatori del Credito svizzero era però un altro. Ad essi interessava mettere in evidenza quanto resta a una famiglia del suo reddito, a seconda del luogo dove abita, una volta dedotte le spese obbligatorie (come le imposte e le assicurazioni) e quelle necessarie per coprire i bisogni primari (le spese per la casa, per la mobilità e per l’educazione dei figli). Questa quota di reddito disponibile varia notevolmente da Cantone a Cantone. In generale essa è maggiore nei Cantoni Alpini e della Svizzera centrale che in quelli dell’Altipiano e del Giura. Maggiore è la quota del reddito che resta, una volta dedotte le spese obbligatorie e primarie, e maggiore è, per i ricercatori del Credito svizzero, l’attrattività finanziaria del Cantone in questione. Nella ricerca le differenze sono misurate non in franchi, o con una percentuale, ma con un indice di attrattività. In base allo stesso si può stabilire una classifica dei Cantoni secondo il costo della vita. Dalla stessa si apprende che il Cantone meno caro è Appenzello interno e quello con il costo della vita più elevato Ginevra. In questa classifica il Ticino figura al decimo posto e quindi nel gruppo dei Cantoni meno cari. Ricordiamo che gli stessi sono in generale Cantoni rurali. Che il Ticino, Cantone preminentemente urbano (il piano direttore parla addirittura del Cantone come di una città-Ticino), faccia parte del gruppo dei Cantoni meno cari è in sé una contraddizione. La stessa può però essere facilmente spiegata.
Il Cantone Ticino è un Cantone urbano che non può però vantare i livelli salariali alti degli altri Cantoni urbani. Si può assumere che il livello generale dei prezzi resta, in Ticino, al disotto della media svizzera perché il livello salariale è pure inferiore alla media nazionale. Questo contribuisce a riequilibrare la situazione in materia di potere di acquisto. Per effetto dei prezzi più bassi praticati nel Cantone, il potere di acquisto del ticinese non è lontano da quello medio svizzero. O se, volete, per riprendere l’argomentazione del Credito svizzero, finanziariamente parlando, la sua attrattività residenziale, con un indice di reddito disponibile superiore a 1 (il valore massimo, quello di Appenzello interno si avvicina a 2) è buona. Nonostante ciò, pensiamo che i ticinesi continueranno a spendere una parte del loro reddito disponibile andando a fare la spesa in Italia dove l’espresso costa meno di 2 franchi.
Differenze regionali nel costo della vita
/ 07.06.2021
di Angelo Rossi
di Angelo Rossi