«Nove persone su dieci amano la cioccolata;
la decima mente». (Anonimo)
Buongiorno,
Ho un figlio che ama poco mangiare «sano», mentre ama tanto mangiare cioccolato. Non dolci (ad esempio la torta alla crema o alla frutta non gli piacciono) Solo cioccolato. In tutti i modi, ma solo cioccolato: cioccolata a colazione, nutella sul pane, cracker al cioccolato, torta al cioccolato per dessert, cioccolatini sparsi, fondue di cioccolato: una volta per farlo contento gli ho cucinato persino gli spaghetti al cioccolato.
Sono anni ormai. Va alle medie. Non sembra che la sua salute ne risenta. A scuola è molto bravo. Eppure a me non sembra normale: ma se voglio che mangi, sin da quando era piccolo piccolo, devo alla fine cedere. Tra l’altro: è molto magro. Sbaglio? E se sì, perché la sua salute non ne risente?
Stefania C.
Gentile Signora Stefania, la ringrazio per avermi scritto sottoponendomi una questione sicuramente molto particolare e in cui chissà che non si riconoscano altri lettori.
Parrebbe la realizzazione del sogno di molte persone, no? Mangiare cioccolata e non ingrassare. Mangiarne addirittura tanta e non mettere su un grammo. Ma qual è il prezzo di tutto ciò?
Immagino che suo figlio, frequentando le scuole medie, sia pubescente o già adolescente o comunque che si trovi in quel periodo della vita dove il corpo (e non solo il corpo) attraversa una vera e propria rivoluzione, sia all’interno sia all’esterno. Sta diventando uomo: lo si vede crescere centimetro su centimetro, e ci pare così lontana l’era del bambinetto con le ginocchia sbucciate. La sua voce diventa più profonda e assume un timbro del tutto nuovo. Baffetti e peluria sul suo viso fino a poco prima glabro ci presentano un bambino che sta per non essere più bambino. Ebbene, è utile ricordarci che tutti questi cambiamenti fisiologici (visivi e no) abbisognano di una quantità considerevole di energia perché essi avvengano: il suo metabolismo è ora in piena attività (cf. per esempio il mio articolo «Quando il corpo cerca dove può»).
Un errore comune e comprensibile nell’osservare i nostri figli è indubbiamente quello di fare affidamento all’equazione «è magro: è sano». Non sempre purtroppo questi due concetti vanno a braccetto, e qui di seguito cercherò di spiegarne il motivo.
In questa fase critica della vita il cibo dev’essere considerato come la materia prima che utilizzeremmo per gettare le fondamenta della nostra casa. Più esse sono solide, più avremo la certezza che la casa potrà essere costruita senza particolari difficoltà. Il corpo funziona in maniera analoga, e l’adolescenza rappresenta sicuramente una fase importante… del cantiere.
Arriviamo però al cioccolato, e sfatiamo ahimé un mito: il cioccolato non è un alimento sano. Anche se sempre più studi scientifici suggeriscono che il suo ingrediente principale, il cacao, essendo ricco di flavonoidi, possa avere effetti antiossidanti capaci di ridurre i danni cellulari delle malattie cardiache, ciò non basta per far annoverare la sua elaborazione più famosa (il cioccolato, appunto) tra i cibi salutari. Questo perché in una tavoletta o altro prodotto a base di cioccolata, oltre al cacao, troviamo moltissimi zuccheri semplici e acidi grassi saturi.
Il consumo eccessivo di queste sostanze è nocivo per la salute: sono capaci di aumentare nel sangue i livelli di colesterolo LDL, chiamato anche colesterolo «cattivo», quello cioè che si attacca alle pareti dei vasi sanguigni causando ostruzione delle stesse; inoltre possono essere stoccati nel tessuto adiposo che può fare aumentare il peso corporeo e questo non è un problema estetico ma un fattore di rischio per l’insorgenza della pressione alta, diabete, malattie cardiovascolari ecc. Troppi zuccheri portano alla carie dentaria e – se non «bruciati» – vengono trasformati anch’essi in grassi saturi.
Quindi i possibili effetti sulla salute non si vedono ad occhio nudo ma magari con un’analisi del sangue. In più, troppi zuccheri e grassi possono modificare in negativo la flora batterica intestinale (cf. articolo «Yogurt “liquidi” arricchiti»).
Una sana alimentazione prevede il consumo giornaliero di un dolce, e si consiglia di preferire cioccolata con un minimo di cacao del 30 per cento e non più di 25g a porzione. Visto che suo figlio «non è più un bambino», può spiegargli che è pericoloso continuare con questa abitudine, e di iniziare a scalare il quantitativo di cioccolata e di non fare i capricci perché tutto quanto assume in questa fase della sua crescita influirà inevitabilmente sul suo svilupparsi in un uomo. Mi piace pensare (in effetti mi aiuta molto farlo, almeno nel mio lavoro) che ogni nostro organo ha una sua memoria, e che se io schiaffeggio ripetutamente il fegato con alimenti grassi o alcol, o il cervello con sostanze psicoattive, magari illegali, questi prima o poi ci chiederanno il conto.
Il poco basta, il troppo guasta.