Decessi che fanno discutere

/ 01.02.2021
di Angelo Rossi

In queste prime settimane dell’anno sono le statistiche dei decessi a offrire lo spunto per molti titoli e commenti da parte dei media. Il tema sembra essere in Svizzera particolarmente scabroso. L’Ufficio federale di statistica comunica la statistica dei decessi settimana per settimana. Non sorprenderà nessuno venire a sapere che, nel corso del 2020, il numero dei decessi è stato, in tutti i Cantoni della Svizzera, superiore a quello degli anni immediatamente precedenti. Questa impennata nei decessi viene ovviamente attribuita alla pandemia di Coronavirus. Ma non tutti sono d’accordo. Così il prof. Beck dell’università di Lucerna sostiene che nel 2020 la mortalità non è stata superiore alla media. Per farlo deve naturalmente definire che cosa sia una mortalità media. Ed è qui che si scontra con la statistica ufficiale che usa una definizione diversa.

In discussione è anche un’altra tesi e cioè l’affermazione stando alla quale nel 2020 il tasso di mortalità delle persone anziane sarebbe aumentato in modo significativo. A suscitare la polemica, in questo caso, sono state le dichiarazioni rilasciate in un’intervista dal Dr. Vernazza, uno specialista di malattie infettive di S. Gallo. Egli ha sostenuto che l’aumento dei decessi di persone anziane, osservato nel corso del 2020, è semplicemente dovuto all’aumento degli effettivi di persone con più di 65 anni e non comporta invece un aumento del tasso di mortalità delle persone di questo gruppo di età. Gli anziani deceduti nel 2020 sarebbero più numerosi di quelli deceduti negli anni precedenti semplicemente perché la popolazione anziana è cresciuta rapidamente. Pronunciato all’inizio del 2021 questo giudizio sa molto di eresia.

È certo comunque che le discussioni attorno ai decessi del 2020 non terminano qui. Si tratta di una questione importante perché dalla risposta che si può dare alla stessa dipenderà il giudizio sulle misure introdotte per combattere la pandemia. I benefici economici di queste misure si possono infatti valutare partendo dal numero di decessi che le stesse hanno consentito di evitare. Lo dimostrano i risultati di uno studio degli economisti della task force Covid del Consiglio federale nel quale si è cercato di stimare quali siano i costi e i benefici di un lockdown. La stima dei costi, non solo di quelli sopportati dalle aziende private, ma quelli caduti sulle spalle dell’intera economia, non ha sollevato molti problemi. Più complicata invece è stato valutare i benefici del lockdown. Per stimarli gli economisti della task force sono partiti per l’appunto dalla stima del numero dei morti evitati. Hanno cioè calcolato quanti morti in meno potrebbero esserci in seguito alla chiusura delle aziende e di parte dei servizi pubblici. Siccome il numero di morti risparmiati dipende dalla lunghezza del periodo di lockdown, anche i benefici di questa misura dipenderanno dalla sua durata.

Per i nostri specialisti, tuttavia, più un lockdown dura e minore è il suo effetto di freno sull’aumento del numero dei decessi. L’utilità addizionale di questa misura è quindi decrescente nel tempo. Così un lockdown che dovesse durare più di 10 settimane non aggiungerebbe praticamente quasi niente ai benefici in termini di morti risparmiati. Una volta valutati (per classi di età naturalmente) quanti morti in meno si possono avere con la chiusura delle aziende gli esperti del Consiglio federale hanno stimato quanti anni di vita si guadagnerebbero con le morti risparmiate.

L’ultimo passo nel calcolo dei benefici del lockdown è consistito nel trasformare gli anni di vita guadagnati da questi sopravvissuti in franchi e centesimi, calcolando cioè quanto valore aggiunto supplementare potrebbe produrre la loro attività lavorativa. I benefici in franchi del lockdown sono poi stati confrontati con le perdite, in franchi, che potrebbero subire le aziende e gli altri agenti della nostra economia. Per qualunque durata del periodo di lockdown considerata (da 4 a 10 settimane) il confronto mette in mostra un largo eccedente di benefici. Per esempio per un lockdown di 4 settimane il valore aggiunto in franchi degli anni di vita guadagnati sarebbe pari a 8,2 miliardi, mentre le perdite ammonterebbero a soli 1,8 miliardi.