Invecchiare senza invecchiare: chi non se lo augura? È il titolo che Giancarlo Isaia, titolare della cattedra di Geriatria presso l’università di Torino, ha dato a un libro di esemplare chiarezza nel quale riassume l’esperienza di una vita, uno studio reso urgente dall’arrivo del «Silver Tsunami» nella nostra società. Solo il Giappone ci supera nella percentuale di popolazione anziana. È anche un manifesto contro l’Ageismo, una forma di pregiudizio che tende a negare esami o trattamenti a un individuo, solo per la sua età avanzata.
Fa uno strano effetto leggere da vecchio un libro sulla vecchiaia. È vero altresì che da giovane un libro così non lo avrei mai letto. La prima delle sue tre parti, dedicata alle «sindromi geriatriche», diventa per me uno specchio. Mi ritrovo nel fenomeno della «cascata prescrittiva» quando sono tentato di aggiungere un farmaco per contrastare gli effetti indesiderati di un altro; cado nella «inerzia prescrittiva» quando mi affeziono ai farmaci e non voglio più smettere di prenderli.
Qui gioca anche la mia contrarietà allo spreco per cui, anche se i sintomi sono scomparsi, tendo a finire la scatola prima che il farmaco scada. Ritorno bambino quando, dopo una caduta rovinosa dalla bicicletta, andavo a farmi medicare dal medico di famiglia, appassionato ciclista, di nascosto da mia madre che, se l’avesse scoperto, mi avrebbe proibito di tornare a correre.
Adesso, temendo un’analoga proibizione, mi guardo bene dal rivelare ai miei famigliari che, pedalando o anche solo camminando per strada sono rovinato a terra e mi sono fatto male. L’autore, come forma di prevenzione contro le cadute, suggerisce di «mantenere lisci e facilmente percorribili i marciapiedi». Vada a dirlo agli amministratori di questa città che sembra terremotata. Noi vecchi si cade anche in casa, secondo le statistiche succede almeno una volta all’anno a chi ha superato gli ottanta anni.
Una delle cause più frequenti, per chi è nonno, è da attribuire ai giocattoli dei bambini sparsi sul pavimento di corridoi poco illuminati. Ci metti sopra il piede, rovini a terra, ti rompi il femore. In compenso, quando parti per l’Ultimo Viaggio, sul tuo necrologio apparirà senza eccezioni la frase: «lo piangono gli adorati nipoti». Non è un filino esagerato? Credo di voler bene ai miei nipoti ma non li ho mai scambiati per la Madonna Nera di Loreto. La seconda parte del manuale è dedicata alle più comuni patologie dell’anziano e la terza ai comportamenti di prevenzione.
Quando mette in guardia contro il fumo e l’alcol fa tornare in mente Woody Allen: «Ho smesso di fumare, vivrò sette giorni di più e in quella settimana pioverà sempre». Le statistiche dicono che si vive dieci anni in più. È un manuale ricchissimo di suggestioni, di saggi consigli, di formule da imparare a memoria. La prima, dedicata all’immobilizzazione e alle piaghe da decubito: «Bad is Bed», il letto è il male. La seconda, sulla necessità di tenere occupata la mente: «Use it or Lose it», usala o la perdi. Purtroppo c’è anche la formula per calcolare il mio BMI: dividere il peso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri: è impossibile resistere alla tentazione di calcolarlo e di conseguenza andare in depressione quando il risultato è 32,78 corrispondente al giudizio di «Obeso di Prima classe».
È anche un generatore di idee, vi dico le prime due che mi sono venute in mente. La prima: per il riconoscimento e la gestione della demenza esiste il Mini Mental State Evaluation, un test cognitivo per valutarne l’eventuale presenza e il suo relativo livello. E se, per la tranquillità dei cittadini, ci fosse l’obbligo di sottoporsi al test per tutti coloro che vogliono candidarsi a una carica elettiva? Seconda proposta, questa volta seria: da poco è stata creata la benemerita figura del Tutore per i minori non accompagnati, non un genitore affidatario ma un adulto che assume l’incarico di seguire il minore per agevolare il suo inserimento nella società.
Per analogia propongo di creare il Tutore dei vecchi, per aiutarli nelle pratiche burocratiche e consigliarli, sentirli al telefono, accompagnarli alle visite e a fare la spesa, suggerire letture e svaghi. Con abbonamenti scontatissimi a teatri, cinema e concerti riservati alle coppie formate da Tutore e Anziano. Conosco l’obiezione: il tutore dei vecchi spalancherebbe la strada ai truffatori che già ora imperversano. A parte l’ovvia considerazione che non è saggio lasciarsi paralizzare dai timori, un rimedio consisterebbe nel vietare per legge ogni transazione economica fra l’Anziano e il suo Tutore che diventerebbe tale solo dopo un attento esame, come già si fa per le famiglie affidatarie. Infine, ecco il mio personale suggerimento per invecchiare senza invecchiare: non guardare al tuo ombelico ma guarda sempre gli Altri e soprattutto non smettere mai di sognare. Se smetti muori, anche se respiri ancora.