Arnaud contro lo spirito del tempo

/ 09.04.2018
di Aldo Cazzullo

Ci sono gesti destinati a restare oltre il tempo, a volte contro lo spirito del tempo.

«Prendi me al suo posto». Di questi primi tre mesi dell’anno, segnati dai massacri in Siria, dalle tensioni con la Russia, dalla pervicacia del terrorismo islamico, ci restano le parole di Arnaud Beltrame, il poliziotto che offre e dà la propria vita per salvare una donna che non ha mai conosciuto. Un gesto che ci scuote, in un’epoca dominata dall’individualismo spesso degenerato nel narcisismo. E non soltanto la Francia si interroga su quale possa essere il sentimento, l’ideale, il principio da cui quel gesto è nato.

La patria, è la prima risposta. «Comunione repubblicana» titola a tutta pagina «Libération», giornale di sinistra spesso irriverente, con un’unica grande foto del tricolore sulla bara. «Sono i valori della polizia» rivendicano i generali. «E della massoneria» aggiunge la Gran Loggia di Francia, cui Beltrame si affiliò nel 2008. Ma la persona che lo conosceva meglio, sua moglie Marielle, ama ricordare la sua fede: «È stato il gesto di un poliziotto, e di un cristiano. Dettato dall’amor di patria e dall’amore per il prossimo. Due ispirazioni impossibili da separare». E così, nella settimana santa, il Paese più laico d’Europa si è trovato a discutere su come la religione possa influire sulla vita privata e pubblica.

È un tema che riguarda anche l’Europa, che si pensa cristiana ma in cui i praticanti sono una maggioranza sempre più esigua; in particolare l’Italia, reduce da elezioni che hanno quasi azzerato la presenza organizzata dei cristiani in politica, egemone per mezzo secolo e influente ancora nei vent’anni successivi. In un discorso pubblico dominato dagli scandali o comunque dal potere, non sempre ci si accorge di quanto la fede e i sentimenti cristiani siano vivi non solo nella dimensione intima ma anche in quella sociale. Eppure ogni giorno la cronaca, a saperla leggere, ci offre decine di storie legate alla dimensione della cura, del dono di sé, financo del sacrificio. Vicende che rivelano anche una grande resistenza al destino, allorché da un incidente, dalla malattia, dal pericolo emergono una reazione, un riscatto, una capacità di adattamento e di crescita spirituale insospettabili in un mondo all’apparenza di cattivo umore come quello di oggi.

Durante la Seconda guerra mondiale ci furono molti casi Beltrame. Penso al sacrificio di Salvo D’Acquisto, che si fa uccidere per evitare la rappresaglia nazista, autoaccusandosi di un attentato che non ha commesso. Meno conosciuta è la scelta di Vittorio Marandola, Fulvio Sbarretti e Alberto La Rocca, i tre carabinieri di Fiesole che vanno a farsi fucilare, in una domenica di agosto piena di sole, per salvare dieci ostaggi che non hanno mai conosciuto. Quasi nessuno ricorda don Ferrante Bagiardi, che offre invano la sua vita in cambio di 73 parrocchiani e alla fine sceglie di morire con loro, dicendo: «Vi accompagno io davanti al Signore». C’è un filo, intessuto dall’altruismo, dal senso del dovere, spesso dalla fede, che lega le storie di poliziotti, magistrati, persone che lottano contro le mafie e il terrorismo (e il pensiero va a Nicola Calipari che in Iraq fa scudo con il suo corpo alla prigioniera che ha liberato). Ricordare il loro esempio e aprire gli occhi sui tanti segni di rinascita e di fermezza di fronte al male è il miglior modo per affrontare la vita pubblica in mesi che si annunciano non facili.

Vale per la Francia, paralizzata dal primo grande sciopero contro la politica di tagli di Macron, il quale può però annunciare che per la prima volta da dieci anni il rapporto tra il deficit e il Pil è sceso sotto il 3 per cento, come prevedono le regole europee (il debito pubblico francese è arrivato però a sfiorare il totale del prodotto interno lordo). Vale per la Spagna, ancora alle prese con la questione catalana, che il governo di minoranza di Rajoy fatica a gestire. Vale per il Regno Unito, che forse comincia a pentirsi di aver scelto la Brexit. Vale pure per la Germania, che tampona la crescita dell’estrema destra rifugiandosi nello schema della grande coalizione. E vale a maggior ragione per l’Italia, impegnata nel difficile tentativo di formare un governo, con i due vincitori – Lega e Cinque Stelle – che propongono uno di fatto l’abolizione delle tasse, l’altro di dare mille euro al mese a tutti in cambio di nulla; ma il debito pubblico italiano veleggia oltre il 130%, e il Paese non ha né la stabilità né il peso politico della Francia. Ogni tanto poi spunta un Beltrame a ricordarci la responsabilità e l’orgoglio di essere europei; ma anche la necessità di combattere un terrorismo islamico colpito ma non domato.