Due quarantenni mantovani, Fabio Veneri, formatore e scrittore, e Victor Cavazzoni, illustratore, hanno avuto un’idea originale quanto bizzarra: ripensare 50 capolavori classici della letteratura al tempo degli smartphone. Dico bizzarra perché li hanno ripensati su carta e non su digitale in un volume uscito per le Edizioni Clichy. L’intento, di quello che sembra un esercizio e quasi un gioco, è di avvicinarsi ai classici secondo i canoni moderni ai quali la vita social e digitale ci hanno abituato con un po’ di ironia e leggerezza ma senza superficialità. Come scrivono gli stessi autori questo lavoro «rappresenta una dichiarazione d’amore con una carezza di humour in tempi in cui i social network svolgono una funzione comunicativa centrale e in cui sempre maggiore è l’importanza del linguaggio visivo».
Il risultato sono cinquanta schede, si inizia con L’Iliade e si finisce con L’uomo senza qualità, uguali tra loro per forma, ritmo e colori. La parte testuale è composta ogni volta di cinque voci e ogni scheda ha la sua illustrazione. L’elemento chiave preso in prestito ai social che percorre tutto il progetto è la sintesi. Per rendere l’idea, penso che la cosa migliore sia proporvi una delle schede, ad esempio Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust (a lato l’illustrazione, come tutte volutamente di forma quadrata per ricordare le immagini postate su Instagram).
L’opera in 140 caratteri: Un uomo intinge una madeleine nel tè. Questo lo porta a rievocare i ricordi di tutta una vita. Alla fine, decide di scriverci un libro.
La community: Marcel Proust: «C’è un mondo dentro quella tazza di tè»; la madre: «C’è una madeleine dentro quella tazza di tè»; Swann: «Aiuto! Tiratemi fuori da questa tazza di tè».
Il commento dei follower: Alla ricerca del tempo perduto è la più ambiziosa impresa letteraria del Novecento. E forse la più ambiziosa di ogni tempo: perduto, presente e ritrovato. La memoria, le emozioni, la scrittura, il senso di una vita: i grandi temi si intrecciano tra le pagine di quest’opera immensa. Geolocalizzazioni: Combray («qui ogni cosa ha il profumo del passato»), Balbec, Parigi, Tansonville («dove ritrovare il tempo perduto»).
L’hacker: Marcel Proust ha condiviso un ricordo con te. Visualizzalo ora.
Cosa ve ne pare cari lettori? Non solo alla luce del linguaggio e dello stile social, i classici sono stati reinterpretati anche dal punto di vista dell’immagine così centrale nei nostri scambi in Rete. Mi dice Victor Cavazzoni che nel caso del disegno «il gioco di sintesi è totale. La sfida è dire il più possibile per sottrazione. Ho fatto una ricerca sulle copertine e le pubblicazioni dei vari classici e ho visto che per ognuno i simboli sono sempre gli stessi. La sfida era mantenere quei simboli sedimentati nell’immaginario collettivo fondendoli in una forma nuova». È un processo, quello della sedimentazione delle immagini, oggi quasi inesistente visto il costante flusso al quale i social ci sottopongono.
Nel gioco di sintesi tra testi e immagini questa guida sentimentale dalla forma social è un libro sui libri adatto sia a chi vuole riscoprire sia a chi vuole avvicinarsi ad un classico per la prima volta. In qualunque caso, buon viaggio!