I lettori di questa rubrica avranno già avvertito che in fatto di sviluppo l’economia ticinese sembra essere giunta a una svolta, a metà della decade che si è appena conclusa. Far risalire l’inizio della decadenza alla riuscita della votazione popolare contro l’immigrazione di massa del febbraio 2014 è, per il momento ipotetico, come ipotetico è attribuire la frenata in corso all’abbandono del cambio minimo con l’euro, da parte della BNS, nel gennaio del 2015. Con questo vogliamo affermare che i determinanti del colpo di freno possono essere diversi. Non solo, ma le loro conseguenze negative sul tasso di crescita possono cumularsi, senza che si possa puntare l’indice su una sola causa.
Sappiamo comunque che per l’economia ticinese (e anche per quella nazionale) l’evoluzione degli investimenti ha sempre avuto un impatto significativo sull’andamento congiunturale. Se il tasso di crescita degli investimenti è alto (diciamo superiore al 3%), anche l’economia cresce a un tasso sostenuto (superiore, nell’esperienza dell’ultima decade, al 2%). L’economia ristagna invece se gli investimenti sono bassi. L’aggregato degli investimenti di un’economia è formato da due grosse componenti. Da un lato dagli investimenti delle aziende in macchinari e altri processi che contribuiscono a razionalizzare la produzione di beni e servizi e a far aumentare la produttività.
L’altra componente importante è rappresentata dagli investimenti nelle costruzioni, del genio civile come dell’edilizia. Da almeno cinquant’anni sappiamo che nelle condizioni particolari nelle quali opera l’economia ticinese la componente degli investimenti nelle costruzioni è quella che maggiormente conta. Sappiamo altresì che nel complesso di questi investimenti il dato che più fluttua è quello relativo agli investimenti nell’edilizia abitativa. E quindi, tirando le conclusioni, possiamo affermare che, in Ticino, se gli investimenti nell’edilizia abitativa calano, anche il ritmo di crescita complessivo dell’economia rallenterà. Tra il 1980 e la fine del secolo questa relazione di causa-effetto si vedeva meno perché la congiuntura ticinese era influenzata anche dalla forte espansione del settore bancario.
Nel corso degli ultimi anni, invece, con il ridimensionamento delle attività di questo settore, l’impatto degli investimenti nelle costruzioni e, in particolare, nell’edilizia abitativa, è tornato a farsi sentire molto. Per verificare la bontà di questo ragionamento dovremmo poter riferirci ai dati sugli investimenti nelle costruzioni. Ora, al momento in cui è stato scritto questo articolo, sia l’annuario statistico cantonale, sia il sito dell’Ufficio cantonale di statistica non offrivano che due tabelle sulle spese nelle costruzioni. La prima che dava l’evoluzione nel lungo termine si arrestava al 2012. La seconda che informava sull’evoluzione anno per anno, si arrestava al 2017.
Abbiamo così potuto ricostruire l’evoluzione degli investimenti nella costruzione di abitazioni (variazione percentuale annuale) solo per gli anni dal 2013 al 2017. In Svizzera il determinante principale degli investimenti nella costruzione di abitazione è dato dall’aumento delle economie domestiche. In Cantoni nei quali la residenza secondaria non è importante esiste praticamente una correlazione molto alta tra la variazione percentuale annuale degli investimenti nella costruzione di abitazioni e la variazione percentuale annuale nell’effettivo delle economie domestiche. Come dimostra anche il grafico (presente solo sulla versione cartacea e sull'e-paper, ndr), le variazioni annuali delle due variabili seguono la medesima tendenza. Come si può constatare, l’evoluzione degli investimenti è molto sensibile all’evoluzione delle economie domestiche (e quindi della popolazione e quindi del saldo migratorio). Una diminuzione della popolazione, dovuta al saldo negativo del movimento naturale e del movimento migratorio, si ripercuote in una diminuzione delle economie domestiche e, purtroppo, anche in una diminuzione degli investimenti nella costruzione di abitazioni. E questo nonostante l’importanza che possono avere per il Ticino gli investimenti nella costruzione di residenze secondarie e gli investimenti in abitazioni che possono avere altri scopi. Non occorre insistere infine per dimostrare che se gli investimenti nell’edilizia rallentano, anche il passo dell’intera economia ticinese rallenterà.