Cercasi & Vendesi

/ 10.01.2022
di Bruno Gambarotta

Superato il giorno di Natale, la mia agenda offre una bella distesa di pagine bianche: non ci sono più scuse per mettere ordine nel caos del mio studio. Salta fuori un taccuino prezioso, testimone di una lontana esperienza, frutto di un’inchiesta su un fenomeno editoriale di successo, il periodico «Seconda Mano», fatto tutto di annunci economici, dai 14 ai 18 mila per ogni numero, pubblicati gratuitamente, a meno che non chiedessero di comparire con una maggiore evidenza tipografica.

Tre uscite settimanali che, sommate, vendevano in Piemonte 60 mila copie, una tiratura tale da fare invidia a molti settimanali nazionali. Una delle tante imprese economiche cancellate dall’avvento di Internet. La redazione di «Seconda Mano» era in via Biancamano, nella storica sede della casa editrice Einaudi, abbandonata a causa di una crisi economica che l’aveva portata sull’orlo del fallimento. Nella stagione del massimo successo ci lavoravano 51 persone, 45 delle quali donne.

Era uno spettacolo osservare queste ragazze che, con la cuffia in testa e davanti a un monitor, rispondevano al telefono e battevano il testo sotto dettatura, o ricevevano i clienti allo sportello, oppure ancora trascrivevano le numerose bobine registrate dalla segreteria telefonica nelle ore in cui gli uffici restavano chiusi. Torniamo al taccuino: è un dono che le ragazze mi hanno fatto per averle elogiate nel mio servizio. È manoscritto, in copertina porta il titolo Detto da loro e registra le richieste più buffe e curiose da parte degli inserzionisti. Da lì traggo la piccola antologia che segue.

Già il primo contatto telefonico offriva un ampio ventaglio di possibilità. C’è chi esordiva dicendo: «Signorina, ho telefonato per sapere se posso chiamarla». Chi andava subito al sodo: «Voglio fare una notizia». «Buongiorno, devo dettare una locandina». Qualcuno esagerava, come questa signora: «Buongiorno, volevo mettere mio marito sul giornale». O chi aveva pretese assurde: «Buongiorno, vorrei mettere un’inserzione su un chiodo». Chi scambiava il settimanale per un commissariato di polizia ed esordiva con un: «Devo denunciare un annuncio». Qualcuno faceva lo spelling: «F come Firenze, I come Imola, G come Genova e H come Otello». «Si scrive con la K di Hotel».

Quanto al contenuto degli annunci, vi si trovava di tutto, anche oggetti di cui non si sospettava nemmeno l’esistenza come una «Toilette per signora di foggia orientale». Oppure, per un aspirante marchese di Sade, una «Scopatrice elettrica, aspirante pale a punte di alluminio». Si trovava «Vendo aria condizionata Pinguino a prezzo notevole» così come «Vendo quattro gomme inchiodate». Sono stato tentato dal comprare una «Roulotte con acqua potabile incorporata». Degni di menzione un «Vendo compressore 220 water» e un «Vendo un mobile di noce impellicciato». Sapevate che esisteva una «Macchina strizza pavimenti»? Come sarà stata una «Macchina da scrivere ripiegabile su se stessa»? Si poteva comprare anche una «Sedia a rotelle con servizi a bordo».

Era encomiabile, da parte degli inserzionisti, il desiderio di essere il più possibile precisi per non indurre in errore. C’era chi, offrendo in affitto una casa per le vacanze precisava che era collocata «Inizio Calabria, partendo da Torino». Più che giusto, partendo da Palermo, avrebbe dovuto scrivere «Fine Calabria». È facile immaginarsi una «Sala da pranzo stile antico moderno angolare». Ed era solo da lodare chi scriveva «Telefonare ore pomeridionali». Non mancava il genere horror, praticato da chi voleva vendere una «Sedia elettrica per invalidi». Anche il mondo del lavoro non scherzava: «Imprenditore piemontese seziona personale». Un nutrito capitolo era rappresentato dalle ricerche di un impiego: «Cerco lavoro come elettrodomestica», «Due donne cercano lavoro come uffici», «Signora cerca lavoro di qualsiasi dimensione», «Ragazzo cerca lavoro casuale», «Ragazzo cerca lavoro come elettricista, diplomato sul ramo».

Anche allora era notevole il numero degli acquirenti e dei venditori di animali: «Vendo boxer tigrati e fulvi, ottima ginecologia», «Vendo pappagallo molto giovane, praticamente un bimbo, goloso di mele». Essendo le inserzioni gratuite apparivano anche coloro che, nel tentativo di alleviare la solitudine, si accontentavano di poco: «45enne, in buono stato di conservazione, offresi a partite di calcio amichevoli». Nell’ampia sezione degli annunci «personali» c’era da navigare a lungo. Ne cito solo due. Il primo da un cavaliere di poche pretese: «Cerco una donna che voglia uscirmi assieme». Il secondo va subito al sodo: «Signore cerca donna per rifarmi una vita di accoppiamento».