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Confronti da evitare

/ 23.01.2023
di Silvia Vegetti Finzi

Cara Professoressa,
non è vero che tutte le Feste sono festose. C’è molta retorica in proposito. Spente le luci, riposto l’albero di Natale, consumate le scorte di cibi tanto costosi quanto indigesti, resta solo la realtà quotidiana, con tutte le differenze che questo comporta.
Siamo due sorelle e, dato che la casa di Enza, la maggiore, è più grande e confortevole, ci rechiamo sempre da lei. Tra figli, genitori, nonni e parenti vari siamo in 14-16 convitati.
In questi casi i confronti sono inevitabili perché è innegabile che c’è chi è più sano e più malato, chi è invecchiato di più e di meno, chi ha incrementato il reddito e chi si trova a fare i conti con un costante aumento dei prezzi.
Come avrà già capito mi trovo dalla parte del «meno», soprattutto per quanto riguarda i figli. Quelli di mia sorella (due maschi) sono nati con la camicia: a scuola sono sempre stati i primi della classe, negli sport hanno vinto varie competizioni, sanno già cosa faranno all’università: ovviamente facoltà che garantiscono reddito e successo professionale. Per giunta sono molto popolari tra i coetanei e hanno entrambi deliziose fidanzatine.
Nulla di tutto ciò per i miei figli (una femmina e un maschio), bravi ragazzi, affezionati, obbedienti, seri e studiosi ma che non emergono in niente, non sanno cosa faranno da grandi e non mi danno nessuna soddisfazione. Che delusione! /
Adele

Cara Adele,
comprendo il suo sfogo ma non la sua delusione. Dell’essenziale non le manca nulla e il successo dei nipoti nulla toglie al benessere dei figli.
La vita, dice Aristotele, uno dei più grandi saggi dell’antichità, si valuta dalla fine, non dall’inizio.

Il successo scolastico fa sempre piacere ma non garantisce una vita pienamente realizzata. Nelle biografie dei grandi uomini si incontrano spesso, come nel caso di Albert Einstein, incredibili bocciature. Ma non vuol dire nulla. Il corso della vita è lungo, tortuoso, e molto dipende da opportunità e incontri imprevedibili. Perché non sospendere il giudizio e attendere gli eventi?

Credo, in ogni caso, che i paragoni siano inutili e sbagliati. Ciascuno è unico, esclusivo e confrontabile solo con sé stesso. I suoi figli hanno il dovere di realizzare nel modo migliore le loro potenzialità, i loro talenti. Non per compiacere la mamma, ma per sé stessi, per essere, per quanto possibile, umanamente felici. Temo che lei si senta in colpa per non garantire ai figli il successo dei cugini. Ma, come sostiene la psicoanalista Françoise Dolto, rivolgendosi ai genitori: non avete il dovere di far felici i vostri figli, ma di aiutarli a crescere, a diventare grandi. Se poi saranno felici, tanto meglio.

I confronti esistenziali sono da evitare perché spesso suscitano l’invidia, che rende auspicabile il male dell’altro.

Le nostre risorse abitano in noi stessi e spesso vengono attivate dalle difficoltà, dagli inciampi. Ma sarà una grande soddisfazione constatare che, nonostante tutto, ce l’abbiamo fatta con le nostre forze. Accade invece che i genitori si sentano così responsabili da confondere le loro aspirazioni con quelle dei figli e tendano, per tutelarli da ogni delusione, a prenderne il posto, a sostituirli. In questi casi, saranno loro a decidere il corso degli studi, gli sport, le amicizie, gli interessi dei ragazzi, sempre nell’ottica del successo. Ma il successo è, per definizione, raggiungibile da pochi. Se consideriamo la vita una competizione sportiva, pochi saranno i vincenti, molti i perdenti. Meglio che ognuno si confronti con le sue capacità e potenzialità per ottenere il meglio dalle proprie risorse.

Certi periodi storici, come l’ultimo dopoguerra, sono particolarmente favorevoli alla promozione sociale. Si pensi, in Italia, al «miracolo economico», quando l’ascensore sociale era disponibile a molti, se non a tutti. Ora viviamo in tempi oscuri e il futuro, avaro di promesse, rende auspicabile quella che gli antichi definivano una aurea mediocritas, una moderazione dei desideri e delle aspettative capace di evitare il peggio senza indurci a ottenere, a tutti i costi, il meglio.