Ce li portano via tutti: che rabbia!

/ 17.07.2023
di Giancarlo Dionisio

Il Fantacalcio è un campionato virtuale in cui un comune mortale può creare una Lega con degli amici, e provare a gestire e mettere in campo la sua squadra. Per allestire la rosa si dispone di 350 milioni di Fantaeuro. Si tratta di denaro virtuale. Vale quanto quello che nel Monopoli consente di acquistare il Parco della Vittoria. I giocatori vengono ingaggiati mediante un’asta. Chi è più bravo, e soprattutto chi segna più reti, viene a costare di più. Che soddisfazione soffiare agli avversari un bomber come Osimehn per 120 milioni. Ci si sente un po’ DS, alla Beppe Marotta, un po’ Gran Patron, in stile Aurelio De Laurentis.

Da un po’ di tempo c’è chi sta confondendo le carte tra realtà e virtualità. L’Arabia Saudita, in primis, ma anche gli Emirati Arabi Uniti, non scherzano. Stanno facendo le spese al mercato senza porsi alcun limite. Al punto che la mezz’ala dell’Inter Marcelo Brozović può permettersi il gioco pesante: rifiutare una proposta di ingaggio da 20 milioni di euro l’anno, rilanciare a 30 aggiungendo la battuta che «50 potrebbero bastare».

È una tendenza spaventosa che sta impoverendo le grandi leghe europee. Apparentemente, per ora, non sembra votata ad alcun risultato positivo, se non quello di gonfiare l’ego smisurato di principi e sceicchi.

La storia è abbastanza fresca. Risale a circa tre anni fa. Éver Banega, allora 32enne centrocampista argentino, un giramondo che aveva giocato in patria, in Spagna e in Italia, senza incantare le platee, riceve dall’Al-Shabab una proposta di contratto da 10 milioni a stagione. Si trattava di un calciatore che stava imboccando una parabola discendente. Come del resto Cristiano Ronaldo che, in virtù della sua figura carismatica, oltre che della sua indiscussa classe, ha ottenuto lo scorso anno dall’Al-Nassr un ingaggio miliardario. Come rifiutare?

Già, come rifiutare, quando, come Karim Benzema, ti avvii verso il 36o compleanno? Hai vinto tutto (o quasi) con il Real Madrid e con la Francia. Sei riuscito a inserirti nel duello Messi-Ronaldo e a portarti a casa il Pallone d’oro. Cosa puoi chiedere di più al mondo del calcio? In Europa, probabilmente nulla. In Arabia Saudita un contratto da circa 100 milioni l’anno.

Spaventano per contro le lusinghe rivolte a giocatori che nel Vecchio Continente avrebbero ancora qualcosa da dire. N’Golo Kanté, 32enne mediano francese di origini maliane, in un amen potrebbe risolvere i problemi finanziari di generazioni di suoi eredi, passando dagli attuali 17 milioni che gli corrisponde il Chelsea, ai 50 proposti per 3 anni dall’Al-Ittihad, dove ritroverebbe l’amico Karim. Altro che farsi legare all’albero maestro della nave. Con il canto di simili sirene ti libereresti da qualsiasi catena più rapidamente del mago Houdini!

Kalidou Koulibaly, ex difensore del Napoli approdato la scorsa estate al Chelsea, ha raggiunto l’Arabia Saudita a bordo di un lussuosissimo aereo privato che appartiene all’Al-Hilal, il club che fino al 2026 gli verserà 30 milioni di euro annui. Lo ammette. Ha lasciato l’Europa per denaro e per approdare in un Paese musulmano che abbraccia la sua stessa religione. Inoltre, con queste cifre da ubriacatura, garantirà una più che dignitosa sopravvivenza alla sua famiglia iperallargata, e si impegnerà nel sostegno di progetti che mirano a dotare di infrastrutture importanti, parecchi villaggi del Senegal, il suo Paese di origine.

Nobile finalità. Così come nobile è l’atteggiamento di Romelu Lukaku, che sta rifiutando il crescendo di offerte che gli giungono dall’Arabia Saudita. Il 30enne bomber belga di origini zairote punta l’Inter. Alla facile ricchezza per l’eternità, preferisce l’adrenalina, non certo da «clochard», della Champions League. Alla morte agonistica, antepone l’essere quotidianamente messo in discussione da tifosi e media.

Mi auguro che abbia ragione lui. Che i riflettori rimangano puntati sul calcio della grande tradizione europea e sudamericana. Ma non sono certo che ciò possa accadere a lungo. Il denaro comanda. Gli sponsor si spostano dove i soldi vengono speziati con grandi nomi. Magari in un contesto non ancora così incattivito da fisicità e tatticismo, quindi più spettacolare. Se fossi nei panni del Presidente della FIFA o dell’UEFA qualche interrogativo me lo porrei. Cosa ne pensate, signori Gianni Infantino e Aleksander Ceferin?