Ho conosciuto una persona che è riuscita a non esistere e che continua tuttora. Non esiste ma è al mondo, vivo e vegeto. Non è facile non esistere senza essere morti. Per non esistere bisogna essere in salute; meglio cominciare a non esistere nella tarda primavera, quando il tempo diventa clemente. L’ideale è non avere proprietà, ma nel caso uno ne avesse, può ugualmente avviare la procedura di non esistenza. Se era in affitto, lascia al proprietario un biglietto: Egregio proprietario, da domani lascio l’appartamento, lascio a lei tutti i mobili e le suppellettili, le auguro una felice settimana, le chiavi sono sotto lo zerbino.
Non ci si deve preoccupare delle forniture di gas, acqua, luce ecc.; le bollette continueranno ad arrivare e si accumuleranno nella cassetta della posta, finché torneranno indietro, non ci si preoccupi della futura morosità, dell’azione legale, perché la persona in questione è diventata irreperibile. Non ci si preoccupi dell’auto; starà per strada a marcire, finché sarà piena di foglie e di polvere, i vandali storceranno i tergicristalli, romperanno un vetro per frugare all’interno, si accumuleranno multe, finché sarà così orrenda da vedere che la porteranno via col carro attrezzi per la smania del lavaggio stradale. Cercheranno il proprietario, perché l’auto è una fonte di reddito per tutte le pubbliche amministrazioni, ma il proprietario sarà irreperibile, e tutte le tasse, multe, assicurazioni, collaudi, prove emissioni ecc. resteranno inevasi, con grave scorno per i pubblici erari; si impossesseranno dell’auto, e questo è un bene, dell’appartamento di proprietà, lo metteranno all’asta per rifarsi delle imposte e di tutti i gravami (passo carraio, pattume, TV, messa a norma di questo o di quello), ma anche questo è un bene, perché agevola la via verso la non esistenza. Intanto l’aspirante non esistente si è allontanato da casa con un paio di scarpe resistenti alle intemperie; sconsiglio zaini e riserve alimentari; per la non esistenza bisogna essere leggeri, non avere denaro, non avere documenti, e anche dimenticarsi il proprio nome e il passato. Ed ecco che il mondo si apre in tutte le direzioni.
Si può vivere in una grande città con un certo agio, ci sono le mense dei poveri, che preparano eccellenti pranzetti che servono a smaltire una parte dei prodotti alimentari in scadenza; il povero è utile perché trasforma sostanze putrescibili in sterco comune, utilizzabile per concimare la terra e riavviare il ciclo produttivo; ed è utile per chi debba soddisfare il proprio senso di carità.
Naturalmente il povero non esistente di tutto questo non si interessa. Evita le guardie, evita i poveri col patentino di poveri, che spesso costituiscono un racket, perché anche il povero nelle odierne classificazioni sociali è una figura inquadrata e assistita, su cui si può fondare la carriera di certi politici.
Il non esistente invece non può essere agganciato da niente, sempre che sappia mantenersi non esistente, non si faccia fermare dagli agenti per il controllo della popolazione. Nel caso lo fermino le sue risposte siano talmente evasive e stupide da fare perdere la pazienza. «Come ti chiami?» «Evagrio». «E di cognome?» «Adesso non me lo ricordo; se mi date tempo mi tornerà in mente». «Professione?» «Nullatenente». «Residenza?» «La sto cercando». «Un documento!» «Mi dispiace, me l’hanno rubato»; arriva intanto una chiamata urgente dalla centrale, gli agenti lo mollano: «Va via per piacere!», lui se ne va. Raccatta un giornale di due anni prima, ma non fa niente, le notizie più o meno sono sempre le stesse, scandali, malversazioni, previsioni economiche, anche le previsioni del tempo sono interessanti perché più o meno confermano il ciclo delle stagioni, e se deve piovere si prevede che poi smetterà. Ma si può condurre la non esistenza anche seguendo l’alveo di un fiume, che non è di nessuno, qui si conduce una non esistenza più ariosa, ci si può fermare coi piedi nell’acqua, vicino ci sono orti dove si può prelevare una zucca, dei pomodori, una melanzana. La dieta è molto variata, nel senso che varia con le occasioni, in campagna si tende ad essere vegetariani, a meno che il non esistente s’impossessi di un pollo e lo faccia alla brace.
Risalendo il fiume si arriva ai monti, discendendolo al mare. Sta all’estro la scelta.