Inizio giugno, figlia e genero in vacanza e postano foto sui social. Prima da Parigi, poi da Normandia e Bretagna vedute e scorci con diciture ufficiali: Honfleur «La romantique», Dieppe «La gentile», Étretat «La belle de l’haut», Mont-St-Michel «Le mistique», Cancale et St. Malo «La sincère et étonnant». Panorami e angoli paesaggistici a parte, gustato il piacere legato a messaggi e saluti, quelle diciture mi intrigano sino a suggerirmi qualche riflessione. Una di queste cartoline mi porta a un interrogativo: non si potrebbero «battezzare» anche i nostri siti turistici, perlomeno alcuni dei maggiori, con una terminologia o un emblema efficaci come quelli che scopro in uso per i centri di Normandia e Bretagna? In cerca di risposte ritrovo in archivio una cartelletta dal titolo «Il Ticino contemplativo», pubblicazione talmente datata che se si cerca il sito web indicato (www.ticino-tourism.ch) ci si trova dirottati sul portale di LuganoRegion… Ma sono io a essere rimasto indietro, non le proposte di quella pubblicazione: una ventina di schede con gli itinerari e le mete suddivisi in quattro tematiche che toccano e illustrano il Romanico, le Chiese panoramiche, i Luoghi dei miracoli e quelli di Contemplazione artistica presenti in Ticino. Un contributo cartaceo (mi correggo, fruibile anche su CD!) sempre prezioso anche se oggi sommerso da millanta proposte digitali e dimenticato forse anche per quel filone religioso che intreccia monumenti, architettura, territorio e paesaggi.
Ripercorro quegli itinerari in cerca di ispirazioni per il mio interrogativo, o meglio: per qualche slogan che sfiori quel pizzico di enfasi e sciovinismo presenti nei richiami turistici francesi sempre collegati a storia, architettura, arte, bellezze naturali ecc. Qualcosa che assomiglia c’è già nell’epiteto «Valle del sole» che da sempre designa e allo stesso tempo valorizza la Valle di Blenio. Ci sarebbe poi anche «La Turrita» per Bellinzona (talmente démodé che ora si spera di sostituirlo con «La fortezza»); niente però di paragonabile ai richiami che scopro per Normandia e Bretagna. Questo significa che l’operazione marketing targata Ticino è impossibile? Le speranze si riaccendono vedendo su Instagram video e fotografie che decisamente suggeriscono un «La romantique» come richiamo per visite in Val Bavona o nella plaga di Foroglio. Ma se appena provo ad abbinare un «La sincère et la étonnant» con qualche nostra città mi rendo conto che il cammino presenta salite insormontabili. Il 6 giugno la prospettiva avviata dalle cartoline francesi devia su un piano decisamente meno idilliaco rispetto a quello vacanziero e turistico. Con l’istantanea di un cimitero militare in Normandia (prati curati, croci bianche, bandierine di Stati Uniti e Francia) chi stava visitando quelle terre affacciate sull’Atlantico ci ricordava che era il momento di spostare cuore e sentimenti di riconoscenza al D-Day del 1944. Inevitabile un tristissimo parallelo con l’attualità quotidiana: ottant’anni dopo siamo ancora lì, o quasi. Ad angosciarci ci sono inverecondi Z-Day che durano dal 24 febbraio 2022, da quando il presidente Putin e l’esercito russo hanno brutalmente deciso di occupare l’Ucraina, distruggendo quanto incontrano, rimediando ogni giorno sconfitte e condanne che mettono in forse anche la stabilità futura di quella che sino a poco fa veniva ancora considerata una potenza economica, oltre che militare (un solo dato, un rublo vale un centesimo di euro...).
A togliermi dalla matassa politica che l’informazione mediatica e la brodaglia di disinformazioni cucinano ogni giorno attorno a questo conflitto (dalle «vacanze in crociera» della famigerata Wagner e del suo «proprietario» all’acqua dei grandi fiumi usata come arma nuova per creare future terre di nessuno, sino allo stillicidio di resoconti dal fronte fatti girare sui social come videogiochi) ci pensano altre cartoline dai luoghi imperdibili della Bretagna. Diventa così più facile trovare un auspicio conclusivo: che bello sarebbe se, magari fra mezzo secolo, i nostri nipoti ricevessero cartoline da Odessa «La romantique» o dall’Ucraina «La sincère et étonnant» per ricordare la liberazione dall’ennesimo dittatore nazionalista; che bello avere la certezza che essi vivranno quei momenti (come ha magnificamente auspicato monsignor Gianfranco Ravasi) in un’Europa finalmente ribattezzata Eur-hope!