«Ce l’ho piccolo» è una frase che difficilmente sentirete pronunciare come Parola dei figli. Ciò non toglie che più d’uno di loro sia tormentato da questo dubbio o da altri legati a dimensioni, imbarazzi sulla lunghezza, ansia da prestazione nei primi rapporti sessuali. Il problema è così sentito tra gli adolescenti che gli sceneggiatori di Skam Italia hanno deciso di dedicarci la nuova stagione della serie Tv (la quinta), subito balzata nella top delle più viste su Netflix. Il format originale è norvegese, ma è stato poi importato da numerosi Paesi tra cui Usa, Francia, Spagna, Germania e l’Italia stessa che l’ha declinato con attori e ambientazioni locali.
Il teen drama racconta, a mio avviso in modo veritiero e asciutto, senza mai cadere nella retorica, la vita giornaliera di un gruppo amici e amiche studenti del liceo J.F. Kennedy di Roma. Di volta in volta vengono affrontate le tematiche sociali tipiche dell’adolescenza: il primo amore, l’omosessualità e la difficoltà di fare coming out, il revenge porn, la vita da musulmani di seconda generazione e, nella quinta stagione uscita a settembre 2022, la micropenia. Una scelta spiegata così dallo sceneggiatore Ludovico Bessegato: «L’idea di questa stagione è nata dalla volontà di indagare il rapporto tra la mascolinità, la virilità e il pene, ovvero quello che nella nostra società continua a essere il simbolo principale. Si può essere considerati dei veri maschi pur avendo un pene piccolo secondo gli standard? La risposta politicamente corretta è sì. Ma in quanti sono davvero in grado di non farsi influenzare dalle dimensioni? E soprattutto, che sensazioni prova chi si trova in quella condizione? Abbiamo fatto circa cento interviste, quasi tutte nel liceo Kennedy di Roma, dove è ambientata la serie. Ci siamo trovati di fronte a un materiale umano e narrativo estremamente delicato, complesso e poco raccontato».
Lo scopo di questa rubrica è anche fare cadere dei tabù, per spingerci a non avere paura di affrontare con i nostri figli anche gli argomenti più scomodi. E allora, mamme (e papà), è inutile nascondercelo: per i maschi le dimensioni del pene quali esse siano sono un tema e un assillo fin dalla prima adolescenza. Il confronto con gli altri durante le docce dopo gli allenamenti, il timore dei giudizi, i primi rapporti sessuali: non ne parlano, ma ne subiscono i condizionamenti. È il motivo per cui la storia di Elia, il 19enne bocciato alla Maturità protagonista della quinta stagione di Skam Italia, è importante ed emblematica: lui il bello, lui a cui le ragazze cascano ai piedi, lui che s’infatua ma poi ogni volta scappa, lui che si innamora ma ad avere una relazione sessuale non ce la fa. Episodio dopo episodio viene a galla il problema: lui che se lo misura, lui che cerca rimedi nelle pomate, lui che si mette un fazzoletto tra le gambe, lui che alla fine non ce la fa più e lo confessa agli amici e alle amiche del cuore: «C’è una cosa che non vi ho detto. Io adesso ve la dico ma non ne dovete parlare con nessuno mai. Non mi entra nel preservativo S». Saranno poi soprattutto le amiche a dirgli le parole giuste: «Tu pensi davvero che a noi donne ce ne freghi qualcosa?». A seguire dettagli sul piacere femminile.
Non c’è nulla di scandaloso, ma una rappresentazione reale delle difficoltà degli adolescenti, maschi e femmine. Capire cosa frulla nel loro cervello è il nostro compito, anche senza che ce lo dicano: spesso i segreti più reconditi è più facile confidarli agli amici. Ma noi genitori dobbiamo essere consapevoli. Proprio perché agli adolescenti non capita spesso di potere parlare liberamente del pene, la rivista svedese «Kamratposten» ha deciso di rispondere alle domande dei suoi giovanissimi lettori e l’articolo è stato tradotto da «Internazionale Kids» nel giugno 2021: «Ho 10 anni e una volta mentre facevo la doccia in palestra alcuni compagni mi hanno visto il pisello e hanno cominciato a dirmi: “oh, ma quanto ce l’hai grosso”. Ci sono rimasto male»; «Sono un ragazzo di 13 anni e ho una domanda: “Qual è la lunghezza normale del pisello di uno della mia età?”»; e ancora «Sono un ragazzo di quasi 10 anni e ho una domanda sul mio pisello. Secondo me è troppo lungo, perché penzola più di quello degli altri nello spogliatoio. Ci sto male: cosa posso fare?». Sono le Parole dei nostri figli, anche se non ce le dicono.