Come investire 200 miliardi?

/ 23.11.2020
di Aldo Cazzullo

Il cosiddetto Recovery Fund, il grande piano – adesso si chiama Next Generation Ue – che avrebbe dovuto rilanciare l’economia europea e quella italiana in particolare, rischia di trasformarsi rapidamente da opportunità a gigantesca grana per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

L’Italia tradizionalmente non riesce a spendere i fondi europei. Il motivo è semplice. L’Unione non finanza gli stipendi dei forestali della Magna Grecia e il reddito di cittadinanza; finanzia cantieri, progetti. Proprio quelli che mancano; soprattutto al Sud.

Nel settennato 2014-2020 l’Italia ha ricevuto 45 miliardi di euro di contributi Ue in fondi strutturali. Nel prossimo periodo, se si contano tutti gli strumenti Ue per la ripresa, riceverà tre volte di più, come ha fatto notare la commissaria europea alla Coesione e alle Riforme Elisa Ferreira. Ma dei 45 miliardi già stanziati l’Italia non è riuscita a spendere neppure la metà. Difficile scandalizzarsi per lo scetticismo di molti Paesi del Nord e dell’Est Europa.

Se gli oltre duecento miliardi di euro in arrivo potessero essere destinati in blocco all’assistenzialismo, il governo di Roma non esiterebbe un istante e saprebbe benissimo come spenderli, anche in vista delle prossime elezioni politiche. Ma dovendo destinarli agli investimenti, all’evidenza l’esecutivo è del tutto privo di un piano strategico. L’Italia è già in ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei. E la situazione non sembra destinata a migliorare in tempi rapidi.

Il modo in cui saranno spesi i soldi del Recovery Fund è il segreto meglio custodito della penisola. Ci sono tutte le premesse affinché vadano sprecati. Digitale, transizione ecologica, sostenibilità sono titoli da convegno; ma poi servono le misure concrete. «Pe’ mmia chi c’è?» si chiedono a Catania; «a me che mi vien?» si domandano a Verona. Il concetto è lo stesso: gli italiani non sanno come quella montagna di denaro potrà migliorare le loro vite, dare ossigeno all’economia strozzata dal virus, restituire una speranza.

A differenza di altri, non mi sono scandalizzato per gli Stati generali organizzati da Conte al termine della prima ondata della pandemia. È bene che il governo coinvolga nelle grandi decisioni le migliori energie del Paese. A decidere la destinazione delle risorse non possono essere soltanto burocrati che sanno poco della vita, dell’economia reale, delle difficoltà delle aziende. Il punto è non limitarsi alle parole, ma individuare una fase operativa che non può essere né superficiale e frettolosa, né cavillosa e infinita. Con una priorità che deve essere ben chiara: il lavoro ai giovani.

I giovani sono stati i più penalizzati dalla pandemia, in particolare coloro che escono ora dalle superiori o dall’università. Un Paese che investe su quota cento e sul reddito di cittadinanza – cioè sull’assistenzialismo – anziché sul lavoro ai giovani è un Paese senza futuro. Se daremo lavoro ai ragazzi, risparmieremo sui sussidi e restituiremo potere d’acquisto pure ai pensionati, che non dovranno più mantenere i nipoti.

Ovviamente Conte spera che la prospettiva di avere molte risorse da investire gli prolunghi la vita. Il ragionamento è semplice: perché cambiare in corsa un governo nel pieno di un’emergenza, proprio quando finalmente l’arcigna Europa sta per allargare i cordoni della borsa? In realtà, qualcuno nel Partito democratico – e pure nel movimento Cinque Stelle – si libererebbe volentieri del presidente del Consiglio. Le ipotesi sono due: un rimpasto che potrebbe anche non coinvolgere Palazzo Chigi; o l’allargamento della maggioranza, magari coinvolgendo un peso massimo come l’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Ovviamente i partiti preferirebbero evitare di richiamare in servizio un supertecnico. Ma le condizioni dell’economia italiana sono talmente gravi, da richiedere risposte straordinarie. Bisognerà capire se il sistema politico avrà l’intelligenza di capirlo; o se invece prevarranno i calcoli personali e di partito. Dal canto suo, Silvio Berlusconi ha aperto al governo: Forza Italia potrebbe votare la legge di bilancio, o comunque evitare che venga bocciata in Senato. Il Cavaliere fa di tutto per smarcarsi da Salvini: mentre il capo della Lega ostentava la mascherina con la scritta «vota Trump», e accusava i democratici americani di brogli, Berlusconi telefonava a RaiTre, la rete televisiva della sinistra, per dire che Trump ha perso perché troppo arrogante. Il vero obiettivo di Silvio è essere coinvolto nella scelta del presidente della Repubblica; con il sogno – probabilmente impossibile – che il nome del prossimo capo dello Stato assomigli il più possibile al suo.