Challenge

/ 04.07.2022
di Simona Ravizza

Challenge, devo ammetterlo subito, è una delle Parole dei figli che mi terrorizza come raramente mi accade. Si tratta di sfide social a cui gli adolescenti partecipano su TikTok. Da cronista del «Corriere della Sera», e da mamma sempre in allerta sui fenomeni virali, mi ci sono imbattuta più volte per casi estremi. La più conosciuta è la Blue Whale Challenge (Balena Blu), una discussa pratica proveniente verosimilmente dalla Russia in cui un cosiddetto «curatore anonimo» manipola la volontà e suggestiona i ragazzi sino a indurli, attraverso una serie di 50 azioni, al suicidio. Nel maggio 2017 la Polizia Postale italiana arriva al punto di fare un avviso ai genitori per invitarli a intercettare eventuali atti di emulazione. Impossibile dimenticare poi l’avviso (riportato da «Il quotidiano di Puglia») che i residenti di una via a Gallipoli pubblicano ai primi di febbraio 2021: «Vorremmo segnalare agli automobilisti che in viale Europa c’è un gruppo di ragazzini di circa 12 anni che si nascondono dietro le auto parcheggiate e appena vedono i fari di una macchina di passaggio si buttano letteralmente in mezzo alla strada». È la Planking Challenge, dove gli utenti si sfidano a sdraiarsi sulla strada mentre sta arrivando un’automobile (ovviamente riprendendosi con il cellulare).

È una delle follie di una lista di sfide social che negli anni va crescendo. Nella Blackout Challenge vengono messe corde intorno al collo come prova di resistenza (mi viene ancora da piangere se penso alla bambina di Palermo morta a gennaio 2021 a 10 anni perché si è legata la cintura dell’accappatoio al collo filmandosi). A un certo punto compare anche la Benadryl challenge, che prende il nome da un farmaco antistaminico che può provocare allucinazioni: qui vengono ingerite pillole una dopo l’altra per testare e filmare la propria reazione. E nella Knock out challenge vengono presi a pugni per strada degli sconosciuti per il gusto di farlo e di postare il video. Tutti fenomeni del passato?

Nelle scorse settimane l’argomento è tornato d’attualità con la denuncia su Instagram della giornalista Francesca Barra sull’ennesima sfida, la Boiler Summer Cup: abbordare e portarsi a letto ragazze non magre, e ottenere punti in base ai chili. La gravità non la fa il numero di partecipanti: fosse anche uno solo, la mia preoccupazione da mamma è legata al fatto stesso che qualcuno concepisca queste assurdità e le proponga su TikTok.

Così mi rivolgo alla mia collega Erika, 25 anni, in redazione per aiutarci sui social con la sua giovane età (ebbene sì, il loro Dna è diverso dal nostro che ha l’impronta del boomer): le chiedo di prepararmi la lista delle challenge oggi di moda. Voglio essere sul pezzo per parlarne con Clotilde, la mia 14enne. Sono ormai out sia la Koala Challenge sia la Sport Challenge in cui vengono fatte in coppia delle acrobazie che neanche al circo. Diventate celebri le challenge dei brand di moda: con la #PradaBucketChallenge che spopola nel 2021, per esempio, la community è invitata a mostrare il proprio stile creando contenuti con look Prada.

Con la #RayBanElevatorDance gli occhiali da sole vengono cambiati dentro un ascensore, a ritmo di musica, abbinandoli al proprio stile. Per l’ultima stagione di «LOL: Chi Ride è Fuori» Amazon Prime Video Italia genera attesa con la #theLOLchallenge: la sfida sempre a colpi di video consiste nel non ridere e nemmeno sorridere. Adesso sta spopolando la Stranger Things Acting Challenge che si ispira alla quarta stagione della serie Stranger Things, da fine maggio su Netflix, dove degli adolescenti si trovano alle prese con scomparse, misteri e minacce soprannaturali: su TikTok gli Gen Z ripropongono delle sfide a colpi di meme (ossia scenette).

Cosa si vince? Nulla, il bello di queste challenge è divertirsi mentre si partecipa, realizzando il contenuto più personale e creativo possibile. Morale, le challenge evolvono con la velocità tipica delle mode social: non è detto che tutte siano pericolose, ma quel che è stato ci dice che ce ne possono essere di molto pericolose. Dunque, è una Parola dei figli che non può mai essere sottovalutata. A riprova che è sempre meglio essere consapevoli di quello che i nostri figli fanno sui social.