Di Quanti e di speranza in questa pazza estate

/ 02.08.2021
di Natascha Fioretti

Prima, a marzo 2020, è arrivata Adelphi con i «Microgrammi», una collana di lievi e puntuti e-book con fulminei interventi inediti o tasselli ritagliati dal guazzabuglio di testi più larghi. Dapprima un’iniziativa tutta digitale, partita con l’inedito italiano Al via con Dolore di V.S. Naipaul, uno dei suoi scritti più diretti e personali apparso per la prima volta sul «New Yorker». Da quest’anno, a grande richiesta, le edizioncine escono anche in forma cartacea. Un’iniziativa nata per dare la possibilità nei giorni di lockdown senza librerie di leggere alcuni dei testi che normalmente la casa editrice avrebbe voluto pubblicare in quelle settimane.

«Per chi li fa e chi li legge i libri sono una forma di concupiscenza. Di cui non è facile liberarsi, anche in circostanze avverse. Specie in circostanze avverse. Costretti alla clandestinità, i libri prosperano. È già accaduto non poche volte – e adesso tentiamo di farlo succedere di nuovo» sottolineava allora la casa editrice. Racconti tratti da volumi più ampi o brevi inediti, l’idea era quella di pubblicare libri autonomi in veste mignon. Nel frattempo ne sono usciti tanti, basta andare sul sito della casa editrice per scoprirli. E nel frattempo anche Einaudi ha lanciato un’iniziativa tutta digitale, una sorta di rivista che però è anche una collana divisa in numeri in cui tutti gli articoli sono autonomi gli uni dagli altri. Ad accomunare le prime uscite è il tema della speranza:  «La speranza è un continente diceva Ernst Bloch, abitato quanto quello più civilizzato, e inesplorato quanto l’antartide. Ecco perché per iniziare la nuova serie di Quanti Einaudi, abbiamo chiesto alle scrittrici e agli scrittori di essere, ancora una volta, i primi cartografi di questa nuova geografia. Di mandarci i loro dispacci da un continente, quello della speranza, con cui abbiamo un enorme bisogno di entrare in contatto».

I primi, iniziando dalle donne, sono Antonella Lattanzi, Eula Biss, Hisham Matar, Paolo Giordano, Marco Filoni e Ascanio Celestini. Inaugurati lo scorso maggio i Quanti nascono per rispondere all’esigenza di lettori e lettrici, e cioè di conoscere e comprendere questa nuova realtà pandemica particolarmente confusa e oscura. Capirla destrutturandone, scomponendone e osservandone i suoi elementi, le sue particelle fondamentali per ricomporle in infinite combinazioni.

Potete trovarli per pochi euro negli store online, oppure su Play libri di Google potete dare un’occhiata alle anteprime e scegliere il testo che fa per voi. Anche sull’account Instagram di Einaudi trovate immagini e testi che possono ispirarvi e orientarvi. In un formato molto comodo da leggere anche sul cellulare, la collana è ideata e curata da Francesco Guglieri, Andrea Mattacheo e Marco Peano, che in un’intervista su «Rivista Studio» raccontano come l’ebook abbia contribuito a fare di necessità virtù: «Dopo aver temuto la morte del libro di carta per mano dell’ebook, abbiamo scoperto che invece era l’ebook a rischio di morte precoce. Ultimamente, forse proprio con la pandemia, questo formato sembra vivere una seconda vita». Consoni alla loro veste digitale si tratta di testi brevi, agili, leggibili in un’unica seduta che vanno dritti al punto. Autori italiani e stranieri spaziano dalla narrativa alla saggistica con tutte le sfumature che stanno nel mezzo, d’altra parte il Web è il luogo giusto per esplorare, sperimentare, creare nuovi generi e formati.

Di iniziative in questo senso ne seguiranno perché proprio come per il mondo del giornalismo la pandemia ha accelerato dei processi già in atto. In tempi di contrazione e incertezza economica il digitale può fare la differenza. Lo vediamo nel giornalismo, quasi tutte le nuove realtà indipendenti nascono online. Se prendessi tutti i giorni i mezzi pubblici leggerei al mattino le edizioni digitali dei giornali e alla sera i Quanti.

Se la pandemia mi costringesse a casa mi ritaglierei ugualmente il tempo. Leggerei ad esempio il testo di Marco Filoni che disegnando un inaspettato ritratto del buon uso della paura inizia così: «C’è una vecchia storiella che si racconta fra gli chassidim. Questa storiella dice quel che tutti vogliono sapere. Cioè come sarà il mondo a venire». La Variante Delta e il clima impazzito non ci danno indizi propizi. Non ci resta che continuare a nutrire la nostra speranza continuando a raccontare, leggere e condividere storie in un costante e umile esercizio di conoscenza e comprensione della realtà, che mai come oggi appare fluida e fuori controllo.